C’è aria di grossi cambiamenti in casa Square Enix e molti di questi sono legati al suo franchise di punta Final Fantasy. Dopo una serie di release come Final Fantasy VII: Rebirth e il Final Fantasy XVI di Naoki Yoshida, ritenute dal punto di vista degli investitori “fallimentari” in quanto non sono riuscite a raggiungere e superare le loro grandi aspettative di vendita, anche a fronte dell’enorme successo avuto con il primo capitolo della re-immaginazione (o continuazione) dell’Odissea di Cloud in quel di Midgard e che raggiungerà la sua conclusione con un terzo gioco già ben delineato nella mente degli sviluppatori. Difatti, quindi, Square Enix ha iniziato a mettere in moto un processo che andrà a cambiare alcune cose all’interno delle loro strategie di mercato, a cominciare dalla chiusura di una partnership ormai definita storica ma a quanto pare troppo poco conveniente visto lo stato attuale del mercato.
Piano X: giochi al day one anche su Xbox
Come già anticipato lo scorso maggio, Square Enix ha formalmente annunciato la fine del suo contratto di esclusività con Sony e di fatto PlayStation per quanto riguarda la pubblicazione dei loro titoli di punta, permettendo quindi ai loro prossimi titoli di arrivare anche su piattaforme gestite da Microsoft e Xbox come la omonima console, Game Pass e il Windows Store di giochi che o non hanno mai raggiunto queste piattaforme o se l’hanno fatto è stato possibile dopo un lungo periodo di attesa, al punto da non trovare un pubblico abbastanza interessato ad effettuare un acquisto tardivo. Un primo passo è stato già fatto con l’arrivo di titoli come Dragon Quest III HD-2D Remake, Trials of Mana e la Pixel Perfect Remaster dei primi 6 capitoli di Final Fantasy, oltre che all’arrivo dell’MMORPG Final Fantasy XIV. Ma stando alle parole dello stesso director Naoki Yoshida, la software house rilascerà i prossimi titoli in arrivo fin dal day one anche su Xbox, mettendo una pietra tombale su un accostamento tra Square e PlayStation durato quasi 30 anni e nato dal divorzio “per necessità virtù” tra la allora Squaresoft e Nintendo.
Final Fantasy VII: “Ri-mescoliamo le carte in tavola!”
Lo stesso sentimento sembra essere condiviso da un altro Naoki, questa volta Hamauchi e director della Final Fantasy VII Remake saga. Stando a una recente intervista con la stampa americana, all’interno degli studi di sviluppo dove si è già conclusa la prima fase di concept e sceneggiatura dell’ultimo capitolo l’idea generale è quella di poter finalmente rendere la serie disponibile ad una fetta più ampia di giocatori, soprattutto se possessori di una piattaforma Xbox. Console che a quanto pare sembra essere una tra le preferite dello stesso director. Certo, i più maliziosi potrebbero bollare come semplice “linguaggio PR”, anche al netto di una comunicazione nel recente passato in cui le stesse persone già citate affermavano che “è solo grazie a PlayStation 5 se Final Fantasy XVI è uscito così” e probabilmente alcune di queste lodi alla console di Microsoft sono un modo per “fare ammenda” e imbonirsi la fetta più tossica della console war, ma a conti fatti il tutto si può ridurre in una situazione che nel lungo termine potrà regalare vantaggi a tutte le parti coinvolte.
Dal punto di vista del gioco vero e proprio, Naoki Hamauchi ha specificato che Final Fantasy VII Rebirth non riceverà un trattamento “Intergrade” come accadde per il suo predecessore, in modo da poter concentrare il maggior numero di risorse e staff nello sviluppo di un capitolo finale che possa soddisfare le aspettative dei fan. E sebbene al momento non ci siano particolari indicazioni sul modo in cui la storia di Midgar raggiungerà la sua epica conclusione, ipotizziamo un ritorno della formula open world che ha colpito l’utenza per la sua varietà di attività da svolgere tra subquest, minigiochi e chicchette varie, ma stando sempre allo stesso Hamauchi il prossimo capitolo della Remake Saga aggiungerà “un twist differente” alla formula, andando a rifinire e smussare le piccole imperfezioni riscontrate da pubblico e critica nei confronti dei contenuti extra narrativi. Questo significa che ci saranno meno minigiochi? Probabile, ma allo stesso tempo potrebbe indicare che dal punto di vista delle meccaniche Final Fantasy VII Re-qualcosa (supponiamo che per il titolo utilizzeranno lo stesso modello di Remake e Rebirth) presenterà una quantità di minigiochi sì ridotta rispetto ai 21 minigiochi sparsi nelle varie regioni al di fuori delle mura di Midgar, ma varia sia dal punto di vista delle meccaniche e fresca agli occhi dei giocatori. Siamo in hype? Un pochino, però è ancora molto, molto presto e di sicuro ne riparleremo in futuro, quando Square-Enix si deciderà a mostrare questo fantomatico terzo capitolo.
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