Ru Weerasuriya risponde alle accuse sulla lunghezza di The Order: 1886

Quando si parla di The Order: 1886, la maggior parte dei giocatori dice: “Sì, bello, ok, ma dura sei ore”. Come se ci fosse una regola implicita per cui un gioco debba durare una determinata quantità di tempo. Personalmente ho amato il gioco, e in tutta sincerità, non mi è mai piaciuto questo modo di pensare. E al festival del videogioco di Zurigo, Ludicious, ho avuto la fortuna di parlarne direttamente con il creatore del gioco, Ru Weerasuriya, fondatore di Ready at Dawn Studios.


“Penso che la lunghezza sia importante se è rilevante per il modo in cui il gioco viene raccontato. Se la lunghezza è necessaria, è assolutamente importante. Altrimenti, non rende un gioco per forza peggiore,” ha spiegato Weerasuriya. ” So che ci sono persone che hanno creato dei video in cui The Order: 1886 viene finito in sei ore, ma la verità è che è hanno editato il filmato per dare questa sensazione, oltre al fatto che veniva giocato in modalità Facile”.

Ma cosa pensa Ru del trattamento che i giornalisti hanno riservato a The Order: 1886? “È una domanda difficile a cui rispondere, perché alla fine è il vostro lavoro decidere quello che volete vedere. Avremmo voluto che i giornalisti capissero tutto il lavoro che c’è stato dietro, il perché delle nostre scelte (perché molte cose hanno un loro senso), ma alla fine quel che è successo è successo. Si cerca di imparare e di andare avanti, e di usare questi insegnamenti per il prossimo gioco che vogliamo fare.”

Secondo Weerasuriya, ci sarebbe bisogno di una forbice più ampia per quanto riguarda i prezzi dei videogiochi. Questo permetterebbe di avere più opzioni a disposizione per immettere un gioco sul mercato. “Non tutti i giochi devono costare 60 o 70 dollari. Alcuni giochi possono essere più costosi, per via dello sforzo di produzione e dei contenuti, alcuni giochi possono essere più economici. Ma abbiamo queste barriere “magiche”, che dettano il modo in cui vengono venduti i giochi. Se ce ne fossero di più, e fossero più ampie, potremmo decidere dove posizionare il gioco e i clienti sarebbero disposti a pagare per un certo tipo di esperienza. Sfortunatamente, non abbiamo questi strumenti tra le mani al momento. ”

E voi, cosa ne pensate? Siete d’accordo con il pensiero di Weerasuriya o vi siete sentiti un po’ ingannati da The Order: 1886? Fatecelo sapere nei commenti.

 

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