Siamo nel pieno della “spooky season”, in cui le ombre si allungano e le giornate, tra studio, lavoro e impegni, sono brevi e particolarmente intense. L’indolenza delle vacanze estive è lontana e il sole di giugno sembra agli antipodi rispetto ai colori caldi di questi mesi, ma sarà proprio così? Finji, lo studio collaborativo già responsabile della pubblicazione di Tunic e A Night in the Woods, non è esattamente d’accordo, e fino alla fine di ottobre ci ha permesso di provare in prima persona il connubio perfetto tra i due opposti, grazie alla demo della loro ultima fatica, sviluppata insieme a Sweet Baby Inc.
Attento Scooby, un fa-fantasma!
Nel gioco, ci troveremo nei panni di June, una ragazza pronta a tornare nella sua città natale, Fen Harbor, durante le vacanze estive, con la prospettiva di passare giornate lente e rilassanti tra una gita con gli amici di sempre e un lavoretto part-time, ma che si ritrova inaspettatamente a scoprire la propria capacità di parlare con i fantasmi e a lottare per scongiurare un complotto ultraterreno in grado di annientare l’intera realtà.
Il gioco è un action adventure in 3D, che alterna fasi narrative e di indagine nel mondo reale a sezioni di combattimento ambientate in una oscura dimensione parallela, e proprio sull’aspetto action è focalizzata la demo che abbiamo provato.
Tutto comincia con una breve sequenza introduttiva all’interno di un osservatorio abbandonato, guidati da “Dead Teddy”, il fantasma di un bambino la cui scomparsa in circostanze misteriose ha portato alla chiusura dell’edificio. È immediatamente chiaro che Teddy non sia un normale fantasma, ma che sia in qualche modo fuso con una qualche creatura proveniente dalla dimensione oscura in cui entreremo di lì a poco.
Per quanto breve, l’introduzione trasuda carisma e fascino, tanto per il design, opera di Amelia Herman, quanto per i pochi ma stuzzicanti bocconi di narrazione, opera di Sweet Baby Inc., che ci catapultano nel lore a tinte weird di Fen Harbor. Basandosi sul poco visto finora, Usual June è un prodotto in grado di raccontarsi in maniera eccellente attraverso un ottimo mix di dialoghi e narrazione ambientale, e di certo la demo provata lascia la voglia di scoprire più dettagli sul mondo di gioco e i suoi misteri.
Una volta svolto un semplicissimo puzzle, prende il via l’azione, e ci troviamo a combattere creature simili a granchi nel tentativo di raggiungere Ambrose Blackhurst, studioso, occultista e responsabile delle condizioni del povero Teddy.
Ritorno al passato
La breve esperienza di gioco non si perde tanto in spiegazioni di contesto, lanciandoci “in medias res” all’interno di un percorso costellato di spazi chiusi all’interno dei quali avremo la possibilità di provare il sistema di combattimento sviluppato da Finji, lottando contro avversari simili a granchi.
L’anima action di Usual June non può che risultare familiare, e, stando alle dichiarazioni degli sviluppatori, trova le sue radici tra la semplicità delle meccaniche dei primi anni 2000 e l’intuitività dei controlli del decennio appena passato. Ne risulta un’esperienza sui generis che tuttavia poggia su un sistema solido e comprovato, in cui la gestione dello spazio è fondamentale e ogni colpo andato a segno viene rimarcato da un momento di rallentamento che ne sottolinea l’impatto.
Per liberarsi dei pericolosi avversari, June potrà contare su un attacco a corto raggio e uno a lungo raggio, come tradizione insegna. L’arma principale è una sorta di spada, che ricorda parecchio il Keyblade di Kingdom Hearts, con cui sarà possibile inanellare combo da tre colpi oppure scatenare un attacco di maggiore potenza utile contro i nemici corazzati, mentre l’arma a distanza ci metterà nella condizione di poter scegliere tra differenti proiettili con effetti, potenza e raggio variabile. A chiudere la sacra triade dell’action gaming, troviamo la più classica manovra di schivata, che ci permetterà di evitare gli attacchi e spostarci sul campo di battaglia alla ricerca delle posizioni più vantaggiose.
Nonostante l’impianto assolutamente classico, il lavoro svolto da Finji sembra impeccabile. Le animazioni sono realizzate con cura, partendo dal concetto di un personaggio non addestrato al combattimento, cosa che porta June a gestire i propri attacchi sbilanciandosi e usando la lama al pari di una mazza da baseball, la cui potenza grezza emerge nel look and feel dell’azione di gioco. Oltre all’assenza di un sistema di lock on, la cosa meno entusiasmante, per ora, è la scarsa varietà di avversari e di dettagli nelle ambientazioni oltremondane, ma è qualcosa di prevedibile nel contesto di una demo pre-alpha del prodotto.
L’esperienza purtroppo si conclude appena prima del confronto con Blackhurst, in un mini-cliffhanger in grado di lasciare il giocatore con l’acquolina in bocca per la versione completa. Da quanto appena scritto, sembra evidente che Usual June convinca e incuriosisca, mirando a essere la produzione più ambiziosa di Finji.
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