Fantasian Neo Dimension Recensione: il ritorno del figliol prodigo di Square

Fantasian Neo Dimension

Per parlare di Fantasian Neo Dimension (inserito qui per pura convenienza e necessità di soddisfare il SEO), occorre partire da un flashback storico che narra la storia di un divorzio nato dal genio di un Icaro giapponese. Correva l’anno 2003, periodo di importante crescita nel mondo della tecnologia. Apple presentava il suo primo iPod, che avrebbe poi lanciato il brand di Steve Jobs nella stratosfera, oltre che nel mondo della musica; i social network erano ancora un concetto astratto nei blocchi note dei geni della Silicon Valley, e Square – colei che fino a qualche tempo prima sedeva al vertice del mercato videoludico grazie alla serie Final Fantasy – stava per effettuare un’ultima e drastica manovra di salvataggio dopo un investimento “suicida” nel mondo dell’animazione cinematografica, fondendosi con la precedente rivale Enix, dando vita a quella Square Enix che abbiamo tutti imparato ad amare e odiare di tanto in tanto. Capro espiatorio e pedina sacrificale di quella fusione fu il padre che diede inizio alla scalata della software house nipponica: quell’Hironobu Sakaguchi che sfidò il destino e, nel 1987, diede i natali al primo Final Fantasy, salvando l’intera compagnia oltre che la sua carriera, e che ora (un po’ come nel video di Mega64 a lui dedicato) veniva cacciato senza troppi complimenti. Fast forward fino al 2024, e ora ci troviamo di fronte a un ritorno di Sakaguchi nelle dinamiche interne di Square, attraverso una collaborazione che finalmente ha riportato lui e il compositore Nobuo Uematsu insieme per un’ultima grande fantasia targata Mistwalker, staccandosi finalmente dalle catene del catalogo di Apple Arcade, che per diversi anni ne ha limitato il chiacchiericcio sul titolo tra i giocatori meno legati al brand della mela, e riportando su console e PC un po’ di quello spirito nostalgico che la serie Final Fantasy ha piano piano messo da parte. Allacciate le cinture, preparate il vostro miglior set di pietre preziose e diamo il via a questo viaggio!


Fantasian Neo Dimension
Immagine promozionale del gioco

Fantasian Neo Dimension: ritorno a un lontano ricordo

Alla vigilia del primo avvio di Fantasian Neo Dimension ancora non sapevo cosa mi sarei trovato davanti. Certo, conoscevo e avevo amato il modo in cui Hironobu Sakaguchi creava le sue storie e riusciva a renderle uniche a modo suo: vuoi con uno spin interessante che inseriva il genere fantasy in un punto di vista diverso dal solito, con un incipit scoppiettante che ti introduceva al mondo di gioco con una delicatezza autoriale magistrale, o meglio ancora con “quella scena” che è rimasta impressa nei meandri più reconditi dei ricordi. Tutti elementi che riscontriamo ancora oggi (tra alti e bassi) nel brand di Final Fantasy, ma che per svariate ragioni – come per esempio un mio bias personale dettato dalla nostalgia o la poca familiarità con i lavori recenti di Mistwalker, che dopo The Last Story (quello che viene definito a oggi come uno dei giochi per Nintendo Wii più sottovalutati del suo catalogo) si è concentrata su produzioni più piccole e meno ambiziose nel mercato mobile – temevo di non ritrovare una volta entrato nel mondo di Fantasian Neo Dimension.

Un dubbio che, per fortuna, è stato cancellato nei primi minuti seguendo le peripezie di Leo, un avventuroso ladro di tesori antichi intento a individuare un artefatto all’interno di un mondo meccanico freddo e cupo, accompagnato da due droidi di supporto in grado non solo di comunicare, ma anche di risultare delle vere e proprie spalle comiche. Ma prima ancora che si possa ammirare il panorama offerto dalla regia di Takuto Nakamura, che mette in risalto la grandezza e la vastità di un mondo sconosciuto da esplorare, ecco che arriva il primo twist pensato per attirare la nostra attenzione: una violenta esplosione causa in Leo una forte amnesia, privandolo non solo di alcuni ricordi legati al suo passato, ma anche del motivo che l’ha spinto a intraprendere un viaggio verso questo mondo al quale non appartiene e del ruolo che l’artefatto rubato riveste in tutto questo. Quella che a prima vista può sembrare una bravata dettata dalla curiosità dà vita a una serie di intrecci e coincidenze che (nel bene e nel male) possono considerarsi un “best of” dell’intera carriera di Sakaguchi nel genere JRPG.

Dico questo perché la trama di Fantasian (e di conseguenza anche della sua riedizione Fantasian Neo Dimension) incanala in un unico pacchetto alcune delle caratteristiche più riuscite dell’epoca SquareSoft: mondi inesplorati da scoprire, un cast di personaggi variegato che spazia dagli avventurosi come lo stesso Leo fino ai più goffi ed eccentrici figli della cultura anime degli anni ’80, come i Cinderella Tri-Stars; ma soprattutto tematiche attuali come la crisi climatica degli ultimi anni, traslata sotto forma di Mechteria, misteriosi agglomerati di entità biomeccaniche che stanno lentamente consumando il mondo di gioco. Allo stesso tempo troviamo però anche scelte narrative un po’ troppo “vecchio stile”, che rientrano nel classico stereotipo del JRPG giapponese, con lo script che si prende svariati minuti per permettere ai personaggi di respirare e mettere in mostra la loro personalità, ma che il più delle volte va a dilatare e minare il pacing dei momenti più importanti della narrativa. Al di là di questo, il risultato finale del racconto che Fantasian Neo Dimension vuole mettere in piedi rimane comunque d’impatto, soprattutto quando vengono evocati i ricordi dei vari membri del cast e il modo in cui vengono illustrati: tramite vere e proprie vignette narrate e contestualizzate come pagine di un racconto fiabesco della buonanotte. Anche grazie alla deliziosa colonna sonora di Nobuo Uematsu, ricca di melodie delicate, ma anche di pezzi tetri, ricchi di adrenalina e, soprattutto, fantastici nella loro esecuzione e come sempre indimenticabili.

Fantasian Neo Dimension
“I ricordi sono il tema principale del gioco, e in un modo o nell’altro ogni personaggio vedrà il proprio sviluppo attorno a questa tematica.”

Un JRPG minimalista, ma funzionale!

Prima di approcciarci all’analisi critica del gameplay di Fantasian Neo Dimension, un piccolo appunto. Tra i vari obiettivi prefissati da Mistwalker durante lo sviluppo della versione iOS di Fantasian, c’era sicuramente la necessità di creare un gameplay che si ponesse come punto d’incontro tra un’esperienza utente riscontrabile sulle principali piattaforme console e PC e la prerogativa di proporre un prodotto JRPG appetibile per un pubblico abituato a tempistiche molto più rapide rispetto alle tipiche serate fatte di grinding estenuanti, esplorazione di dungeon complessi e uno studio strategico del proprio party ed equipaggiamento per renderlo adatto a ogni situazione. Da questo punto di vista, possiamo dire che Fantasian propone compromessi interessanti. Vediamo in che modo.

Per quanto riguarda il level design, la possibilità di utilizzare veri e propri diorami costruiti a mano ha permesso agli sviluppatori di progettare dungeon sì lineari, ma che sfruttano i vari cambi di prospettiva per nascondere chicche, scrigni e segreti di ogni tipo, reintroducendo un tipo di esplorazione “old-school” che spinge il giocatore a percorrere ogni anfratto degli ambienti piuttosto che oltrepassarli a tutto gas, trattandoli come semplici corridoi in attesa del prossimo scontro da affrontare. La presenza di puzzle ambientali che sfruttano l’amnesia di Leo per giustificare l’impossibilità di ottenere determinati oggetti durante le battute iniziali, così come la disponibilità di numerosi scrigni apribili utilizzando chiavi specifiche ottenute negli scontri a turni, genera curiosità e aspettativa. Questo, inoltre, offre al giocatore una tangibile motivazione per rivisitare le varie città e zone del mondo più volte, magari completando alcune quest secondarie focalizzate sull’interazione con gli NPC. Non raggiungiamo i livelli di ossessività dei fratelli “Piddu, Poddu, Puddu, Paddu, Peddu, Piddina, Poddina, Puddina, Peddina e Paddina” di Final Fantasy IX, ma sono comunque aggiunte più che gradite per spezzare un ritmo di gioco che, già di per sé, sembra andare a 100 km/h a causa delle mappe, tutto sommato, di dimensioni contenute.

Fantasian Neo Dimension
Possiamo considerare il Mondo Umano e il Mondo delle Macchine come due contrapposizioni degli stili adottati da SquareSoft in passato?

Per quanto riguarda il combat-system di Fantasian Neo Dimension, il titolo di Mistwalker propone un misto tra una tradizionale esperienza a turni e un sistema di incontri a orde, in cui si è soverchiati da ondate sempre più numerose di nemici, via via più forti e resistenti. A differenza di un Final Fantasy, Persona o, per citare altri titoli, un Dragon Quest, le abilità dei membri del nostro party possono adattarsi tramite le loro traiettorie. Alcuni attacchi possono colpire un singolo nemico offrendo un output di danno superiore, mentre altri possono non solo attraversare più unità ostili, ma anche modificarne l’angolatura nel caso di un colpo magico. Una struttura perfetta per accompagnare il Dimengeon, uno strumento in grado di “catturare” ogni incontro casuale e convertirlo in ondate, riducendo quindi il tempo impiegato tra una sessione di farming e l’altra e fornendo al party il massimo quantitativo di EXP possibile in un’unica tirata.

Parlando invece delle opzioni di personalizzazione del party, in Fantasian Neo Dimension troviamo sia un tradizionale sistema di inventario ed equipaggiamento, sia uno skill tree personalizzabile in ogni momento, che consente di aggiungere o rimuovere punti abilità in base al modo in cui si desidera sviluppare il proprio party. Questo sistema è particolarmente utile in previsione delle boss fight, che risultano la parte più soddisfacente e sorprendente del titolo. Se all’inizio le boss-fight sembrano un po’ troppo semplici e dirette, verso il passaggio tra quelle che in origine venivano rilasciate su Apple Arcade come Fantasian Parte 1 e 2 si percepisce un grado di sfida più elevato, molto più vicino a quello di JRPG elitari come quelli sviluppati da ATLUS, ad esempio Shin Megami Tensei e Metaphor: ReFantazio, dove l’uso ottimale di ogni risorsa e una strategia ben studiata determinano il successo o la sconfitta. In questa versione, inoltre, la difficoltà è stata ribilanciata e suddivisa tra la modalità “Normale” (più facile e accessibile) e “Difficile” (più simile all’edizione originale), con la possibilità di passare liberamente tra le due al volo. L’unica pecca di tutto questo è una certa ripetitività e monotonia nel design dei nemici più comuni, le cui differenze si riducono essenzialmente a texture e statistiche variabili, andando un po’ a stonare con la cura artistica di molti altri aspetti del gioco già citati in precedenza.

Anche se a volte, sembra che i boss possano essere sconfitti con UNA SOLA strategia principale, senza particolari variazioni creative

Meravigliosamente imperfetto nelle sue minuzie

Dal punto di vista tecnico, almeno nella versione per Nintendo Switch da noi provata, Fantasian Neo Dimension incontra diversi incespichi. Si tratta, infatti, di un titolo sviluppato inizialmente per piattaforme mobili e basato sul fantastico Unity Engine, un motore grafico che sulla console ibrida di Nintendo è in grado di offrire risultati eccellenti. In alcuni casi, lo stesso si può dire di Fantasian Neo Dimension: lo stile a diorama offre un colpo d’occhio interessante sia in modalità portatile sia con il gioco collegato al dock e a uno schermo, raggiungendo una fluidità di 60 frame al secondo nella maggior parte delle situazioni, salvo nelle scene animate più concitate. I problemi emergono quando si sfruttano intensivamente le funzionalità del Dimengeon, portando a piccoli cali di frame rate in presenza di numerosi effetti particellari ed esplosioni, accompagnati da caricamenti non proprio istantanei (tipico dei titoli Switch).

La vera problematica di Fantasian Neo Dimension, però, è condivisa con tutte le altre versioni in uscita e riguarda il modo in cui i controlli fisici tramite gamepad si interfacciano con la gestione della telecamera nei vari scenari. Essendo un titolo che cerca di evolvere la classica impostazione dei Final Fantasy usciti tra il 1995 e il 2001, i personaggi si muovono all’interno di diorami costruiti a mano e ripresi da diverse angolazioni. Il modo in cui queste cambiano durante il gameplay è ingegnoso, applicando un veloce e quasi impercettibile fade-in e fade-out per passare da un’inquadratura all’altra nei diversi percorsi. Tuttavia, il problema con i controlli riguarda l’incapacità di mantenere una coerenza nei movimenti dei personaggi rispetto alla direzione intrapresa prima di oltrepassare il punto di transizione tra un’area e l’altra della mappa. Questo porta a situazioni in parte frustranti, come quelle riscontrate nelle gondole della città di Vence, dove si è costretti a lottare con controlli tank scivolosi e imprecisi per raggiungere un punto specifico dell’ambiente. Un peccato soprattutto quando sulla portatile di Nintendo si sarebbero potuti riadattare i controlli touch della release iOS, andando a preservare una gimmick del gioco originale e offrire ulteriori possibilità al giocatore.


Fantasian Neo Dimension è un titolo che riesce a rievocare i pregi (e i difetti) di un’epoca del mondo dei JRPG a turni che pensavamo di aver perso nel caso di Square Enix, fatta di panorami artisticamente eccelsi, storie corali che ruotano attorno ai personaggi e un focus innovativo sul gameplay a turni. Mistwalker e Sakaguchi impacchettano un più che buono prodotto sotto molti punti di vista – soprattutto quello grafico – che farà la felicità di tutti i fan dell’epoca d’oro dei “Classici SquareSoft”, anche se nella nostra versione per Nintendo Switch perde un po’ del suo smalto a causa dell’ormai datato hardware della console ibrida. Rimane comunque un’ottima opera da provare in portabilità, ma se potete consigliamo l’acquisto su piattaforme più recenti.


 

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Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedetegli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!