Ci risiamo… ancora una volta, Apple rifiuta di pubblicare un titolo su App Store perché troppo cruento e brutale. Stavolta è toccato a The Binding of Isaac, l’apprezzatissimo roguelike di Edmund McMillen e Florian Himsl già pubblicato su PC, Mac, PlayStation 4, PlayStation Vita e più recentemente anche sulle console Nintendo. Arrivato alla fase di approvazione pre-release, il titolo è stato rimandato indietro: secondo l’azienda di Cupertino esso conterrebbe infatti “violenza contro i bambini”, e ciò va contro le politiche di pubblicazione dei giochi sul proprio store digitale. Apple non ha commentato più approfonditamente la vicenda, limitandosi ad un laconico avviso inviato agli sviluppatori che lascia trasparire una presa di posizione molto chiara:
La tua app contiene contenuti o caratteristiche che rappresentano violenza o abusi nei confronti di bambini, che non sono ammessi sull’App Store.
Tale comunicato ha suscitato la sorpresa reazione di Tyrone Rodriguez, sviluppatore nonché produttore del gioco, che ha commentato polemicamente la notizia su Twitter con un messaggio laconico ma assolutamente esplicativo.
C'mon, wtf… Apple pic.twitter.com/aEygkjqH2b
— Tyrone Rodriguez (@tyronerodriguez) February 7, 2016
L’azienda californiana non è nuova a certe decisioni controverse: in passato aveva bloccato il rilascio di diversi titoli e rifiutato di pubblicare qualsiasi videogioco si presentasse tramite “screenshot violenti” come anteprima nell’App Store. Francamente, una presa di posizione così estrema nei confronti del titolo di McMillen ci sembra esagerata; perfino Nintendo, da sempre attentissima a come la violenza viene contestualizzata nei videogiochi, è riuscita ad approvarne la pubblicazione. Se proprio bisogna accusare il titolo di qualcosa, perché allora non bollarlo di “apologia del satanismo”, dal momento che che nei vari livelli è comunissimo trovare diversi riferimenti alla sfera religiosa? Tra i principali fruitori dell’App Store ci sono, è vero, anche bambini, che accedendo alla pagina del gioco potrebbero trovarne disturbanti i contenuti; è anche vero, però, che The Binding of Isaac non si rivolge di certo ad un pubblico giovanissimo, e che Apple stessa dovrebbe tutelare i suoi “clienti” più giovani inserendo o migliorando le proprie misure di protezione.
La vicenda in questione può dirsi conclusa, o gli sviluppatori di The Binding of Isaac non si daranno per vinti e battaglieranno per portare il loro gioco anche sui dispositivi Apple? Continuate a seguirci, come sempre, per aggiornamenti!
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