Ci sono mode che passano e poi ci sono quelle che restano anche con lo scorrere degli anni, magari semplicemente adattandosi ai tempi che corrono. ZHEROS è esattamente questo: figlia di uno dei generi da sempre più giocati, il 3D beat’em up, questa produzione tutta italiana affronta con coraggio il passare degli anni e il sempre più frequente abbandono da parte degli sviluppatori delle idee di divertimento fine a se stesso e cooperativa rispolverando il piacere di un gameplay sempre vincente. Ciò che salta agli occhi fin da subito è la simpatia che travolge ogni cosa: dagli eroi, all’antagonista e i suoi mostri passando per un coloratissimo e vivace ambiente, l’atmosfera riesce a provocare nel giocatore diversi momenti di divertimento e riso attraverso atteggiamenti fortemente stereotipati e inaspettati, facendoci fin da subito affezionare non solo ai protagonisti, ma anche al cattivo e ai suoi un pò impacciati soldati. La trama risulta essere molto semplice e narrata da brevissime scene di intermezzo all’inizio e alla fine del gioco, categoricamente mute, ma che riescono ugualmente a farsi capire attraverso una spiccata capacità di animazione dei personaggi. Nei panni di uno dei due protagonisti selezionabili, dovrete difendere la galassia dal piano malefico del Dott. Vendetta: conquistare ogni pianeta e schiavizzarne le razze trasformandole in fedeli servitori.
Che sia in singolo cosi come in coop, potrete scegliere quale membro della squadra ZHEROS utilizzare, tra il forte e apparentemente coraggioso Mike e l’intelligente e agile Cap. Dorian; a loro disposizione avranno svariate combo micidiali e molto scenografiche, uno scudo e una strepitosa arma da fuoco. Coerentemente con il suo genere di appartenenza, il gameplay sarà suddiviso in diversi quadri riconducibili a loro volta a due grandi mondi fortemente differenti tra di loro: se nel primo dovremmo farci strada in una zona industriale, il secondo risulterà esteticamente molto più selvaggio. Durante le nostre missioni avremo modo tramite le combo di ottenere un punteggio che ci permetterà poi di ricevere fino ad un massimo di due RP, valuta essenziale per potenziare i nostri avatar tra una missione e l’altra. I potenziamenti sono semplici ma efficaci: si potrà scegliere se investire nella forza ottenendo così un significativo miglioramento e varietà dei propri attacchi, lo scudo che aumenterà l’efficacia nel riflettere i proiettili nemici, o l’arma da fuoco potenziandone la durata. Come ogni Beat’em up, durante le missioni avremo modo di trovare oggetti distruttibili dai quali ottenere vita e munizioni per il nostro fucile. I più competitivi che volessero sfidarsi o gareggiare con il proprio compagno di divano, troveranno interessanti anche le features riguardanti il punteggio di battaglia e il tempo in cui si è completata la missione. L’esplorazione, che risulta ovviamente molto semplificata, verrà premiata dal ritrovamento di una stella nascosta all’interno della mappa. Non possono mancare ovviamente i livelli a tempo, diversi ostacoli ambientali che troveremo durante il cammino e un fidato mecha utilizzabile in determinate parti del gioco.
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Il gioco non va sottovalutato nonostante la semplicità del gameplay: infatti, il rischio di finire accerchiati e sopraffatti, è sempre dietro l’angolo!
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Ogni volta che si inizierà una partita ci verrà chiesto di scegliere il livello di difficoltà tra i classici facile, normale e difficile; il gioco non va sottovalutato nonostante la semplicità del gameplay, infatti, se in facile le cure saranno abbondanti e i nemici andranno a terra con pochi colpi, nella difficoltà normale questi risulteranno già più coriacei e il rischio di finire accerchiati e sopraffatti aumenterà notevolmente, con cure più rare e una intelligenza artificiale non esageratamente spiccata, ma ugualmente degna di nota. I livelli sporadicamente offriranno mostri nuovi con la funzione di mini boss, che in seguito assumeranno quella di nemici semplici. La varietà degli avversari all’interno dello stesso mondo purtroppo si esaurisce in fretta, portandoli a essere ripetuti più volte nei vari livelli. Incontrando nuovamente i mini boss ci si può ritrovare, sopratutto in solitaria, a morire consecutivamente a causa della loro forza e dei loro attacchi che non sempre combaciano con le zone in cui ci troviamo ad affrontarli, lasciando il giocatore a subire inerme una serie di colpi difficilmente schivabili e presentando situazioni frustranti.

Il comparto grafico risulta molto ispirato, poggiandosi su uno stile cartoonesco che ricorda ancora una volta i tempi andati, ma che riesce ugualmente a tenere testa con fierezza all’ormai classico e quasi obbligatorio realismo dei giochi odierni. Le animazioni sono ben disegnate e l’esasperazione delle stesse questa volta non stona con il contesto, provocando ilarità piuttosto che far storcere il naso ai giocatori. I mostri, rispecchiando le macro ambientazioni, sono un connubio originale di tecnologico e bio-organico. Non mancheranno design al limite del grottesco ma che riusciranno ugualmente a strapparvi una risata, quantomeno prima di doverli affrontare. A voler essere pignoli, però, ci si aspettava di più sotto il lato tecnico: nonostante la basilarità delle animazioni e dei comandi, si riscontrano molto spesso dei ritardi o delle imprecisioni negli input che provocano situazioni spiacevoli, in particolar modo in presenza di numerosi nemici. Il framerate non è esente da improvvisi e bruschi cali soprattutto quando si fronteggiano numerosi avversari o con parecchi effetti particellari; durante lo spawn di nemici invece si assiste troppo frequentemente a continue micro pause forzate e indesiderate del gioco.
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Il comparto grafico risulta molto ispirato, forte di uno stile cartoonesco che ricorda ancora una volta i tempi andati, ma che riesce ugualmente a tenere testa all’ormai obbligatorio realismo odierno.
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Una nota positiva invece riguarda la camera nelle partite cooperative, che viene gestita in maniera intelligente con la presenza di entrambi i personaggi su schermo e che quasi mai risulta provocare problemi. Appena sufficiente invece è l’aspetto sonoro: se da un lato la grafica, seppur con delle pecche di programmazione, è ispirata e premiabile, le musiche sono poche e con variazioni minime, trasformandosi fin troppo velocemente in un loop sonoro che viene molto presto ignorato dal giocatore. Inoltre il tema principale, che viene riproposto anche nei caricamenti dei livelli, non è esente da problemi presentando una brusca interruzione durante gli stessi e lasciandoci così ogni volta con alcuni secondi di silenzio davanti all’immagine statica della schermata.

In conclusione ZHEROS risulta indubbiamente un valido prodotto nostrano, capace di intrattenere per diverse ore con ambientazioni e simpatia uniche e un genere di altri tempi reso in un contesto moderno, riportando il videogioco al più classico significato di divertimento; purtroppo però non è esente da problemi, alle volte piccoli, altre volte fastidiosi, e da alcuni difetti dovuti probabilmente alla poca esperienza del team di sviluppo.
Un tuffo nel passato che spesso sembra prendervi spunto fin troppo pigramente, limitando gli stessi sviluppatori nelle idee e nella varietà, ma ugualmente una notevole alternativa ai titoli di grosso calibro dei nostri giorni e un ottimo trampolino di lancio, per di più multipiattaforma, per una talentuosa software house nascente.
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