Doctor Who Joy to the world Recensione: un Natale speciale

Doctor Who Joy to the world. Non esiste Natale senza Doctor Who!

Doctor Who Joy to the world è l’attesissimo special natalizio che saluta l’anno 2024 con botti “multiversici” di capodanno ed un episodio che, lasciatecelo dire, vede il nostro alieno preferito in splendida forma! Dopo un’appassionante prima stagione del nuovo corso, che ci ha tenuto col fiato sospeso di puntata in puntata, nonostante la sua brevità, il Doctor si trova nuovamente in una avventura fuori parametro che, già dalle prime scene introduttive del teaser, propone tanti scenari diversi, nel tempo e nello spazio. Tutto nuovo, ma tutto come al solito, diranno i fan di vecchia data! Persino con una geniale Inside Story incorporata, cosa volete di più? Già, decisamente non è Natale senza Doctor Who.


Doctor Who Joy to the world
Doctor Who Joy to the world, un eroico dottore munito di corda e picozza troneggia nel flyer ufficiale dello speciale natalizio 2024

Doctor Who Joy to the world: benvenuti nell’hotel del tempo!

Avevamo lasciato le avventure del Dottore nell’emozionante finale di stagione che ha appena chiuso l’inizio del “nuovo nuovo” corso che trovate in questa pagina, ed ecco che, come da tradizione natalizia, siamo finalmente pronti a vedere un nuovo speciale sotto l’albero. Doctor Who Classic, la serie originale che va dal 1961 al 1989, ha avuto pochissimi episodi a tema natalizio, ma Doctor Who Revival, la nuova serie partita dal 2005, ha fatto del Christmas Special un vero e proprio pilastro televisivo, producendo alcuni tra i migliori special natalizi dell’intera storia televisiva, non certo solo britannica, ma mondiale. Storie indimenticabili come “L’invasione di Natale“, “La sposa perfetta“, dove peraltro debutta Donna, lo spettrale “Il viaggio dei dannati“, l’enigmatico “Un altro Dottore“, il tradizionale “Un canto di Natale”, l’effervescente “I pupazzi di neve” o il commovente “L’ultimo Natale“, il preferito di chi scrive, solo per citare i più iconici, oltre che il recentissimo “The Church on Ruby Road”, secondo speciale a tema natalizio del nuovo corso, la terza ed attuale serie Doctor Who Modern, iniziata a partire dal 2023, che trovate qui. Tempo di Doctor Who Joy to the world. Si aprano le tende del sipario, in scena il quindicesimo speciale natalizio con protagonista il quindicesimo dottore!

la trama è semplice quanto intrigante. In un imprecisato futuro esiste un eccezionale Hotel del tempo, in cui si possono scegliere delle camere speciali a tema, a secondo delle proprie preferenze, che possono essere nella Preistoria dei dinosauri, come nell’Antica Roma o sull’Orient Express, con tanto di citazione di James Bond, o nella Londra Vittoriana, in pratica in ogni momento cruciale della storia umana. Già, ma non con una semplice ambientazione o decorazione a tema, ma trovandosi davvero in quel tempo. Ovviamente le prenotazioni danno sempre il tutto esaurito, chi non desidera vedere di persona il proprio periodo storico preferito? Il Dottore arriva in questo hotel “in media res” senza un vero preambolo, con tanto di vassoio con colazione pronta da servire. Ma cosa è successo? La BBC non lo ha pagato ed è costretto ad arrotondare come cameriere part-time, o c’è qualcosa di più complesso sotto? L’episodio vede il Dottore indagare su una misteriosa valigetta che contiene qualcosa di speciale, all’inizio ritenuto pericoloso, che riesce ad impadronirsi delle persone (umane od aliene) che la portano in mano, consumandole però dall’interno, alla ricerca di quella giusta per compiere il proprio misterioso destino. In un caleidoscopico rincorrersi, con giravolte, cambi di scenari storici e scenette degne di una commedia degli equivoci, il Dottore si troverà a cercare di salvare una di esse, la timida e complessata Joy, il cui simbolico nome è la fonte del titolo dell’episodio, oltre che la citazione dell’incipit di una delle canzoni natalizie più celebri di sempre. Joy to the world, Gioia al Mondo, che potete ascoltare qui, sull’inesauribile Tubo.

I protagonisti dell’episodio, Ncuti Gatwa, Nicola Coughlan

Quando meno te lo aspetti: Inside Story! Un anno intero in una porzione di episodio!

Una delle particolarità più eclatanti di questo speciale natalizio è la sua bizzarra “Inside Story” che racconta, di fatto, una vera e propria trama alternativa, accaduta all’interno di quella principale, come un classico “arco narrativo” al fulmicotone, racchiuso però in uno spazio ristretto dell’episodio stesso (dal minuto 20 al minuto 30 per i più pignoli all’ascolto). La soluzione narrativa scelta non è certo nuova, e si è vista spesso, specie nelle serie fantascientifiche, pensiamo ad esempio a Star Trek: The Next Generation, ed in particolare l’episodio “Una vita per ricordare” dove il Capitano Picard vive una Inside Story notevole ed emozionante grazie ad un dispositivo alieno realizzato per perpetuare le memorie di un popolo perduto, che si insinua nella sua mente mentre è incosciente sull’Enterprise. Relativamente inedita nella storia produttiva di Doctor Who, questa scelta narrativa risulta qui decisamente efficace, soprattutto ai fini emozionali, meno nella trama vera e propria, come diremo tra poco. Tutto parte dalla ricerca di un dato numerico importante, ma anche da una riflessione seria ed una autocritica che il Dottore rivolge a se stesso: “abiti in una gigantesca nave spaziale ma sei sempre solo, non hai nemmeno una sedia e non te ne rendi conto!“. Comico, certo, ma drammaticamente serio. Un alieno come lui, che vive migliaia di anni e cambia periodicamente aspetto e companion, di fatto soffre di una solitudine enorme, dietro una maschera d’apparenza allegra ed eroica allo stesso tempo. Sfidando il Tempo.

Nella geniale Inside Story ci sono parecchie battute divertenti e frecciatine ai fan storici della saga, come il fatto che un oggetto sia “più grande all’interno” o che il Dottore abbia comprato su Internet dei piccoli TARDIS da collezione e che, non si sa bene perché, “per qualche ragione ce ne sono molti” in giro. Una storia in un albergo, dentro l’albergo (del tempo principale), dove si svolgono 365 giorni magici e la nascita di una solida amicizia, con la direttrice dell’albero, ed in una stanza nasce una tradizionale “serata della sedia” tipica del pattern di comportamento dell’amicizia, dove una cosa fatta una volta che è piaciuta, si ripete spesso. Quanti di voi whovian all’ascolto, del resto, hanno inaugurato per caso “la serata del Dottore” per vedere la serie stessa?  Natalizia, ovviamente, ma non solo. Simile allo Star Wars Day, dove si fanno maratone a tema, per capirsi. Dieci minuti in una porzione di episodio, nulla rispetto alla produzione sessantennale di Doctor Who (che ci perseguita dal 1961) ma che sono tra i più vibranti ed emozionali di sempre. Ecco che scatteranno le prime lacrimucce! La cosa più assurda di tutte, in ultima analisi, è che la storia nella storia serviva per capire come il Dottore riuscisse a trovare un codice speciale da dire al se stesso del passato (o del futuro, se siete confusi), ovvero 7214, ma che, di fatto non lo spiega affatto. “Anche l’Universo è venuto fuori dal nulla, e nessuno si è mai lamentato!“. L’umorismo beffardo di Steven Moffat è fatto anche di queste piccole cose. E per questo lo amiamo.

I Siluriani conquisteranno il mondo!
Buone notizie per gli amanti delle specie aliene storiche del Doctor Who, tra i protagonisti dell’episodio tornano i Siluriani!

Il seme stellare sboccerà e la carne si innalzerà!

Un episodio narrato velocemente, senza sosta, emozionante, divertente ma allo stesso tempo commovente. Si, lo ammettiamo, gli occhi degli spettatori si inumidiscono facilmente nei “due” finali della trama, quello della Inside Story, e quello peculiare vero e proprio. Non succedeva da tempo, e questa girandola emozionale ricorda l’incredibile momento in cui una delle precedenti incarnazioni del Dottore, non vi diciamo quale lasciandovi il piacere di scoprirlo da soli con la vostra memoria, tiene in mano la testa di un Cyberman, suo unico amico da diverso tempo, in un pianeta proibito e misterioso a tema natalizio. Mettete in moto i neuroni, è tempo di ricordi, dolcissimi ricordi. Magari legati ad un perduto amore con cui avete visto quell’episodio.

Uno dei momenti più interessanti è, come da altrettanto iconica tradizione, il confronto dialettico del Dottore con se stesso. Quando, in barba ai paradossi temporali, il folle gallyfreiano si confronta con una sua altra versione, passata, presente o futura, vengono fuori le riflessioni più strane. Tempo. Il tempo è nemico ma “allo stesso tempo” amico, come sappiamo, le cose passano, vengono ricordate, ma “nel con-tempo” insegna e guida verso le scelte giuste. O sbagliate, ovviamente. Anche il confronto dialettico con Joy, volutamente conflittuale, come funzionale alla trama, come scoprirete in seguito, è un vero deus ex machina della storia stessa. Il Natale può essere anche legato a momenti drammatici, fortemente segnanti, oltre che gioiosi. Amore, amicizia, rapporti familiari, tutto ruota intorno al Natale in maniera caleidoscopica, quasi con la casualità appartenente degli atomi dell’universo. Non manca però la spettacolarità visiva, tra giochi di colori, ambientazioni e persino la presenza di un enorme dinosauro!

Cast tecnico ed artistico dell’episodio

Doctor Who Joy to the world vede come  autore il vulcanico Steven Moffat, che certo non ha bisogno di presentazioni, e che se la gioca a stretto giro di boa nelle preferenze dei fan con Russel T Davies, responsabile, per altro, proprio della nascita di Doctor Who Revival, datato 2005. La sua scrittura è come di consueto brillante, ricca di punti di riflessione, e capace di utilizzare la fantascienza come vero e proprio veicolo narrativo interattivo, come le migliori storie sci-fi sono capaci di fare. Alla regia troviamo poi Alex Pillai, un talentuoso regista che già ha contribuito a serie di culto come Mystery House nel 2000, Le terrificanti avventure di Sabrina nel 2018 e Bridgerton nel 2020, serie a quanto pare molto amata e citata dagli autori di Doctor Who. Notevole anche il cast artistico. Come ben sanno quelli che hanno seguito la prima stagione, il companion finora presente sulla scena, la tenera Ruby Sunday, oramai ha deciso di abbandonare il nostro alieno preferito, che si trova momentaneamente da solo!

Accanto al vulcanico Ncuti Gatwa, ormai perfettamente a suo agio nei panni di The Doctor, troviamo l’espressiva e talentuosa Nicola Coughlan in quelli di Joy Almondo (si, si chiama proprio così!). Chi ha visto la serie appena citata Bridgerton la conosce bene. In molti, seguendo l’episodio, sicuramente avranno espresso il desiderio di ritrovarla come Companion ufficiale in una futura stagione, ma sappiamo già che non sarà così. Una vera rivelazione è poi la bravissima Stephanie de Whalley nei panni di Anita Benn, la coprotagonista della Inside Story che, viste anche le premesse narrative, non è escluso si possa rivedere in futuro. Davvero un bel personaggio, semplice e schietto, interpretato in modo molto incisivo dall’attrice. I comprimari hanno poco spazio, è vero, ma ognuno a suo modo aggiunge una piccola porzione di magia alla stella più brillante del Natale. Jonathan Aris nei panni dell’Hotel Manager, Joel Fry in quelli reali e virtuali di Trev Simpkins, Peter Benedict che da il volto a Basil Flockart, la commovente Fiona Scott, che impersona la mamma di Joy, ed ultima, ma solo perché appare in un cameo, l’inossidabile Millie Gibson, ovvero la cara “vecchia” Ruby Sunday.


Ogni Natale può essere gioioso, drammatico o unico, ma sicuramente è speciale. Doctor Who Joy to the world è un episodio magico, altamente iconico, e tra i migliori visti recentemente, perfettamente in grado di rivaleggiare con i grandi classici del passato a tema Christmas Special. Del resto le storie di Steven Moffat sono sempre di qualità elevata, non a caso ormai la fanbase si divide tra “moffatiani” e “davisiani”, ovvero i due autori più amati. Una storia complessa, ma semplice, divertente ma ricca di riflessioni, dalle molteplici chiavi di lettura. Ottima prova d’attore per i protagonisti Ncuti Gatwa, Nicola Coughlan e Stephanie de Whalley (che speriamo di rivedere!). Una storia che commuove e che rischia di diventare un instant classic nella mitologia di Doctor Who.


 

 

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Appassionato e storico del videogioco, Fabio D'Anna scrive di opere videoludiche, film e serie tv dal 2008. Tra le tante realtà del settore ha collaborato con Art of Games e siti come Retrogaming History, Games Collection, Games Replay, Games Village e riviste come PS Mania, PSM, Game Republic, Retrogame Magazine, Game Pro, oltre che col Museo VIGAMUS. Ha anche organizzato due edizioni della Mostra Archeoludica ed ha scritto due libri dedicati a PAC-MAN e Star Trek. Nella vita colleziona console PONG based ed alleva cagnoline, tra cui spicca Zelda.