Dinocide: la recensione di VMAG

Potremmo iniziare questa recensione citando banalmente Al Bano e Romina Power, e quel tormentone che si portano dietro dall’87, con nodi in golia annessi; questo perché il gioco che prenderemo in considerazione fa della nostalgia estrema il suo punto di forza. Una nostalgia che prende forte soprattutto chi, come il sottoscritto, si affacciava al mondo dei videogiochi quando i punti di riferimento di Dinocide, e quindi di AtomicTorch Studio, erano assolutamente attuali.

Perché salta subito agli occhi lo stile old-school che trasuda da questa produzione dello studio indipendente con sede in Taiwan, tanto da chiedersi se, il titolo in questione, non sia stato in realtà  sviluppato su NES e abbia fatto compagnia (tanto) tempo fa ai vari Adventure Island o a Joe&Mac. Ma il credo di AtomicTorch Studio è proprio questo; attingere da solide basi del passato, attualizzandole però con meccaniche moderne. Con ogni probabilità quindi Dinocide non colpirà gli esteti ad ogni costo, ma questo platform 2D ha altro da raccontare…

Partiamo dalla trama, semplice, descritta da un brevissimo filmato iniziale, con l’aggiunta di qualche riga di testo solo nella scena finale; storia di contorno che si rifà ad uno schema nato ai tempi di Donkey Kong, e che ha visto spesso protagonisti cavernicoli sfortunati, da Toki a Chuck Rock:  il cattivo di turno ha il solito morboso desiderio di rapire la donna amata dall’eroe. Nel caso di Dinocide, il nemico in questione è più grande di una montagna e ha delle grinfie enormi, ma il nostro uomo della pietra, piccolo piccolo e barbuto, non si farà di certo scoraggiare da un dio dinosauro dal riprendersi la sua dolce metà.

Iniziato il gioco, notiamo un’opzione sicuramente più attuale rispetto alla trama: prima di cominciare ogni livello dovremmo scegliere che arma portarci dietro (fra quattro disponibili… tra cui le frecce clamorosamente OP) e quale dinosauro cavalcare (perchè si, ci saranno dinosauri da cavalcare!), ma inizialmente potremo fare affidamento unicamente al fedele sasso e dovremo arrangiarci andando a piedi. Dopo aver visto le animazioni molto semplici, aver familiarizzato con il cooldown dell’arma principale e aver fatto conoscenza con i primi nemici (alcuni piuttosto strani e “simpaticamente” fuori luogo per un gioco ambientato nella preistoria), ci accorgeremo subito che il tempo non è dalla nostra parte, e mai come ora capiremo l’importanza che frutta e verdura hanno in una sana alimentazione.

Dinocide_01
No, il nostro protagonista non sta sognando un tenero cosciotto di manzo… è appena morto di stenti all’interno di una sinistra caverna.

Perché il titolo, riprendendo una caratteristica da sala giochi, ha un timer (in questo caso sotto forma di barra rossa), che, oltre a scendere rapidamente, è strettamente collegato alla vita del nostro protagonista; se quindi verremmo colpiti dagli odiosi (chi ha detto pipistrelli?) mostriciattoli, i secondi a disposizione per concludere lo stage diminuiranno e con la barra esaurita,  ovviamente, si ricomincia il livello daccapo. Questo porterà il giocatore a non studiare i quadri con la lente d’ingrandimento alla scoperta di luoghi segreti, ma crea un continuo stato d’ansia che vi farà correre, talvolta fregandovene dei nemici, alla ricerca di una fragola o di un carota per far salire la temutissima barra. Se da un lato ciò aumenta il brivido della sfida, dall’altro finisce quasi per far dimenticare di stare in un mondo colorato e  pieno di mostri, facendo perdere di conseguenza un pò di magia al titolo.

Avevamo fatto un accenno sui dinosauri, simpatica feature e punto a favore per Dinocide. Di tanto in tanto troviamo, sparse nei livelli, delle uova incustodite, da cui usciranno poi questi teneri cuccioloni, ognuno con le proprie caratteristiche: sono  5 e  permettono di godere di una resistenza particolare e di poter utilizzare un attacco speciale da affiancare all’arma base; Questi compagni d’avventura saranno fondamentali soprattutto nei punti più difficili (e ci saranno…), perchè, oltre alle loro abilità, riempiranno una seconda barra di tempo/vita che faciliterà decisamente le cose. La tragedia però si consuma in caso di morte, dove andremo a perdere sia l’arma, che il dinosauro!

Dinocide_02
Eccoci in groppa ad un anchilosauro, che grazie alla sua poderosa coda crea degli spostamenti d’aria devastanti per i nemici.

Per fortuna che tra una morte e l’altra ci sono comunque delle palline colorate a darci una mano; valuta preziosa del gioco, è possibile scambiarla all’interno di rare porte misteriose in cambio di armi, uova o cibo. Una volta usciti, non ci si potrà più  tornare, così come, una volta finito un livello, non potrete più rigiocare il quadro appena concluso; eh si, ragazzi, purtroppo, non sarà possibile ripetere uno stage; magari non ne avrete neanche voglia, ma vedere una mappa del mondo e non poter interagire realmente con essa, risulta un grosso handicap per un platform; dovrete dunque tirare dritto, senza mai girarvi indietro, per le  3-4 ore di tempo  che vi serviranno per finire la modalità storia.

Ad allungare la longevità (obiettivamente breve) del titolo, c’è però la modalità Speedrun, che sottolinea, se ce ne fosse ancora bisogno, la natura “velocistica” del titolo, dove dobbiamo riuscire a finire nel minor tempo possibile sette livelli uno di seguito all’altro. La voglia di provare e riprovare questa sfida c’è, l’unico problema è che, ad ogni morte bisogna ricominciare da capo l’intera serie, rendendo difficile migliorare i tempi degli ultimi livelli… ah, e comunque sarebbe tutto più o meno inutile dato che i nostri record, per qualche strana ragione, non vengono comunque salvati.

Dinocide_15
A cosa serve fare collezione di A e S, quando si muore banalmente in un burrone sanza riuscire a completare la modalità Speedrun…

Ultimo appunto sul comparto audio, con musiche ed effetti in chiptune tipici degli anni 80-90, molto gradevole, che trova il suo momento migliore nel tema dei livelli marini,musica che migliora l’esperienza all’interno dei quadri dal design un pò meno ispirato tant’è che, durante la nostra prova, ogni volta che c’era un livello nei fondali acquatici, abbiamo avuto un sussulto emotivo maggiore per via del temino musicale, alla faccia delle maledette aragoste e delle loro antenne mortali!

In conclusione, Dinocide è un gioco per veri nostalgici, dove il team di sviluppo con a capo Valentin Gukov riesce a colpire il cuore degli amanti del retrò, ma che difficilmente farà impazzire chi cerca una grafica al passo con i tempi. A fronte di alcune buone scelte, come la selezione di armi e dinosauri, di altre un po’ più azzardate, ma originali (il legame tra tempo e vita) e di altre purtroppo negative (il non poter rigiocare i quadri conclusi),  il titolo permette di scorrere poche ma piacevoli ore in un mondo di pixel e chipmusic al prezzo di 9,99 euro su Windows, Linux e Mac.