The Spectrum Recensione: Ritorno al Futuro… e ai mitici tastini in gomma

The Spectrum

I videogiocatori tra 40 e 50 anni ricordano con un certo affetto quel periodo, durato una quindicina d’anni tra gli ’80 e i ’90, in cui gli Home Computer sono nati e hanno prosperato: quando i cabinati da sala avevano una qualità irraggiungibile a casa, le console erano in crisi o erano destinate unicamente all’intrattenimento e il mobile gaming era a dir poco acerbo. Dal Vic 20 all’Amiga 500, son tanti i pc casalinghi dal costo contenuto che hanno permesso a molti di appassionarsi all’informatica e, al contempo, giocare. Tra questi, è interessante la “diatriba” (sfociata in una delle prime “console war”) che vide protagonisti il Commodore 64 e lo ZX Spectrum. Nel nostro Paese era sicuramente più popolare il primo, mentre nel Regno Unito la macchina Sinclair era un must; nonostante una dotazione tecnica decisamente inferiore, infatti, il prezzo popolare e la perizia di tanti programmatori e designer riuscirono a far breccia nel pubblico e a consegnare alla storia un numero davvero elevato di grandi titoli. A quarant’anni da allora, ecco che Retro Games Limited e Plaion propongono The Spectrum, versione moderna dell’hardware originale che si propone quale una delle più interessanti retro-machine di sempre. Vediamo il perché nella nostra recensione.


THE SPECTRUM
Il design futuristico e dalle note colorate dello Spectrum è inconfondibile.

 

Retro Games ha oramai una certa esperienza in questo genere di operazioni, e a ognuna di queste ha modo di migliorare l’offerta, facendo tesoro del feedback dei suoi utenti. Ricordiamo, ad esempio, i passi in avanti fatti tra il The C64 Mini e il The C64, in particolare sull’aspetto “fisico” della console (ora una effettiva riproduzione con tastiera funzionante, e non un inerte modellino) e sull’utilizzo vero e proprio della tastiera stessa. L’utente di questo tipo di console, è vero, vuole giocare e rivivere i titoli storici della macchina, ma vuole in qualche modo anche rivivere l’esperienza che era propria dell’epoca. Una miniatura con una tastiera finta non dava alcun “gusto” all’utente, mentre permettere di digitare e utilizzare i comandi originali è tutta un’altra cosa. Nel momento in cui si è trattato di ricreare lo Spectrum, i designer hanno quindi giustamente pensato a cosa rendeva distintivo questo computer: la sua tastiera gommata, letteralmente unica e iconica. Si è dunque provveduto a ricreare il mitico home computer in maniera quasi indistinguibile dall’originale: se si eccettua il nome sulla scocca (con il “The” che sostituisce “ZX” per motivi di copyright) e i connettori sul retro, la macchina è quasi indistinguibile dall’originale. Un lavoro encomiabile che rende il The Spectrum la retro console più simile all’originale mai creata, e solo per questo meriterebbe di entrare a far parte della collezione di un appassionato. Ma, in realtà, c’è anche altro da dire.

Non bisogna aspettarsi che la tastiera stia lì solo per bellezza: è perfettamente funzionale e, in realtà, indispensabile, almeno nelle intenzioni. Bisogna difatti sapere che, nella confezione del The Spectrum, non è incluso alcun controller o joystick, a differenza di tutte le altre retro-machine in commercio. Questo proprio per venire incontro alla volontà di autenticità: lo Spectrum aveva un costo contenuto anche in virtù della sua “spartanità modulare” e qualunque spectrumista ha provato le gioie e i dolori di giocare con la tastiera. Esperienza formativa ma, al giorno d’oggi, oggettivamente scomoda e fuori tempo, date le disposizioni dei tasti, il feeling degli stessi (piacevole se si sta digitando del testo o dei listati, decisamente meno se si sta giocando) e i layout diversi per ogni titolo. Del resto, è probabile che (esattamente come per la presa a muro per l’alimentatore usb) i possessori del The Spectrum abbiano già in casa un joypad compatibile, come ad esempio quelli già usciti illo tempore per il The C64. Ci sono quattro porte usb sul retro: utilizziamole!

 

E un modo per utilizzarle è, naturalmente, importare nuovi giochi tramite chiavetta usb, in formato .tap e .tzx (anche se quest’ultimo potrebbe essere ostico da far partire, in taluni casi), cosa che tra l’altro, in qualche modo, simula anche l’annoso caricamento tramite disco magnetico. Il The Spectrum, tra le altre cose, permette di giocare con tutte le versioni dei giochi di tutte le versioni ufficiali classiche della macchina, dalla 16k alla più apprezzata 48k, arrivando alla più performante 128k, con le relative migliorie anche a palette grafica e sistema audio. E i giochi già inseriti nel carosello base lo testimoniano molto bene, con un’alternanza di grandi classici e “nuove” proposte scelte tra il meglio dell’home brew moderno. Tra i 48 titoli presenti ritroviamo opere come Saboteur, Alien Girl, The Way of the Exploding Fist, The Hobbit, nelle loro migliori versioni.
A seguire, la lista completa.

Alien Girl: Skirmish Edition • Ant Attack • Army Moves • Auf Wiedersehen Monty • Avalon • Bobby Bearing • Cosmic Payback • Devwill Too • Exolon • Fairlight • Firelord • Football Manager 2 • Freddy Hardest • The Great Escape • Head over Heels • Highway Encounter • The Hobbit • Horace Goes Skiing • Jack the Nipper • Knot in 3D • The Lords of Midnight • Manic Miner • Match Day II • Movie • Nodes of Yesod • Penetrator • Phantis (Game Over II) • Pheenix • Pyracurse • Quazatron • Robin of the Wood • Saboteur! Remastered • Shovel Adventure • Skool Daze • Snake Escape • Spellbound • Starquake • Starstrike II • El Stompo • Stonkers • TCQ • Target: Renegade • Technician Ted – The Megamix • Tenebra • Trashman • The Way of the Exploding Fist • Wheelie • Where Time Stood Still

L’esperienza, insomma, è autentica, e i giochi proposti sono davvero niente male (anche se, chiaramente, difficilmente risulteranno appetibili per il giovane pubblico attuale): inoltre, anche se alcuni menù non sono propriamente intuitivi, è possibile godere anche delle opzioni di quality of life che ci si aspetta solitamente su questo tipo di dispositivi, come regolazione di filtri e bordi (sebbene in numero limitato) e possibilità di save state multipli, per la gioia di chi non ha più i riflessi e la pazienza di un tempo.


The Spectrum è un piacevole tuffo alla riscoperta di un home computer che ha fatto la storia. Sicuramente un prodotto destinato a una nicchia di mercato specifica, che tuttavia non potrà fare a meno di adorarlo per le sue funzionalità, per il buon parco titoli incluso (e la semplicità di una possibile espansione) e l’autenticità del look&feel della macchina, genuina come nessuna altra retro console prima.


 

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