Arcane Speciale Lucca Comics & Games: André Martial racconta Fortiche Studios

Arcane

Un regista di videoclip, un artista autodidatta e un designer entrano al bar… No, non è l’inizio di una barzelletta ma la genesi di Fortiche Studios, uno degli studi di animazione dall’ascesa più travolgente degli ultimi anni, la cui fama, almeno in tempi recenti, è legata senza ombra di dubbio ad Arcane. Ambientata cronologicamente prima degli eventi del celeberrimo League of Legends, la serie targata Netflix è stata acclamata dalla critica come il miglior adattamento videoludico di tutti tempi, grazie in buona parte a un comparto grafico e sonoro ineccepibile. Con la seconda e ultima stagione pronta a debuttare sui nostri schermi, Lucca Comics & Games 2024 ha offerto un’imperdibile opportunità per i fan di scoprire cosa bolle in pentola a Fortiche Studios, grazie a un ospite d’eccezione: André Martial

Marsigliese, classe 1992, André studia animazione 3D alla ESMA di Tolosa, diplomandosi nel 2014 con il corto Amir e Amira. Dopo una breve esperienza presso lo studio francese TeamTO, il lavoro lo porta Inghilterra, dove collabora, fra le altre cose, alla realizzazione di Guardiani della Galassia Vol 2, Paddington 2 e La Bella e la Bestia. Rientrato in Francia, André si unisce a Fortiche nel 2019, inizialmente “solo” come Lead Animator; tuttavia, la sua esperienza nel comparto VFX, unita alla rapida espansione di Fortiche sull’onda del progetto Arcane, lo portano in poco tempo a diventare prima Director e poi Animation Supervisor. Una transizione rapidissima («anche troppo», ammette lui) ma che è sintomo dell’incredibile successo che la serie ha riscontrato presso il pubblico.

Ironia della sorte vuole però che lo studio parigino non sia stato il suo primo approccio a League of Legends: “All’epoca ci giocavano molti miei amici”, racconta. “Ma io ero troppo occupato a lavorare! E poi, LoL è un gioco in cui ti devi impegnare per essere bravo, e a me non piace sentirmi ‘scarso’ quando gioco”

Niente da perdere, tutto da guadagnare

“Piuttosto forte”. È questo il significato del nome scelto nel 2009 da Pascal Charrue, Jérôme Combe e Arnaud Delord per il loro studio di animazione: un nome che ha quasi il sapore della profezia, ma che racchiude in sé la genesi di una delle entità creative dall’ascesa più travolgente degli ultimi anni. Nonostante gli inizi modesti (la prima sede era ospitata nell’appartamento di Jérôme!), Fortiche ha le idee ben chiare da subito: fare dell’animazione una precisa scelta artistica per raccontare storie, sulla spinta di una forte volontà di ampliarsi e migliorare. 

Lo studio inizia ad apporre la propria firma su spot e videoclip musicali finché, nel 2012, arriva la svolta grazie a DoYaThing dei Gorillaz, che permette finalmente allo studio di assumere nuovo personale; nondimeno, la caratteristica impronta grafica e artistica dello studio comincia a delinearsi meglio con quello per La Gaviota, realizzato nello stesso anno per i Limousine e caratterizzato da un’animazione in 3D su uno sfondo disegnato a mano, una necessità dettata da vincoli di budget. 

La storia di Arcane comincia proprio qui, anche se la serie è ancora ben lungi dall’essere realizzata: Fortiche viene infatti avvicinata da Riot Games, che propone di realizzare dei videoclip musicali per alcuni dei personaggi di League of Legends, tra cui Get Jinxed, Rise e Warriors. Lo stile di Fortiche incontra il consenso non solo di Riot ma anche del pubblico, tanto che nel 2016 viene prodotto il primo test per quella che diventerà in seguito la serie vera e propria. Mentre il sodalizio tra le due aziende comincia a consolidarsi, l’incredibile successo di pubblico del pilot spiana definitivamente la strada al progetto: la prima stagione di Arcane debutta su Netflix nel 2021, balzando di prepotenza al primo posto nelle classifiche di ben 52 Paesi e raccogliendo parecchi consensi al di fuori della cerchia di appassionati di League of Legends. Con ben 12 ore di filmati, oltre 300 sequenze e 700 impiegati ai vari livelli, si tratta di uno sforzo organizzativo gigantesco per Fortiche (“come gestire un camioncino ambulante e dover improvvisamente aprire 50 ristoranti in giro per il mondo”), che si trova così ad aprire una sede a Montpellier e una a Las Palmas. 

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La sintesi di questo successo è racchiusa nel teaser che André ci mostra, allo stesso tempo il condensato della storia e della filosofia che anima lo studio e un’anteprima vorticosa e martellante su quello che attenderà i fan in questo novembre. Oscurità e oppressione dominano la seconda stagione, scaraventando lo spettatore in un ambiente claustrofobico e senza speranza dove una Vi quasi irriconoscibile si trascina dall’arena al bar, fino alla squallida stanza in cui si consuma il suo tormento. Una spirale discendente dalla quale non esiste via d’uscita, un passato da cui non si può più fuggire e un futuro ancora tutto da scrivere, tra lacrime, sudore e sangue.

Il genere è un vero e proprio ritorno alle origini per Fortiche; dopotutto, i videoclip musicali sono stati il pane quotidiano del team per diverso tempo, grazie alla sua capacità di raccontare scene complesse in pochi minuti grazie all’ausilio della musica. E proprio come in un videoclip, neanche un secondo deve essere sprecato: immagine, colore, suono e azione si fondono in una spirale vorticosa che non si limita a coinvolgere lo spettatore, ma lo incatena alla scena e lo lascia senza fiato.

Insomma, una produzione studiata al millimetro, alla ricerca quasi ossessiva della perfezione artistica e narrativa in ogni singolo fotogramma. Lo stemma che adorna il chiodo da Cage Fighter di Vi ne è un esempio lampante: il cane a due teste rappresenta il suo conflitto interiore, ma può essere letto anche come la presenza di due ‘teste’, quella di Riot e quella di Fortiche, che collaborano insieme per raggiungere uno scopo comune. Il segreto del successo di Arcane sta tutto qui.

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Arcane: alcuni segreti sulla sua nascita!

Davanti a un brand così intrinsecamente legato ai suoi personaggi, quanto può mettere André nel loro design? La sua risposta è molto semplice: meno di quanto uno si aspetti. Ogni episodio di Arcane parte infatti da Riot, che ha il compito di occuparsi dello script e del comparto sonoro (musiche, voci, doppiaggio), mentre Fortiche prende in mano le redini per quel che riguarda animazione e disegno, con l’obiettivo di rendere i personaggi quanto più verosimili senza interferire con la loro caratterizzazione. Lo studio gode di grande libertà nel delineare i vari design, avendo accesso allo sterminato archivio di Riot, cui spetta comunque l’ultima parola; fortunatamente, la fiducia reciproca fra i due partner evita che emergano divergenze irreparabili, permettendo nel tempo a Fortiche di guadagnare maggiore influenza sul processo creativo.

Una volta stabilito lo script e la caratterizzazione dei personaggi, è il momento di passare alla fase di ricerca. Il team comincia così a mettere insieme delle moodboard in cui riversare ogni tipo di contenuto o riferimento che possa fornire indizi e spunti su cui lavorare; un processo esploso letteralmente durante la seconda stagione, passando da una trentina di pagine per episodio a più di 200. 

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Tutto questo materiale si riversa così nello storyboard, il cui compito è fornire un’idea dei tempi di ogni singola inquadratura. La precisione è d’obbligo, dal momento che anche pochi secondi in eccesso possono portare a sforare un budget che, come per la maggior parte delle produzioni europee, non può competere con quelle d’oltreoceano: “È come cucinare”, spiega André. “Se segui la ricetta dal principio, è più facile arrivare al prodotto finale senza dover ripartire da capo ogni volta”. Fondamentale in questa fase del lavoro è la cosiddetta “Bibbia” di Fortiche, ovvero una raccolta esaustiva di tutto il repertorio di visuali e inquadrature per ogni tipo di scena, immaginando un luogo “fisico” in cui piazzare un immaginario cameraman. Le principali difficoltà incontrate dal team durante la prima stagione derivano proprio dalla necessità di stabilire questo ‘galateo visivo’ per Arcane, più che dall’oggettiva difficoltà di animare le scene vere e proprie.

L’effetto Fortiche entra però in gioco a questo punto, quando lo storyboard arriva finalmente nelle mani degli animatori. Oltre a impiegare i riferimenti contenuti nelle moodboard ed estratti da altri film, questi ultimi spesso e volentieri riprendono sé stessi nelle varie pose, adattando in seguito i propri movimenti alle diverse fisicità dei personaggi. Mentre l’animazione 3D aggiunge quel tocco di realismo in più all’espressività di questi ultimi, il comparto 2D si occupa di infondere alla scena l’impronta caratteristica dello studio: sulle strade lastricate di Piltover o nei più oscuri recessi di Zaun, ogni sequenza prende vita come un dipinto, che verrà poi ‘proiettato’ in 3D per integrare le movenze dei personaggi. L’attenzione quasi maniacale di Fortiche per i dettagli si rivela ancora una volta in fase di editing, quando vengono aggiunti gli ultimi dettagli (come le luci e la fisica dei vestiti), al ritmo delle musiche fornite da Riot: la scena può finalmente prendere vita.

La storia di Vi e Jinx si avvicina all’ultimo atto. E voi siete pronti a tornare su Runeterra?

Articolo a cura di Laura Gaspa

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