Per quanto possa sembrare lapalissiano, trovare il mood giusto per una IP è uno dei punti principali da stabilire durante la fase pre-produttiva. In particolare è il mondo in cui le meccaniche vengono immerse a dare un reale significato a ciò che facciamo e quindi la sua configurazione (inclusa la lore e tutto quello che ne consegue) diventa un elemento imprescindibile della progettazione di un videogioco. In questo caso, Compulsion Games con South of Midnight ha voluto abbracciare un orizzonte artistico davvero poco esplorato: il gotico sudista statunitense. Freak, magia voodoo ed elementi grotteschi si mescolano con i ritmi lenti di una chiatta nel bayou. Pochissimi altri giochi hanno messo in scena questo particolare setting, tra cui l’onirico Kentucky Route Zero, ma South of Midnight è quanto più lontano da quel concept.
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Racconto di un viaggio straordinario
Non c’è modo migliore di attraversare il bayou se non sopra ad un enorme pesce gatto, il simbolo di uno degli stati più rappresentativi del southern statunitense, la Louisiana. E proprio a bordo di questo particolare mezzo di navigazione fluviale, ci porta di fronte ad un altro emblema di quel territorio: un alligatore.Una sequenza che colpisce e che Compulsion ha confezionato usando una particolare versione dello stop motion che sembra simulare le animazioni di un vecchio fenachistoscopio, il macchinario precursore del cinema. Questa scelta ha un che di poetico, vecchie leggende raccontate alla vecchia maniera su schermo. Elemento che però non caratterizza il gameplay per ovvie ragioni di fruibilità che vede la protagonista Hazel, una giovane dotata di poteri magici,volteggiare tra le rovine della palude.
La prima curiosità su questa eroina è proprio il suo nome: Hazel è il nome di uno degli uragani più devastanti che la storia statunitense ricordi e la città teatro delle vicende di South of Midnight, Prospero, è stata proprio distrutta da un simile evento. Catapultata in una realtà intrecciata con i miti del sud , la giovane scopre di essere una Tessitrice in grado di ricucire i legami ed entrare in contatto con gli spiriti. In realtà, South of Midnight è un viaggio di autocoscienza di Hazel che ritroverà se stessa e dipanerà tutti i misteri di famiglia, affrontando tutti i mostri leggendari che fanno parte del suo retaggio culturale.
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Memorie di un creative director
Sicuramente sarà strano che un team di sviluppo canadese come Compulsion Games abbia voluto dedicare tempo e risorse a una IP che ha radici culturali così lontane da loro. Cinicamente si potrà pensare a una strategia tesa a presentare un setting poco esplorato e la necessità di diversificare l’offerta ludica degli Xbox Games Studios. Sebbene questa prosaica realtà sia effettivamente un criterio adottato dal team, c’è da dire che il creative director, David Sears, è nato e cresciuto proprio nel sud degli Stati Uniti e come da lui stesso dichiarato, South of Midnight è una sua personale lettera d’amore alle proprie origini. Il lavoro del team nel catturare lo spirito di quei luoghi e il misticismo che li permea è frutto anche dei racconti personali del collega.
Ciononostante, dal punto di vista del gameplay, South of Midnight appare applicare alla lettera molti dei dettami canonici del genere action adventure. Anche in occasione della bossfight contro Two-Toed Tom,un alligatore mitologico, le meccaniche offensive e difensive sembrano essere piuttosto basilari, senza osare con guizzi particolari. E’ pur vero che questo è uno scontro che si svolge nelle primissime ore di gioco, quindi alcuni limiti sembrano giustificabili per via della progressione, ma questo genere di conferme potremo averle solo una volta messe le mani sull’esperienza completa. C’è da dire che l’impressione generale che abbiamo avuto è che l’impegno principale è stato riversato nel tentativo di riportare la magia di quell’universo folkloristico fin nei minimi dettagli.
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Che suono ha il sud?
Uno di questi è indubbiamente la colonna sonora, che, tra tutti gli elementi artistici, rimane quello più significativo: jazz, blues e musica folkloristica si mischiano in un unicum davvero distintivo. Dal south rock ai cori voodoo, nulla è stato lasciato al caso dal team di sviluppo, che ha rielaborato testi e spartiti noti per trasformarli in composizioni originali. L’asincronia tra azione e comparto sonoro è tale che, in alcuni casi, le note sembrano letteralmente descrivere l’azione di Hazel in tempo reale. Meravigliosa è anche la caratterizzazione dei comprimari che attingono dal variopinto panorama del profondo sud americano: dal vecchietto rachitico in salopette di jeans pronto a distillare Moonshine, alle belle donne afroamericane dalle curve generose, “bootylicious”, con unghie laccate in modo impeccabile e acconciature perfette in aperto contrasto con i segni sul viso di chi ha vissuto una vita molto dura.
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Cosa ci aspetta?
In conclusione, non possiamo nascondere che abbiamo molta curiosità verso questo titolo, che apre una finestra su una cultura e un folklore relativamente poco conosciuto in Europa e che, soprattutto, promette di regalarci un mondo affascinante. La cura maniacale riversata nel setting è assolutamente fuori discussione sebbene il titolo, allo stato attuale, sembra essere un’esperienza che dal punto di vista ludico non è all’altezza del comparto artistico. Non vediamo l’ora di scoprirlo.
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