Pokkén Tournament non doveva essere un picchiaduro

Se pensate che il cammino intrapreso dagli sviluppatori di Bandai Namco Entertainment e di The Pokémon Company per lo sviluppo di Pokkén Tournament sia stato facile, siamo sicuri che vi sbagliate di grosso. Le polemiche e le controversie presentate dalle due case produttrici durante la realizzazione del titolo sono state molteplici, a partire dallo stile del gameplay fino all’essenza stessa del gioco. Se vi dicessimo, ad esempio, che l’opera agli albori non era stata minimamente indicizzata al genere picchiaduro e che in realtà il progetto originale prevedeva uno stile molto simile a Taiko: Drum Master Game? Se non avete idea di cosa sia, molto probabilmente non conoscete a fondo la cultura nipponica; il Taiko è il classico tamburo cerimoniale giapponese ed alcuni sviluppatori di Bandai Namco avevano pensato che legare lo strumento musicale ad un’ondata travolgente quale i Pokémon, avrebbe trascinato l’etichetta e la fama dei Drum Master Games orientali anche in occidente.

Immaginate quanto sarebbero state disastrose le vendite di un titolo del genere negli scaffali dei negozi europei ed americani. Fortunatamente a fermare il misfatto è intervenuto il CEO di The Pokémon Company: Tsunekazu Ishihara, egli ha effettivamente riportato Pokkèn Tournament sulla retta via, imponendosi con una dura limitazione secondo la quale avrebbe stipulato l’accordo con la controparte unicamente se il gioco fosse stato creato seguendo le regole dei picchiaduro. Le polemiche affrontate verso Katsuhiro Harada, responsabile Namco nonchè forte sostenitore della causa giochi utilizzanti tamburi, alla fine sembrano aver avuto la meglio, la tranquillità è stata raggiunta quando entrambi i team hanno accettato, volentieri o meno, l’idea che Pokkén Tournament sarebbe stato un beat ‘em up. Ricordiamo che il titolo è stato rilasciato il 16 luglio dello scorso anno nella madrepatria e che arriverà sul mercato mondiale a partire dal 18 marzo di quest’anno. Noi non vediamo l’ora di poter testare i frutti di un così difficile brainstorming, voi?