Che mondi e che meraviglie esistono nel mondo. Alcuni di essi, come ben sappiamo, rappresentano ben più di un classico luogo in cui vivere e perdersi beatamente. Sono molto di più: Aloft fa capire perché, quando il mondo è candido e vigoroso, ci sono situazioni indimenticabili, da stringere saldamente tra le mani e da condividere con altri individui, che possono al contempo rappresentare una speranza. È ciò che accade in questi regni beati tra i cieli, in cui tutto quanto appare distante e immutato, come se nulla potesse scalfire la malvagità in tutto il suo insieme, in ogni sua sfumatura. Aloft non è ancora un videogioco ultimato, anzi: è una produzione che, tra qualche mese, arriverà alla sua forma migliore, quella che, certamente, riuscirà a far capire al prossimo quale lingua e di quale profondità si sta parlando mostrando ben più di un viaggio indimenticabile.
Di survival e affini, lo ammetto, ne ho giocati parecchi: tutti loro cominciavano nello stesso e ben pochi riuscivano a mostrare tutto il loro potenziale. Accade, dunque, che Aloft, quando è giunto tra le nostre manine, non ha fatto che sorprenderci, nelle quindici ore che abbiamo impiegato al suo interno, entrando in contatto con un videogioco che, oltre a prendere a piene mani dalla mitologia norrena e dal simbolismo, crea un’atmosfera beata, profonda e intensa. È questo ciò che ricordiamo nei primi momenti in cui sono entrato in contatto con il titolo, arrivando a plasmare il mio viaggio mentre, tra le altre situazioni, i miei occhi erano catturati dalla cura ambientale, un po’ cartoon e minimalista, piena zeppa di elementi alla cultura nordeuropea.
Affondando dunque nella meraviglia, l’incanto è durato per circa tutte le ore necessarie per rendere indimenticabile il momento, che è quello su cui si focalizza questo survival game che, a differenza degli altri, promette una certa familiarità con quanto propone e manifesta. Difficile riuscire a entrare in contatto con una produzione simile se non si accetta, infatti, di dover imparare a dovere ogni situazione e di avanzare con la dovuta calma e tranquillità. È quanto abbiamo fatto noi, perché, a differenza di prodotti come The Forest e altri progetti analoghi, Aloft è un videogioco che non mette pressione al giocatore ma asseconda i suoi desideri e le sue ansie, compiendo qualcosa di davvero inedito: riuscire a non contaminare la propria volontà con una difficoltà esagerata. Lo abbiamo notato sin dal primo momento, quando ci è stato chiesto, proprio come in The Gunk, di mettere mano alla spada e distruggere la corruzione che imperversa ovunque. L’ho fatto senza battere ciglio, con la volontà che ci ha sempre contraddistinto.
Un bel regno tra i cieli, e non solo…
Lo è davvero in ogni sua forma. Ora, non pensiate di avere immediatamente chiaro cosa sta avvenendo e perché: potrebbero esserci tante, troppe cose che non capite e molte di esse, inoltre, si riassumerebbero rapidamente in modo forsennato e improvviso, con tante cose incontrollabili che non riuscirebbero a scalfirvi. La storia di questi regni dei cieli è accennata e, soprattutto, si deve arrivare a ricostruirla attraverso l’esplorazione. In parole povere, comunque, per quanto abbiamo capito e raccolto nel corso dei viaggi, i regni dei cieli, un tempo, erano splendidi e amati da tutti, luoghi talmente eterei che erano il pinnacolo della magia e della beltà, ora smantellata a causa di uomini abbietti che, sfortunatamente, hanno massacrato completamente tutto ciò che vi era di bello del mondo, pure quello che nessuno avrebbe mai immaginato prima.
Una strana corruzione, infatti, ha colpito il mondo e lo ha devastato, arrivando a ultimare tutto ciò che vi era di bello, di immacolato, di profondo. Così, alla fine, è giunto il disastro, con la natura smantellata e tutto quello che era bello si era esaurito totalmente. Scelto il personaggio, tra acconciature, barbe e quant’altro, si parte per l’avventura, affondando nel viaggio in modo allegro e beato, mentre si cerca il modo di arrivare là dove nessuno è mai stato prima. E, dovete crederci, il viaggio non è mai stato così bello.
Prendendo il meglio di altri survival, ma mutandoli e facendoli crescere in modo adeguato, Aloft rappresenta ben più di un classico gioco appartenente a uno dei generi più apprezzati su Steam. È qualcosa di più, e lo si nota dalle scoperte fatte, dai momenti, dalle situazioni e dalle meraviglie che si mischiano, mutano e intercedono, divenendo speciali. Così, mentre il viaggio si faceva più bello, ringraziavamo fi avere tra le mani un martello e qualche altro strumento. Perché, e questa scelta l’ho trovata grandiosa, in Aloft non si si ferma per sempre. Si viaggia, si cambia casa e si cerca di capire quale luogo possa essere il migliore. Un survival in movimento in cui un pellegrino, un viandante di un mondo etereo, si ritrova a contatto con le meraviglie del creato. Che bellezza. Che profondità. Che belli i videogiochi.
Le mille e una cosa di Aloft
Come accennavo, Aloft è un survival-game. È in prima persona, per far coinvolgere il giocatore ancora di più nelle sue dinamiche di gioco, che si dividono nell’esplorazione, già abbondantemente approfondita, e nella costruzione di nuove strutture utili per avanzare nel viaggio. Non sarà semplice partire con pochi strumenti, all’inizio, tanto che il bello arriverà dopo: il gioco consiglia, quindi, di fare incetta di sassi e legnetti, materiali da cui partire per creare un banco di lavoro, che sblocca in modo serioso tutte le funzionalità all’interno del titolo. È bene costruire un piccolo avamposto prima di avanzare nel viaggio, perché, tra le altre cose che ci sono, serve assolutamente capire come affrontare le situazioni.
La gestione delle meccaniche survival non è completa, anzi: è intuitiva. Si riesce a mettere mano a tutto senza problemi di alcun tipo, ad avanzare placidamente al suo interno e compiere, peraltro, gesti che qualcuno potrebbe trovare complessi. È il bello di Aloft, dopotutto, in ogni sua formula: prendersi il tempo giusto per imparare qualcosa. A venire in soccorso, inoltre, è una struttura di gioco che non fa per nulla impazzire. Se non si mangia e non si beve, dunque, non pensate di morire. Si perdono le forze: il più lo fa il dormire, ed è per questo che è bene costruire immediatamente un giaciglio in cui riposare prima di immergersi nel viaggio in ogni sua forma e contemplazione. Certo, occorre avere pazienza all’inizio, specie quando si costruiscono i primi oggetti, tra cui una sorta di deltaplano portatile che consente di arrivare da un’isola e l’altra dei vari regni dei cieli. Quando si arriverà a quel punto, si sbloccheranno altre funzionalità e si arriverà a nuove situazioni tutte belle mature e interessanti.
Il viaggio, dunque, assume un ruolo fondamentale all’interno del progetto. È alla di ogni situazione, poiché rappresenta il fine ultimo che spinge il giocatore ad avanzare al suo interno. Non pensate, dunque, di avere davanti una produzione che sta offrendo il suo meglio: è ancora in un’ampia fase di sviluppo ed entra oggi in Accesso Anticipato; dunque, si è visto ancora molto poco di quello che potrebbe effettivamente offrire, tra situazioni e soluzioni splendide al suo interno che meritano ben più di un classicissimo viaggio da vivere senza troppe preoccupazioni e ansie. A risplendere beatamente, in tal senso, è la direzione artistica ispiratissima e delicata, eterea, per l’appunto, densa e caratteristica di elementi vincenti che riescono a coinvolgere e a intrattenere. Tutto è disegnato e delineato in modo splendido, con tante cose da vedere, architetture meravigliose piene zeppe di quadri in movimento che creano, in seguito, delle bellezze tutte da contemplare e vivere in modo forsennato. È cosa ci auguriamo di vedere anche in futuro, quando il videogioco sarà finalmente completo.
Come gira su PC?
Abbiamo giocato Aloft con una configurazione simile: i5-12400F, 16 GB di RAM, GeForce RTX 3080 con SSD installata. Abbiamo optato per la grafica al suo massimo, riuscendo ad avere un risultato di tutto rispetto: granitico, il videogioco riesce ad andare a 60 fotogrammi al secondo, non scaldando in nessun modo la macchina o la GPU. Sia chiaro: è un videogioco che gira bene anche su PC di fascia medio-bassa, considerando i requisiti di sistema proposti. La serie 3000 è semplicemente la migliore per vivere al meglio la produzione, ma il tutto è gestito in modo brillante dalla ram.
Non è chiaro se è supportato il sistema NVIDIA, ma immaginiamo di sì, considerando che la produzione è in Unreal Engine, e che affonda le sue possibilità in scelte tecniche già pre-indirizzate e conosciute. Attraverso Speecy, un programma esterno al PC, abbiamo dunque potuto osservare anche le temperature, che raggiungono i 40 gradi, il che rende, dunque, la produzione assolutamente ben ottimizzata. Non sono presenti bug di sorta, pur essendo in Accesso Anticipato, ma il risultato, al momento, è piuttosto centrato e soddisfacente.
Aloft è un survival maturo e profondo che cattura le atmosfere della mitologia norrena e non solo, affondando al contempo nella meraviglia del creato e nelle sue più profonde meraviglie. Pensato per essere un videogioco capace di catturare e accompagnare il giocatore attraverso un mondo piacevole, corrotto e distrutto, il compito del nostro personaggio è di ripulirlo e ridargli bellezza. Potrebbe piacere a coloro che adorano perdersi nei panorami e non fare null’altro che osservare con gli occhi pieni d’amore ciò che hanno attorno: ecco, appunto… speriamo di tornarci prestissimo!
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