Impianti cibernetici “alla Deus Ex” permettono di tornare a camminare

Forse siamo molto meno distanti dalle tecnologie di Deus Ex di quanto crediamo: degli scienziati francesi stanno attualmente lavorando su alcune piccole e sottili strisce con elettrodi che, impiantate nel midollo spinale, potrebbero permettere alle persone affette da paralisi di tornare a camminare. Dei veri e propri impianti cibernetici che ci avvicinano sempre di più a quei giochi che crediamo così tecnologicamente avanti, ma che poi così lontani non sono.

Il centro di ricerca e sviluppo Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne ha infatti dimostrato come queste stringhe, utilizzando delle cavie da laboratorio paralizzate, permettano ai roditori di tornare a zampettare felici dopo poche settimane di riabilitazione.

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La speranza dei ricercatori è quella di riuscire a spostare entro pochi anni le ricerche cliniche sul target umano vero e proprio. Chiaramente un’apparecchiatura simile potrebbe reagire in modo assai diverso su di un essere umano: il rigetto rappresenta il problema più comune, poiché avviene spesso tanto nei trapianti quanto nell’intromissione di corpi esterni. Nel caso specifico, però, questo particolare tipo di tecnologia sarebbe in grado di continuare a funzionare per circa dieci anni prima di dover essere sostituita. Posizionato nel midollo spinale, l’impianto mimerebbe a tutti gli effetti la dura madre, evitando così di essere rigettato dal corpo.

La tecnologia in questione prende il nome di e-Dura, ed è attualmente l’unica che abbia permesso alle cavie di tornare a camminare e, contemporaneamente, non essere rigettata, a differenza degli studi svolti in passato che dimostravano come un mix di prodotti chimici ed elettrodi potevano essere impiantati nella spina e imitare il ruolo di cervello e nervi. In breve tempo, tuttavia, portava i topini a movimenti incontrollati, confermando il problema dell’intolleranza di un certo tipo di agente esterno.

A spiegarci il tutto è Stéphanie Lacour, esperta di tecnologie neuroprostetiche per la EPFL Bertarelli Chair :

“Il nostro impianto e-Dura può rimanere per lunghi periodi di tempo nel midollo spinale o nella corteccia, precisamente perché dispone delle stesse funzioni della dura madre stessa. Ciò apre nuove possibilità terapeutiche per tutti quei pazienti che soffrono di disordini o traumi neurologici, ma in particolare per quegli individui che sono rimasti affetti da paralisi in seguito a lesioni al midollo spinale”.

Tra i problemi principali che il team di sviluppo si è trovato a dover risolvere il prima possibile è stato quello di riuscire a fare in modo che la stringa non risultasse troppo dura, vista la delicata posizione in cui si troverebbe iniziato a lavorare, cosa che potrebbe generare infiammazioni e lesioni; il problema, fortunatamente, non dovrebbe sussistere nel caso dell’e-Dura.

L’impianto in questione è composto da un particolare silicone con filamenti d’oro che fungono da conduttori elettronici e può essere teso o piegato proprio come farebbe il midollo spinale. Inoltre gli elettrodi sono fatti anch’essi di silicone, con microsfere di platino che permettono al paziente di piegarsi in ogni direzione evitandone la rottura.

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Nonostante questo gioiello della cibernetica medica stia venendo testato primariamente allo scopo di aiutare pazienti affetti da paralisi, i ricercatori sono consapevoli delle vaste potenzialità dell’innesto, e non si sentono di escludere la possibilità che, in futuro, possa venire utilizzato anche per trattare certi tipi di epilessia e come gestore del dolore per il morbo di Parkinson.

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