Scalebound: spiegate le motivazioni dell’inatteso rinvio

Scalebound, una delle principali esclusive possedute da Microsoft, quando venne annunciato all’E3 del 2014, fu accolto dal pubblico con un hype fuori dal comune, lasciando presagire, alla casa di Radmond, di aver, almeno, qualche speranza di recuperare terreno nei confronti del’acerrima nemica firmata Sony. Alla base delle spaventose aspettative dei fan, vi è sicuramente la grande fiducia nei confronti della software house sviluppatrice del titolo: Platinum Games, autrice, fra i numerosi giochi creati, dei celeberrimi Bayonetta 1 e 2, Metal Gear Rising, e, attualmente in sviluppo in esclusiva PlayStation 4, il nuovo Nier. Purtroppo, dopo i già numerosi rinvii, ad abbattere in maniera ancor più significativa la fan base, fu la notizia, rilasciata nei primi giorni di gennaio, annunciante la posticipazione al 2017 del titolo. Da quell’infausto giorno nessuna notizia, concernente il titolo, apparve più, e le preoccupazioni sullo stato del gioco crebbero costantemente. Finalmente, nella giornata odierna, Aaron Greenberg, capo della sezione marketing di Microsoft, è intervenuto spiegando le motivazioni che hanno spinto, l’azienda americana, a rinviare il gioco.


Aaron ha continuato dicendo che, lui e il suo team, hanno studiato profondamente la line up di Xbox One per il 2016 e, parlando con Platinum Games, sono giunti alla conclusione che il rinvio fosse la scelta più saggia da intraprendere. Infatti, Greenberg, ha affermato che lo studio nipponico, constatando il potenziale della console, ha in mente un progetto incredibilmente ambizioso, e, noi di Microsoft, ha aggiunto, vogliamo che la casa di sviluppo giapponese abbia tutto il tempo necessario per far si che Scalebound sia un titolo eccezionale. Inoltre, il capo della sezione marketing, ha spiegato che il rinvio ha sortito solo effetti positivi: da un lato Platinum Games può lavorare in completa tranquillità senza eccessive pressioni, riuscendo, in questo modo, a concentrarsi su tutti gli spetti della produzione. Dall’altro, Aaron Greenberg e il suo team, hanno la possibilità di studiare oculatamente il lancio, scegliendo, così, il periodo migliore per far in modo che il titolo possa ricevere la maggiore visibilità possibile.
Voi cosa ne pensate delle parole di Greenberg? Credete che sia saggio permettere alla software house di aver maggiore tempo a disposizione per concludere il titolo, riuscendo, in questo modo, a completarlo nella sua interezza? Oppure credete invece che dopo 3 anni di sviluppo il rinvio sia inammissibile?

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