Dynasty Warriors Origins

Dynasty Warriors Origins Provato: un cambio direzione per la serie?


Tutti i giocatori di musou conoscono bene la serie di cui Dynasty Warriors Origins fa parte in quanto poche altre possono dirsi così longeve con questa uscita prevista per il 17 Gennaio Omega Force e Koei metteranno in libreria il decimo titolo dopo una pausa di ben 5 anni. Il merito è soprattutto dall’immaginario praticamente inesauribile che la tematica delle antiche guerre cinesi propone. È infatti ambientato durante le guerre dei tre regni tema carissimo alla letteratura cinese ed in genere all’oriente tutto, non v’è infatti opera importante anime, manga ma anche teatro o produzione televisiva che ometta di citare, velatamente o meno il periodo dei tre regni. Altrettanto iconici sono i personaggi, tutti fuoriusciti da quell’enorme opera che è “il romanzo dei tre regni” di Luo Guanzhong, una sorta di divina commedia del celeste impero. Cáo Cāo, Lu Bu, Dong Zhou, Yuan Shao sono nomi che i videogiocatori conoscono benissimo e a cui facilmente associano figure altrettanto note e colori, armi ed anche una certa inflessione nel parlare tanto che li abbiamo visti in versione videogame dagli strategici ai picchiaduro a scorrimento quindi ai musou.


Nella demo che abbiamo potuto provare su PC del gioco previsto per il 17 gennaio, lo scopo è quello di assaltare la porta Shisui roccaforte di Dong Zhou. Per evitare di portare a termine la demo con facilità estrema abbiamo subito settato il gioco a livello Eroe il più alto dei tre proposti, gli altri due promettono e lo abbiamo sperimentato poca o nulla frustrazione ma a dire la verità anche l’Hard mode ci è parso estremamente facile. Da fan della longevità dovuta alla difficoltà non ci resta che sperare in una modalità estrema nella release finale seppur siamo ben consci che il target dei musou non è composto da gente a cui piace perdere ma anche questo, a nostro avviso è destinato a cambiare.

Eccoci belli e pronti, eroi sconosciuti nuovi di pacca

Dynasty Warriors Origins: tanti soldati, ma poca sostanza

Il demo di Dynasty Warriors Origins inizia con la prima grande novità in quanto il nostro personaggio è uno sconosciuto che ha perso la memoria ( tipico dei reset nelle serie ma insomma un po’ di fantasia non guastava). Iniziamo e Cao Cao (si proprio lui) ci racconta subito che ci ha scelto proprio perché non facciamo parte della nobiltà e che quindi sappiamo muoverci  sul campo di battaglia fuori dagli schemi il nostro eroe non capisce il perché di questa decisione ma comunque l’accettiamo, tra le scelte multiple conoscendo il personaggio è probabilmente meglio non fare ironia. La scena successiva vede i soliti  personaggi (come immaginario della serie) davanti a una cartina strategica della battaglia che ci spiegherà quali sono i movimenti che il nostro esercito farà e quali sono le zone da noi controllate, ci presenterà i generali nemici e ci dirà dove sono allocati, cosa fondamentale perché i generali sono l’unico vero ostacolo che abbiamo. Terminato il consiglio di guerra si aprirà un altro menù dove potremo scegliere il compagno, la scelta è tra i due classici figaccioni di turno con armi spropositate e la quota femminile del gioco. Questo aspetto, devo dire mi ha infastidito non poco perché il gioco cerca una coerenza storica inserendo perfino le date di nascita e morte di ogni singolo generale e poi inserisce personaggi di fantasia che però è come se non facessero parte della storia, due velocità che a nostro avviso non fanno il bene di nessuno alla fine siamo in un fantasy ed osare dovrebbe essere d’obbligo.

Per il resto potremo chiedere informazioni sul campo di battaglia e potremo personalizzare il nostro equipaggiamento cambiando magari la spada di default con una più sicura lancia (anche se , almeno nella demo non ci è parsa avere un raggio tanto più lungo della spada stessa). Ogni arma ha i suoi bonus ed abbiamo la possibilità di scegliere le nostre tecniche speciali, dobbiamo dire che per essere all’inizio del gioco la scelta è già abbastanza vasta, se c’è un punto a favore di questo titolo è proprio questo per quanto, almeno nella demo un equipaggiamento piuttosto che un altro non hanno spostato l’ago della bilancia facendola pendere tutta dal lato delle schivate e delle parate fatte bene per non trapassare anzitempo. Potremo scegliere anche la cavalcatura, feature sempre interessante quando si tratta di muoversi velocemente sul terreno di gioco ma che nei combattimenti si rivela alquanto ingabbiata contrariamente a come dovrebbe essere nella realtà. Avremo con noi anche 21 mercenari di cui potremo decidere le tattiche ovvero come scagliarli contro il nemico e di cui ci verrà indicato il tempo di recupero, questa armata ci seguirà ad ogni passo anche se non dà una vera e propria difesa soprattutto combattendo contro i generali.

Ecco il nostro nemico, mi sa che quel ventaglio non sarà granché utile

Strategia portami via

La strategia in Dynasty Warriors Origins la fa abbastanza da padrone non dovremmo fare in modo che le nostre posizioni cadano ed i nostri generali muoiano per non trovarci contro a combattere da soli contro troppi nemici, spesso dovremo correre in a salvare i nostri compagni e su questo abbiamo notato una c’è un certo vantaggio dei difensori che tendono a conservarsi l’energia mentre invece i nostri  cadono miseramente gettandosi nella mischia, tra l’altro non c’è parso che tentino di salvarsi quando ne hanno poca o la recuperino in qualche modo, noi invece per recuperarla potremo mangiare quello che troveremo dentro le giare, a proposito gli oggetti che si sfasciano sono davvero pochi e sembra incredibile che il nostro cavallo alla carica venga fermato da barili o addirittura da tende o steccati bassi. Per la cronaca anche l’attacco musou ottenuto con poca fatica non ci è parso impressionate in un momento storico dove partono cut scene anche per le mosse speciali dei picchiaduro immaginate che dovrebbe accadere in Dynasty Warriors Origins .

Certamente questo impianto di battaglia, all’interno del genere musou è parecchio interessante, sia per coralità dell’azione (che è molto indipendente e se non interveniamo perdiamo su ogni tavolo) che per spettacolarità degli assalti che però vengono banalizzati in buona parte da una componente terreno che almeno nel demo tende ad essere abbastanza piatta. Dal punto di vista tecnico il gioco si muove bene con animazioni fluide e decisamente ben fatte al contrario della grafica che non ci ha fatto certo gridare al miracolo e che presenta delle cadute (come i mantelli ed i fragments) che in titoli del genere non dovremmo trovare, è chiaro che comunque si sia prediletta l’azione anche ad una buona scenografia e che si sia preferito dare spazio alla fruibilità degli scontri rispetto ad un’atmosfera che però giochi a matrice storica come questo meriterebbero in ogni caso ed in ogni genere.


In sintesi il gioco non ci ha stupito più di tanto, le voci che vendevano questo Dynasty Warriors Origins come un reset della serie non sembrano, almeno da questa demo granché fondate. Sebbene contenti della parte strategica questa ci è sembrata comunque poco incline a simulare una vera battaglia ma utilizzata per tutta una serie di “Accorrete! Soccorso!” da parte dei generali, come se dei navigati soldati non possano fare a meno dell’aiuto di uno sconosciuto senza nome e pure non nobile (come dice Cao Cao e come ci fanno notare subito nell’azione). Speriamo di vedere nel gioco finale una migliore intelligenza artificiale e soprattutto qualche ritocco alla grafica sperando che le mappe successive siano interessanti anche dal punto di vista del gameplay perché questa, come detto è soltanto un’unica sterminata arena ed il tempo dei gladiatori assoluti, nei videogiochi, è terminato.


 

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