Disclaimer Recensione: il dramma al chiaro di sole secondo Cuaròn

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Disclaimer è una delle serie tv più particolare e carismatiche di quest’anno. L’ho pensato sin dalla sua presentazione e ne sono ancora più convinto dopo aver completato la visione del settimo, e ultimo, episodio dello show. Disponibile dallo scorso 11 ottobre su Apple TV+, lo show diretto dal genio creativo di Alfonso Cuaron, al debutto assoluto nel mondo delle serie tv, è un vero e proprio di arte, potere autoriale e profonda passione per il mondo del cinema che, al netto della diversa dimensione, si respira con forza anche durante la visione degli episodi, comodamente seduti sul proprio divano. Disclaimer è un prodotto molto particolare, non adatto a tutti. Cuaron ha confezionato un dramma sopraffino, raccontato con una grande consapevolezza dei propri mezzi e di quello dei suoi principali alfieri, vale a dire non soltanto la meravigliosa protagonista Cate Blanchet ma, in generale, tutto un gruppo che ha saputo remare perfettamente nella direzione che l’autore ha voluto, confezionando così uno show dagli standard qualitativi elevatissimi.


È chiaro, però, che non è mai tutt’oro quel che luccica. Discalimer paga, ad esempio, il ritmo scelto per la narrazione, che spesso è volentieri è veramente troppo lento, quasi nullo, cosa che, tra l’altro, rende anche “pesante” il blocco finale, in cui per forza di cose si condensano tutte le linee narrative che, in realtà, vengono comunque completate in modo coerente e intelligente. Alcuni passaggi sono troppo veloci, altri sono incredibilmente lenti. È questo il vero e forse unico problema di Disclaimer, ma il risultato finale è comunque di primissimo livello. Se siete interessati allo show e state cercando di capire se vale o meno la pena di guardarlo, beh, posso dirvi che per quanto mi riguarda la risposta è decisamente positiva, e voglio provare a spiegarvi il perché nel modo più chiaro e completo possibile.  

Il peso del passato

Disclaimer: oltre la narrazione

Disclaimer è una storia di vendetta, ma non lo capirete subito. La serie si mostra, inizialmente, come un racconto leggero, in cui ognuno dei personaggi mostrati sembra vivere la vita perfetta. Dopo pochi minuti, però, si inizia già a respirare quella puzza di bruciato, tipica di una sensazione di paura e timore crescente che inizia ad insediarsi nella mente del telespettatore, minuto dopo dopo minuto. Tratta dall’omonimo romanzo di Renee Knight, Disclaimer racconta una storia particolare, frammentata, che viene proposta attraverso un racconto che si divide su più linee temporali, che poi si congiungono sul finale. Protagonista della storia è Catherine Ravencroft, una donna di successo a cui non manca nulla: successo, soldi, bellezza e una famiglia perfetta con cui condividere tutte queste cose. O, almeno, così sembrerebbe. Già dopo pochi minuti si capisce che la perfetta esistenza di Catherine è in realtà molto artificiale, forzata, e soprattutto si fonda su un misterioso e oscuro passato che la donna ha voluto in tutti i modi cancellare. E non a caso. 

È proprio questo il fulcro della storia: il passato. Il pluripremiato best seller The Perfect Stranger di Stephen Brigstock sembra, infatti, nato apposta per rovinare l’esistenza di Catherine, poiché è un vero e proprio contenitore di tutte quelle oscure verità che si nascondono nel passato della donna. Com’è possibile? Lo capirete molto presto, ma non voglio anticiparvi la sorpresa. Quello che posso anticiparvi è che la storia, più volte, tende a far giocare un po’ a tutti il ruolo del cattivo e poi quello del buono, si diverte a offrire più punti di vista che poi cambiano, si sciolgono su stessi, e rendono la comprensione della verità molto complessa e appesa un filo, filo alla fine. L’obiettivo dello scrittore Setephen, però, è chiaro sin da subito: vuole portare via tutto a Catherine, vuole distruggerla, ha covato questo sentimento per una vita intera e questo aspetto è il core di una serie che viene gestita in maniera molto intelligente. Tutti questi sentimenti si mischiano e pompano per tutto il tempo un racconto ricco di emozioni, seppur sempre pacato ed elegante, destinati però poi a scoppiare da un momento all’altro, inevitabilmente.

Cate Blanchett è perfetta nel ruolo di Catherine

Lo sguardo spietato della verità

Disclaimer è una storia di vendetta, ma non solo. L’ho detto poco fa e lo ripeto ora, ma i contenuti dello show vanno però oltre tutto questo e spaziano tra i temi più disparati, per offrire una visione delle cose molteplice e mai banale. Cuaron ha scelto di raccontare la storia attraverso un utilizzo geniale dei flashback, che rendono la compresione di tutta la vicenda molto più chiara, ma soprattutto sono messi in piedi in modo tale da non far comprendere la loro natura per una buona parte della serie, creando così un effetto “sorpresa” decisamente intrigante. La serie tratta temi importanti, delicati, ma soprattutto riesce a mettere a nudo, alla perfezione, le insidie dell’animo umano, in modo tanto naturale quanto spaventoso. Man mano che passano gli episodi, e devo ammettere che il ritmo si mantiene piuttosto interessante per tutti i sette episodi, la natura dei protagonisti e dei temi trattati si “sporca” sempre di più, trasformando sempre di più la vicenda in un viaggio oscuro, una storia di morte, perversioni, dolore. 

La storia, come dicevo prima, va via delineandosi, in modo molto intelligente. Il ritmo della narrazione procede spedito e ho trovato pochi momenti “morti” a sporcare l’evoluzione dello show, anche se non tutti i passaggi sono egualmente ispirati. Quello che rimane sempre impressionante è la fotografia. Cuaron ha disegnato uno spettacolo semplicemente perfetto, in tal senso, in cui ogni singola ripresa sembra essere veramente studiata a fondo e con grande parsimonia. Quello che mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca è l’episodio finale. Tralasciando che ho apprezzato poco, in verità, dove va a parare la storia alla fine, ma questa è una cosa molto soggettiva, in generale ho trovato l’ultima puntata un po’ troppo veloce, frettolosa e desiderosa di chiudere tutto e subito e, forse, con un episodio in più sulla scaletta Cuaron avrebbe potuto gestire meglio il finale di un viaggio comunque sempre emozionante e che sono sicuro piacerà a tutti quelli che si lasceranno sedurre dal nuovo show di quella benedetta piattaforma che si chiama Apple TV+, ancora così poco diffusa in Italia e che meriterebbe un successo molto diverso.

Il dramma sotto il sole

Un cast fuori scala 

Non è un mistero che Cate Blanchett sia la splendida punta di diamante di un cast ben strutturato e dal grande talento, e l’attrice australiana ci mette veramente poco per mettere tutti d’accordo sul fatto che, in fin dei conti, il suo personaggio è cucito perfettamente addosso a lei. Blanchett da vita a un personaggio tormentato, enigmatico, ricco di segreti, perversioni e sensi di colpa, e lo fa con un’interpretazione a dir poco perfetta, che mette in luce anche la bravura dell’attrice nel saper interpretar alla perfezione un ruolo polivalente. Catherine, il suo personaggio, che viene valorizzato non poco anche dall’ottima Leila George D’Onofrio, che interpreta la più disinibita e spericolata versione giovanile della donna, è un personaggio talmente complicato da capire e inquadrare che soltanto una veterana del cinema avrebbe carpirne tutti i segreti, restituendo al pubblico un lavoro autoriale semplicemente sublime.

Anche il giovane Louis Partridge, nei panni del tormentato Jonathan, si conferma uno dei talenti emergenti più luminosi nell’industry, e da vita a un personaggio enigmatico e allo stesso tempo così vero, autentico e che rispecchia perfettamente la natura di un giovane della sua età. Ottima è anche l’interpretazione di Kevin Kline, nei panni di un disperato e agguerrito Stephen. Kline riesce a dare al personaggio un volto particolare, sempre carico di disperazione, angoscia, sensi di colpa, tutte emozioni che racchiudono perfettamente il pensiero di un uomo a cui la vita ha strappato via ogni cosa, forse troppo velocemente.


Disclaimer è un prodotto particolare, enigmatico, per certi versi unico. Il racconto messo su da Cuaron si apre e si chiude nel segno del dialogo, dell’introspezione, con numerosi momenti unici e memorabili, caratterizzati da un ritmo particolare ma sempre e comunque interessante. Non è semplice consigliarne la visione a tutti, è un prodotto che vive di un’idea tutta sua anche per quanto riguarda la gestione degli eventi cardine, ma allo stesso tempo è una delle produzioni più interessanti degli ultimi anni, soprattutto per il genere di riferimento.


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