Preparatevi gente, il nuovo capitolo delle avventure della gilda di maghi più audace, imprevedibile e strampalata è tornata con una nuova avventura! La prima stagione di Fairy Tail 100 Years Quest è disponibile in esclusiva sulla piattaforma Amazon Prime Video, in versione doppiata a cura della Dynit, la quale ne detiene i diritti di distribuzione per l’Italia. Continuazione naturale di Fairy Tail, trae ispirazione, come è stato per il precedente anime, dall’omonimo manga di Hiro Mashima, ancora in corso di pubblicazione. A differenza dell’opera originale, in cui l’autore si occupava sia della sceneggiatura che dei disegni, in questo sequel si dedica solamente alla scrittura, mentre Atsuo Ueda ne cura le illustrazioni. La nuova serie TV è composta da due cour, per un totale di 25 episodi, che adattano la storia sino al decimo volume, capitolo 90. In Giappone sono stati trasmessi ininterrottamente a partire da luglio 2024, mentre In Italia, Amazon Prime Video ha rilasciato, con il doppio titolo Fairy Tail 100 Year Quest – La Missione dei 100 anni, in due parti. Le prime tredici puntate, infatti, sono state inserite il 7 gennaio 2025, seguite dalle restanti, aggiunte al catalogo lo scorso 10 marzo. Diversamente da Fairy Tail, che ha visto diversi studi di animazione avvicendarsi nella sua realizzazione, il nuovo anime è prodotto unicamente da J.C. Staff, con la regia di Toshinori Watanabe. La saga dei maghi di Magnolia, tuttavia, non si esaurisce tra pagine stampate e schermi televisivi, ma si estende anche al mondo dei videogiochi. A tal proposito, proprio di recente è uscito il titolo Fairy Tail 2, di cui trovate la nostra recensione qui.
Un anno dopo la sconfitta di Zeref ed Acnologia, Natsu ed il suo team della gilda di maghi Fairy Tail si recano nel continente di Giltina. L’obiettivo è intraprendere la missione dei 100 anni, un leggendario un incarico così arduo e rischioso da non essere mai stato completato in oltre un secolo di storia. Tra incredibili avventure, nuovi amici e temibili nemici, segreti svelati e verità nascoste, riusciranno i nostri eroi a portare a termine il temibile mandato?
Fairy Tail 100 Years Quest: un ponte tra passato e presente
L’inconfondibile atmosfera che ha reso celebre l’opera di Mashima permane immutata in Fairy Tail: 100 Years Quest, nel quale il fortunato binomio magia ed avventura ci regala un nuovo interessante capitolo. Tendenzialmente fedele al manga da cui è tratto, si distingue per essere un sequel coerente, perché differentemente da altri, spesso forzati, riesce ad inserirsi armoniosamente nel contesto del racconto, arricchendo ulteriormente l’universo di questo anime. Una continuazione veramente “naturale”, la quale offre l’opportunità di approfondire lo sviluppo delle dinamiche relazionali tra i protagonisti, rimaste in parte inesplorate nel corso della serie originale, nonché alcuni aspetti del mondo narrativo, introducendo dettagli e spiegazioni che donano maggiore spessore alla storia. Un’evoluzione che, almeno in questa stagione, è solo parziale, in quanto conserva una configurazione piuttosto statica, radicata sui soliti schemi consolidati, rivelandosi in alcuni frangenti prevedibile. Ne consegue anche una ricorrente dipendenza da cliché narrativi, che limitano l’autenticità di questo seguito, lasciandolo, per ora, intrappolato nei confini dell’opera originale senza riuscire ad emergere con una propria identità distintiva. Gli stessi personaggi, seppur nel complesso ben caratterizzati, risentono di questa stasi che ne condiziona moderatamente la maturazione o, per quanto concerne i secondari, la loro personalità.
Proprio in virtù del suo profondo legame con la serie originaria, Fairy Tail: 100 Years Quest non si presta particolarmente ai neofiti, i quali, senza una conoscenza pregressa degli eventi e delle dinamiche centrali, potrebbero trovare difficile seguire appieno la trama ed il suo sviluppo. Malgrado le imperfezioni ed i limiti già evidenziati questo sequel è un prodotto piacevole, dalla narrazione scorrevole ed avvincente, capace di coinvolgere il pubblico. L’anime rimane saldamente ancorato ai cardini del genere shōnen, mescolando con efficacia avventura, umorismo e dramma. La componente comica, in particolare, rappresenta un elemento chiave che consente di accettare, con la giusta leggerezza, il fanservice tipico di Fairy Tail, il quale sebbene paritario nella rappresentazione di genere e non affine a certi stereotipi sessisti, si spinge talvolta verso enfatizzazione un po’ eccessiva, soprattutto sul fronte femminile. Aspetto che, anche in questo seguito, si configura come una delle sue caratteristiche distintive, risultando nel complesso ben calibrato e ridimensionato dallo spirito brioso dell’anime. Un altro elemento ricorrente, anch’esso eredità dell’opera originale, è l’inserimento di citazioni omaggio di altre famose serie tv nipponiche. Lapalissiano il riferimento a Sailor Moon nella vestizione di Lucy in uno dei suoi Star Dress, i cui movimenti ricalcano la trasformazione della celebre combattente che veste alla marinara. Similmente anche l’abbraccio di Lucy per fermare l’incandescenza di Natsu, è un palese richiamo a Naruto, nello specifico all’intervento di Sakura per placare Sasuke sopraffatto dal potere del sigillo maledetto durante l’esame Chūnin. Questi rimandi non si limitano ad essere un gioco per i fan più attenti, ponte tra epoche e generazioni di appassionati, ma consolidano Fairy Tail come parte integrante dell’universo dell’animazione giapponese.
Abituati oramai ai fantasmagorici prodigi delle recenti produzioni nipponiche, Fairy Tail: 100 Years Quest ci appare un po’ sottotono in confronto agli attuali standard. La qualità audiovisiva nel complesso è buona, ma non eccelsa, causa anche di una certa incostanza nel livello dei singoli episodi. Realizzato in tecnica ibrida classica e digitale, riprende in modo preciso lo stilema grafico della serie originale, lasciando così inalterata la continuità visiva. Per merito delle nuove tecnologie è stato migliorato il tenore delle animazioni, soprattutto per quanto concerne i combattimenti, che risultano fluidi e dinamicamente ben strutturati. Assolutamente promosso il doppiaggio italiano, con interpretazioni che riescono a catturare efficacemente l’energia e il carisma dei personaggi. Ulteriore nota positiva, la Dynit ha riarruolato il cast vocale di Fairy Tail, altro elemento che mantiene gradevolmente coerenza e coesione con l’opera originaria. Pur non brillando per perfezione tecnica, Fairy Tail: 100 Years Quest resta un prodotto godibile e coinvolgente, capace di mantenere vivo lo spirito dell’opera originaria e di regalare momenti di puro intrattenimento ai fan storici.
Un sequel coerente e piacevole, Fairy Tail: 100 Years Quest non cerca di reinventare la formula che ha reso famosa la saga di Mashima, bensì la celebra, rinnovandola quel tanto che basta per coinvolgere il pubblico di vecchia data e, sebbene poco adatta ai neofiti, magari avvicinare qualche nuovo spettatore. Profondamente ancorata alla serie originale, mantiene inalterata la struttura e l’atmosfera di Fairy Tail, aspetto che in parte ne limita il suo sviluppo. Nonostante qualche difetto, anche sotto il profilo tecnico, questa prima stagione riesce ad offrire momenti di puro intrattenimento, confermando che la magia di questa saga non ha ancora esaurito il suo potenziale.
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