Dragon Quest III HD-2D Remake Provato: il preludio alla leggenda

Dragon Quest III HD-2D Remake

In un tempo lontano, in un regno brulicante di mostri e magia, un giovane prode si apprestava a intraprendere un’impresa straordinaria. Questo è il cuore di Dragon Quest III, un’epopea imperitura che ha segnato un’intera generazione di videogiocatori, tracciando un sentiero lungo che avrebbero poi battuto i suoi analoghi, ufficiali e spirituali. Da qualche giorno a questa parte, ho avuto il privilegio di sprofondare nuovamente in questo mondo incantato, grazie alla rimasterizzazione HD-2D operata dal Team Asano di Square Enix e da Artdink, tanto attesa sin da quando ne venne annunciata per la prima volta la lavorazione, ormai più di tre anni fa. Posso dunque assicurarvi che l’emozione di rivedere i luoghi e i personaggi che mi hanno accompagnato durante l’adolescenza videoludica è stata indescrivibile e che i miei occhi del fanciullo, seppur anagraficamente non proprio freschissimi, sono rimasti di nuovo stregati dai vivaci borghi, dalle sconfinate praterie e dagli oscuri sotterranei di Aliahan. La grafica HD-2D è semplicemente perfetta, e riesce a catturare l’essenza del gioco originale per infondergli nuova vita. Il gameplay è fluido e coinvolgente, la colonna sonora trionfale e la storia, ricca di colpi di scena in parte inediti, mi ha rapito quasi come fosse la prima volta. Dragon Quest III HD-2D non è solo un remake, ma un intenso e sincero tributo a un classico senza tempo.

Dragon Quest III HD-2D Remake
Il primo slime non si scorda mai!

Dragon Quest III HD-2D Remake: un viaggio iniziatico

La colonna sonora di Dragon Quest III HD-2D Remake è una vera e propria epifania. Sin dai primi trailer, le nuove orchestrazioni avevano stuzzicato la mia curiosità, ma solo provando il gioco ho capito quanto fossero riuscite a farmi sentire parte integrante dell’avventura. È come se ogni nota fosse stata pensata per evocare un’emozione specifica: nelle vivaci città, la musica ci avvolge in un’atmosfera calda e accogliente, mentre esplorando le misteriose profondità dei dungeon sentiremo un brivido lungo la schiena. E poi ci sono i combattimenti, durante i quali le melodie si trasformano in un inno epico che spinge a dare il massimo. Anche chi non ha mai giocato all’originale rimarrà affascinato dai nuovi arrangiamenti, ma per i fan della prima ora, sarà un vero e proprio tuffo nel passato, in un mare di nostalgia che consentirà loro di rivivere emozioni lontane ma incancellabili. Square Enix ha svolto un lavoro encomiabile nel rivisitare i brani composti originariamente dal compianto maestro Koichi Sugiyama, rendendo loro il giusto ossequio sinfonico.

Ma la musica e il sound design non sono i soli ad aver compiuto un salto di qualità rispetto all’originale, poiché l’intero gioco sembra un dipinto in perenne movimento. La fusione tra 2D e 3D è semplicemente perfetta, mentre gli sprite dei personaggi, animati fin nei minimi particolari, sembrano quasi saltare fuori dallo schermo e interagire con il mondo circostante. È come guardare un cartone animato di trent’anni fa, ma con una profondità e una ricchezza di dettagli che solo la tecnologia moderna può offrire. E cosa dire delle ambientazioni? Autentici quadri viventi, con cieli dipinti a mano e paesaggi che ci invitano a perdere la bussola fra boschi, colline, montagne e declivi. Anche in questo caso possiamo ammirare una cura maniacale per le più piccole minuzie, un equilibrio perfetto tra lo stile rétro dei vecchi RPG e l’estetica contemporanea. Il team di sviluppo è riuscito a catturare l’incanto dell’originale e imbrigliarlo in una confezione fresca e nostalgica al tempo stesso. Ma ciò che mi ha colpito di più è stata la coerenza visiva. Gli attacchi, normali o speciali che siano, anziché essere semplici agglomerati pur gradevoli di pixel, vengono rappresentati con effetti visivi tridimensionali che si integrano perfettamente con lo stile grafico del gioco. Si tratta di una piccolezza forse insignificante, ma a mio avviso è proprio questo tipo di attenzione, questo sforzo nel ricercare il giusto equilibrio a fare la differenza e rendere l’esperienza di gioco ancora più immersiva. Dragon Quest III HD-2D Remake è una piccola, grande meraviglia visiva che dimostra come sia possibile reinventare un classico senza snaturarlo.

Gli attacchi e i colpi speciali traggono vantaggio da una nutrita serie di effetti visivi

Eroe per un giorno

La possibilità di personalizzare i personaggi va ben oltre la scelta della classe. Potremo modificare l’aspetto dei nostri compagni d’avventura, scegliendo tra una vasta gamma di colori per i capelli e gli abiti. È un piccolo tocco, ma che contribuisce a creare un legame ancora più forte con i nostri personaggi. Le arene dei mostri sono un’aggiunta deliziosa che integra una profondità strategica inaspettata al gameplay. Creare una squadra vincente richiede non solo una buona conoscenza delle abilità delle creature catturate, ma anche una comprensione profonda delle dinamiche di combattimento. È come allenare una piccola squadra di Pokémon, ma con un tocco più tattico, una delle tante novità che rendono il rifacimento più moderno e accessibile, un’evoluzione naturale di un classico che ha comunque risentito del trascorrere delle stagioni. Inoltre, la nuova funzione di “ricordo” ci permette di rivivere i momenti più importanti dell’avventura, riascoltando le conversazioni e le battute dei comprimari con cui abbiamo interagito. È come avere un diario di bordo personale, un modo per conservare i ricordi del nostro viaggio e poterlo lasciare in qualsiasi momento, certi che al nostro ritorno si premurerà di spiegarci per filo e per segno quanto accaduto fino a quel momento.

Le aspettative non vengono tradite nemmeno quando si tratta di scendere in campo e menare le mani. La classica impostazione a turni è stata mantenuta, ma con un’accortezza supplementare, perché la possibilità di personalizzare le azioni dei combattenti, turno dopo turno, incorpora un risvolto tattico aggiuntivo che non guasta mai. Immaginate di impostare il vostro guaritore a curare automaticamente mentre il guerriero infligge danni: un tocco di comodità che non sacrifica l’approccio ponderato. Un ulteriore dettaglio che ho apprezzato molto è la visualizzazione dell’equipaggiamento direttamente sui personaggi. Finalmente potremo vedere con i nostri occhi come il nostro eroe diventa sempre più potente man mano che avanza nell’avventura. È un piccolo tocco, ma che contribuisce a creare un legame ancora più forte con il nostro personaggio. Unica pecca: durante i combattimenti, la tradizionale visuale in prima persona impedisce di ammirare nel dettaglio le dotazioni offensive e difensive in azione. Ma d’altronde, l’efficacia di un’arma si misura dai danni che infligge, o no?


Per tutti i fan di Dragon Quest, Dragon Quest III HD-2D Remake è un sogno che diventa realtà, e per chiunque non conosca la serie è un’opportunità fantastica per iniziare una fantastica avventura. Square Enix ha fatto un lavoro straordinario nel rispettare l’opera primigenia, aggiungendo al tempo stesso quel tocco moderno che lo rende ancora più godibile, come se ci avesse dato l’opportunità di ritrovare un vecchio amico con un aspetto completamente rinnovato. Le prime ore sono state incantevoli, e anticipano un prosieguo destinato sicuramente a lasciare il segno, se non al pari dell’originale, quantomeno come sua stupefacente reinterpretazione.


V MENSILE
V007 Mensile
Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.