Per la regia di Tim Mielants (e una super produzione in cui figurano anche i nomi di Matt Damon e Ben Affleck), già autore di varie serie tv tra cui l’acclamata The Responder con Martin Freeman, arriva al cinema (la distribuzione è di Teodora) Small things like these (letteralmente, Piccole cose come queste), tratto dall’omonimo romanzo breve e di successo di Claire Keegan. Racconto d’atmosfere spiccatamente dickensiane ambientato in un’Irlanda fredda, cupa e austera, il film di Mielant affronta il tema già trattato altrove (in particolare, in Magdalene di Peter Mullan e Philomena di Stephen Frears) degli istituti religiosi Case Magdalene e dei terribili abusi che in quei luoghi, paradossalmente adibiti a rifugio e salvezza, subivano le ragazze a cui non era concessa un’alternativa, una speranza in più.
Le Case Magdalene
1985, Sud dell’Irlanda. Bill Furlong (Cillian Murphy) fornisce carbone un po’ a tutta la comunità. Il nero di quel mestiere duro ma in qualche modo redditizio, che gli permette di campare una moglie e ben cinque figlie, costringe le mani dell’uomo a lavaggi sempre più energici, vigorosi, lasciando ombre ogni giorno più ostili di uno sporco che fa oramai parte integrante della sua esistenza. Eppure, Bill, un passato difficile ma un destino che lo ha in qualche modo anche strappato alla miseria più nera, è uomo dal cuore buono che aiuta gli altri quando e come può, e non riesce a restare impassibile di fronte alle brutture, e ingiustizie, del mondo. Così quando un giorno, durante una consegna di carbone presso le influenti e autorevoli suore del convento cittadino (coordinate dalla temibile suor Mary – una mefistofelica Emily Watson), Bill trova e aiuta una ragazza in difficoltà (Sarah) che è vittima di abusi e le ricorda tanto la madre da giovane, il suo cuore si spezza, e per l’uomo inizia una fase amletica di scissione tra bene e male, dove fare la cosa giusta sembra necessario, ma potrebbe (d’altro canto) mettere a repentaglio le piccole, grandi sicurezze della propria famiglia.
Fa’ la cosa giusta
Racconto dickensiano per forma e sostanza, Canto di natale ante litteram, Small things like these ambienta nell’Irlanda fuligginosa dei primi anni ’80 le tragiche vicissitudini della humble class e degli ultimi della piramide sociale, quelli a cui non è concessa (mai) una possibilità di emancipazione dalla propria miseria. Il filantropo Bill Furlong, bambino cresciuto in fretta ma scampato alle torture destinate ai meno abbienti, si muove costantemente in bilico tra senso di sopravvivenza e senso di responsabilità. Uomo silente, segnato dalla vita e dal dolore, dallo sguardo algido ma penetrante di chi ha interiorizzato tutta la sofferenza circostante (nella mirabile interpretazione di Cillian Murphy – Premio Oscar per Oppenheimer), Bill vive la vita da padre devoto e amorevole portando a casa, ogni giorno, una speranza in più (di studio, emancipazione, realizzazione, serenità e salvezza) per le sue adorate figlie. La rettitudine e la pietas che muovono le sue gesta e che lo spingeranno a “indagare” tra le mura di un convento blindato eppure macchiato del sangue di tante ragazze innocenti, fa da motore all’intero film restituendo attraverso lo sguardo intenso e dolente dell’ottimo Murphy tutta l’angoscia di provare a fare “la cosa giusta” pur sapendo che “nella vita, per sopravvivere, ci sono cose che bisogna ignorare”.
Ispirato all’omonimo romanzo di successo di Claire Keegan, il film del belga Tim Mielants è un’opera intima e dolente che scava in un mondo cupo di ingiustizie, raccontando l’eterno abisso tra ricchi e poveri, protetti e miserabili. Incorniciato nella suggestione emblematica delle festività natalizie, stagione perfetta per indagare valore e sostanza dei sentimenti, e suggellato in quel discorso di colpe e assoluzioni a cavallo dei tempi di dickensiana memoria che anima il film, Small things like these racconta l’orrore delle Case Magdalene attraverso lo sguardo ferito e (consapevolmente) impotente di un uomo dai piccoli sogni (da bambino desiderava un puzzle con gli animali, da uomo sogna di acquistare le scarpe per l’amata moglie) ma dalla grande integrità morale. Un film cupo, trascinante, immerso in un’esistenza plumbea che (ci) parla di un passato, ma non solo, oscuro.
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