Uno dei più grandi equivoci legati alla faccenda del Momentum – che viene spesso alimentato dalle improvvide esternazioni dei “negazionisti” – è che quest’ultimo rappresenti solo una scusa cui i perdenti si appiglierebbero per giustificare le figuracce rimediate in questa o quella’edizione di Fifa. Questa tesi potrebbe effettivamente vantare un certo coefficiente di attendibilità  se l’algoritmo incriminato funzionasse solo in un verso, ma svanisce come neve al sole di fronte alle esperienze accumulate dai più navigati fifaioli. Sfoggiando un retrogusto quasi democratico, il Momentum presenta infatti carattere biunivoco: in altre parole, a volte toglie a volte dà .
Così come può capitare di perdere 6 partite in filotto con tanto di statistiche surreali a suggello, ci si può pertanto ritrovare a bastonare sonoramente il malcapitato di turno senza aver fatto nulla per meritarlo. Il che rende chiaramente difficile stabilire dove finiscano i propri meriti e dove comincino quelli della CPU. Se perdere 3-0 una sfida di Stagioni Online dominando l’avversario in lungo e largo è francamente frustrante, portarsi a casa una vittoria altrettanto larga per via delle medesime dinamiche può in tal senso dimostrarsi altrettanto deprimente: che soddisfazione dovremmo mai trarre da 3 punti conquistati per opera e virtù di un algoritmo compiacente?
Di fronte alla sua evidente ambivalenza, alcuni potrebbero concludere che il Momentum riesca paradossalmente a riequilibrare tutto ciò che altera fino a stabilire che, in fin dei conti, il tutto venga bilanciato dalla legge della compensazione. Questo distorto concetto di equità  non fa però altro che restituirci l’immagine di un “campionato endemicamente falsato” per dirla con termini da quotidiano sportivo, il cui equilibrio si basa esclusivamente sullo scambio di torti.
Considerazioni strutturali a parte, è in ogni caso utile ribadire che chiunque parli di Momentum non lo fa solo in relazione alle proprie sconfitte, ma anche e soprattutto in base ai propri trionfi. Perché se è vero che il Momentum è l’alibi della disfatta, è altrettanto innegabile che esso sia anche l’angelo custode di fin troppe vittorie.