Non tutti siamo avvezzi ad andare a teatro, c’è chi trova sia tedioso assistere ad una rappresentazione ad ambientazione fissa, e per lo più senza effetti speciali. E se vi dicessimo che i ragazzi di Mediatonic, i geni dietro ad Hatoful Boyfriend e la saga di Amateur Surgeon, hanno reinventato le regole del teatro classico? Siamo pronti a scommettere che se esistessero rappresentazioni teatrali, in cui il protagonista è un cacciatore di demoni che si esibisce in spettacolari combattimenti, saremo tutti tutte le sere in sala?
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Il fulcro di Foul Play non è solo il combattimento, ma anche e soprattutto la meta narrazione
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Foul Play pubblicato da Devolver Digital, narra le vicende del cacciatore di demoni Baron Dashforth e del suo braccio destro Scampwick, cacciatori di demoni che si esibiscono in un teatro, dove prende a sberle chiunque gli si pari davanti, pur di scoprire l’origine dei demoni e con l’obiettivo di far divertire il pubblico. Foul Play si presenta infatti come il classico Beat’em Up a scorrimento orizzontale, in cui dovremo far fuori le orde di nemici per proseguire nella storia. Tuttavia, il gioco introduce una meccanica nuova rispetto al genere, che si lega a doppio filo con il setting del titolo, dato che oltre a stare attenti alla classica barra della vita, che subirà perdite quando verremmo colpiti dai nemici, dobbiamo stare anche attenti a tenere alta l’attenzione del pubblico e non farlo annoiare, dato che la sconfitta o la vittoria di un capitolo dipenderanno anche da questo valore. Non basterà soltanto menar le mani con i nemici che piano piano sopraggiungeranno verso di noi, ma dovremo stare anche attenti a concatenare una serie di combo senza subire danni, per far sì che il pubblico presente in sala, sia dalla nostra parte. Oltre questo ci sono anche una serie di obiettivi da portare a termine per completare gli atti in maniera completa, per sbloccare le pagine del Diario, che ci raccontano la storia in maniera più approfondita, e soprattutto nuove mosse da poter utilizzare per rendere ancora più spettacolare il nostro combattimento. Il combat system di Foul Play è semplice e ben strutturato, dato che avremo due tipi di attacchi, uno forte e uno debole, un tasto per effettuare lanci, uno per la parata, uno adibito al salto ed uno per le schivate. Il fulcro di Foul Play non è solo il combattimento, ma anche e soprattutto la meta narrazione, dato che molto spesso ci troveremo a vivere dei siparietti (capita? Siparietti in un teatro!) divertenti, costituiti da alcuni operatori di scena intenti a montare la scenografia che stiamo per affrontare o magari personaggi battuti che vedremo tornare mestamente dietro le quinte. Molto interessante in termini di giocabilità è la possibilità di giocare in coop, sia on che offline, in cui il nostro compagno prenderà il controllo dell’assistente di Baron Dashforth, ovvero Scampwick e avere la possibilità di scatenare questo dinamico duo contro le orde di demoni è molto più divertente rispetto al giocare in singolo.
Per concludere, Foul Play è un buon gioco, ma non è perfetto, infatti soffre terribilmente di un grave difetto, ovvero che a lungo andare la freschezza iniziale viene a mancare, facendo risultare il gioco pesante. Inoltre non eccelle neanche nella durata della campagna, dato che per completare il titolo, completando anche tutti gli obiettivi, abbiamo impiegato circa 4 ore. Foul Play inoltre non è un titolo che spinge sulla rigiocabilità, dato che non avremo a disposizione un new game plus, ma soltanto la possibilità di rigiocare gli atti e completare gli obiettivi precedentemente mancati. Tuttavia è un buon passatempo, ma per 15€, potete trovare sicuramente altri titoli più interessanti sul PlayStation Store.