Zombie Studios non ce la fa: chiudono i creatori di Blacklight

Il game over è una realtà onnipresente in contesti videoludici ed è spesso accompagnato da sensazioni di frustrazione e rimpianto. Anche fuori dagli schermi l’industria videoludica si deve spesso confrontare con epiloghi e addii, come nel caso della chiusura di software house.


Questa volta a chiudere i battenti sono stati  infatti i ragazzi di Zombie Studios, team di programmazione di ventennale esperienza, famosi principalmente per titoli quali la serie Spec Ops (fino al 2001) e Blacklight. Lo si apprende in un comunicato diffuso direttamente dai dirigenti della compagnia che, nello scritto, si dichiarano di essere soddisfatti di aver contribuito all’industria videoludica per 21 anni con 30 produzioni disponibili su quasi tutte le console.

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In chiusura del proprio scritto, il testimone viene lasciato al neonato studio Builder Box, software house formata da alcuni ex dipendenti Zombie Studios e che ha acquisito i diritti intellettuali di alcune produzioni del gruppo in procinto di ritirarsi. Nel comunicato si fa particolare menzione a BlackLight: Retributions, sparattutto free to play disponibile su Steam e PlayStation 4, che continuerà a essere supportato e attivo proprio grazie all’operato dello studio Builder Box.

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Ciò che sorprende in una circostanza simile, è che spesso casi del genere vengono accompagnati da diatribe giuridiche, mancanze di fondi e scontri interni tra forti personalità degli studi che si ritrovano a dover chiudere. Questa volta però, nel caso di Zombie Studios, il pensionamento è stato comunicato con un’inusuale e lucida calma, senza alcuna polemica o accenno ad eventuali problematiche interne o esterne.

Certo, a voler infierire si potrebbe affermare che l’ultima loro produzione, Daylight, un survival horror in prima persona, è stato accolto piuttosto freddamente dalla critica internazionale e dai consumatori e che lo studio aveva all’attivo solo Blacklight come serie effettivamente di successo, ma per una volta bisognerebbe essere contenti di apprendere  che uno studio ha saputo fermarsi senza abbracciare uno dei due estremi tra la consacrazione del successo e la liquidazione causa fallimento.

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Citando la chiusura dello stesso comunicato: “game on”, per chi rimane  la partita continua anche dopo il game over  e a noi non resta altro che congedare Zombie Studios e dare il benvenuto a Builder Box.

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