Desert Bus 2.0: l’autista non sa cosa sia il freno

Quella che stiamo per raccontarvi è una storia curiosa. Il videogioco, oltre che una forma di intrattenimento, si è rivelato essere una vera e propria forma d’arte, e in alcuni casi, è stato persino utile allo scopo di raccogliere fondi per fare della beneficienza. I giocatori si sono sottoposti a ogni tipo di sfida: abbiamo visto temerari alle prese con speedrun estremi di Skyrim, oppure gente bendata che completa con successo il classico Punch-Out!! e tanto altro. Ma quando veniamo a sapere dell’esistenza di un gioco come Desert Bus, è impossibile non farsi alcune domande: come può l’idea di creare una cosa del genere essere stata considerata buona? E ancor di più, chi può essere così pazzo da decidere di completarlo? Iniziamo col chiederci di che gioco si tratta e come è nato Desert Bus. Nel lontano 1995, la Absolute Entertainment, casa produttrice ormai defunta, considerò l’idea di realizzare un gioco intitolato Penn & Teller’s Smoke and Mirrors per il vecchio Sega CD. Il gioco, fondamentalmente, era piuttosto strano: una serie di minigiochi truccati per permettere al giocatore, possessore del videogioco, di fare scherzi ai suoi ingenui amici, proponendo loro sfide impossibili, gare coi punteggi truccati e cose simili. Se non ne avete mai sentito parlare, state tranquilli: il titolo non è mai stato realizzato e Penn & Teller è un duo di eccentrici illusionisti americani che conducono alcuni spettacoli televisivi, quindi non c’è motivo di sentirsi in imbarazzo se non se ne sapeva nulla. Ma non tutto venne messo nel dimenticatoio. Uno di questi minigiochi era appunto Desert Bus, che tornò dal regno dei videogiochi mai realizzati nel 2007, in occasione del Child’s Play Charity, una iniziativa fondata nel 2003 da Mike Krahulik e Jerry Holkins, noti anche per il celebre web-comic Penny Arcade, pensata per la raccolta di fondi da utilizzare per donare giocattoli e videogiochi ai bambini meno fortunati costretti negli ospedali, e regalare loro un sorriso. Il gioco consiste nel guidare un autobus in mezzo al deserto, in un viaggio che va da Tucson (Arizona) fino a Las Vegas  (Nevada) alla folle velocità di 45km/h per un viaggio totale di ben 8 alienanti ore effettive! Il nostro unico obiettivo è cercare di non trascendere dal tedio durante il tragitto e rimanere al centro della strada, correggendo leggermente la traiettoria del veicolo che, di tanto in tanto, sbanderà a destra o a sinistra: se dovessimo finire fuori strada, ricominceremo tutto dall’inizio! Fine, questo è il gioco, queste sono le difficoltà, non succede assolutamente nulla di interessante; il nostro autobus non avrà neanche dei passeggeri, vedremo solo rotolare qualche cespuglio, saluteremo occasionalmente un cactus e il massimo del brivido sarà un moscerino spiaccicato sul parabrezza, se siamo fortunati.

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La coppia di illusionisti che compongono il Penn & Teller, Penn Fraser Jillette a sinistra, e Raymond Joseph Teller a destra.

Ogni anno, in occasione del Child’s Play Charity, questo gioco viene streammato per raccogliere soldi da dare in beneficenza: più soldi venivano donati, più lungo sarebbe stato il viaggio. Credeteci o no, ma durante l’ultimo evento, fu trasmesso il viaggio di questo deprimente bus per 159 ore consecutive, senza interruzioni, poiché il gioco non possiede nemmeno l’opzione per essere messo in pausa, e raccolse ben $600,000. Ovviamente, è difficile credere che la gente sia rimasta per 6 giorni e mezzo a guardare l’emozionante avventura di un autobus che va dritto per sempre, ed infatti, lo stream venne reso interessante dal fatto che, il giocatore di turno, svolgeva contemporaneamente altre attività proposte dai donatori mentre guidava il veicolo, regalando un certo gradiente di sfida e brivido all’interminabile viaggio, che, di sicuro, non avrebbe avuto normalmente. Non provate a farlo al volante di autobus vero, eh! Il fatto che stiate guidando da 8 ore non è una giustificazione valida per ammazzare la noia in altre attività! Ebbene, sembra che questo autobus non abbia nessuna intenzione di essere fermato, perché Penn Jillette, uno dei membri del duo di illusionisti, ha deciso, insieme a Randy Pitchford, CEO e presidente della Gearbox Software, casa produttrice che ha dato vita a Borderlands, di lavorare allo sviluppo di una serie di minigiochi per la nobile causa della beneficenza, e in mezzo ad essi, ci sarà la nuova versione di Desert Bus, con una grafica migliorata e compatibile con Oculus Rift e PlayStation VR. Ancora non si sa molto sullo sviluppo di questa follia, ma la sola idea di guidare per 8 ore su una strada dritta in realtà virtuale, potrebbe indurre alcuni di noi a sbandare volontariamente con l’intenzione di tentare la sorte e sperare di essere così fortunati da trovare un ostacolo sufficientemente solido per farla finita. Cercate di resistere però, lo state facendo per beneficenza: pensate ai bambini.