A Quiet Place The Road Ahead Recensione: l’horror da giocare in silenzio assoluto

A Quiet Place the Road Ahead

Nessuno faccia rumore. Se avete visto i primi due film di A Quiet Place, o il recentissimo A Quiet Place – Giorno 1, saprete già benissimo quanto sia importante una frase simile. Così importante da fare la differenza tra la vita e la morte. E sì, perché nel mondo fantascientifico post-apocalittico dell’universo cinematografico in questione, l’essere umano è letteralmente braccato, giorno e notte, da una specie aliena sconosciuta sprovvista della vista ma dotata di un sensibilissimo sistema uditivo. Fare rumore equivale quindi ad attrarre a sé l’alieno più vicino, che provvederà a falciare il malcapitato in pochissimi secondi. Ora, se questa idea vi mette ansia, pensate a un videogioco interamente basato su di essa. Esiste, si chiama A Quiet Place The Road Ahead e sì, naturalmente è basato sull’universo narrativo di cui vi abbiamo già enucleato gli elementi fondamentali. Lo abbiamo recensito per voi su PlayStation 5, e dopo aver accumulato diverse ore di pura angoscia vogliamo parlarvene.

Gli ambienti sono davvero ispirati (per il genere)

Senza fare rumore: la trama di A Quiet Place The Road Ahead

Che il silenzio sia un elemento imprescindibile della trama, prima ancora che del gameplay di A Quiet Place The Road Ahead, è evidente fin dai primi momenti di gioco. La protagonista femminile si ritrova ad esplorare un edificio e il suo ambiente circostante – situazione che tornerà costantemente nel corso delle ore di gioco – e l’importante non è tanto arrivare dal punto A al punto B, quanto il “come” arrivarvi, e cioè senza produrre il benché minimo, impercettibile suono. Facile, direte voi, basta non correre per il livello. E invece no, perché A Quiet Place The Road Ahead dissemina ovunque barattoli, cocci di vetro, piastrelle e altri oggetti che, anche semplicemente sfiorati, provocano abbastanza chiasso da attirare le terribili creature che infestano ormai il pianeta.

Almeno i primi due capitoli dell’avventura narrativa fungono da tutorial, e servono a mettere a proprio (dis)agio il giocatore, il quale potrà decidere il livello di difficoltà a lui più consono (ce ne sono tre). Per godere al meglio dell’avventura, riducendo però sensibilmente il livello di sfida, e dunque di pericolo, c’è la modalità facile. Per contro, la modalità difficile è quella in cui tanto vale restare semplicemente fermi sul posto per evitare di attirare i mostri, con l’aggiunta che le risorse disponibili sono ridotte ai minimi termini. Dato che godere della trama è fondamentale in A Quiet Place The Road Ahead, noi vi consigliamo di optare per la difficoltà di mezzo, che ci è parsa anche giustamente equilibrata (oltre che perfetta per i meno esperti con il genere).

Il titolo è in fondo un’unica storia, proposta come spin-off dei film. Non è necessario averli visti per godere appieno dell’offerta, anche se naturalmente tutto ciò può aiutare, perché ci si muove così all’interno di un contesto più comprensibile e si arricchisce la propria conoscenza generale sul franchise (insomma, è più stimolante). Ma comunque, con la sua buona quantità di collezionabili, note, noterelle, giocattoli, disegni e lettere disseminati in ogni anfratto, A Quiet Place The Road Ahead sarà davvero esplicito su cosa sia successo fino all’avvio della trama vera e propria… e anche oltre.

Meglio dare una controllatina!

Passi leggeri e torce elettriche

A Quiet Place The Road Ahead è un’avventura horror in prima persona, in cui vestiamo i panni una ragazza a diversi mesi dall’inizio dell’apocalisse, e cerchiamo di tenerla in vita il più a lungo possibile. Il nostro essere umano è del tutto inerme contro gli invasori spaziali: può nascondersi, scappare, spostarsi lentamente e tentare di non fare rumore, poi basta. Non si combatte, non si abbattono mostri e non si fa gioco di squadra; il titolo di Stormind Games è pensato per essere fruito in prima persona, da soli, meglio ancora se muniti di un paio di (ottime) cuffie. E funziona benissimo, sia come esperienza in sé che lato gameplay.

La progressione è tutto sommato guidata (in ogni momento si può richiamare, con comando del gamepad, il punto di arrivo per completare il livello), complice anche l’estensione relativamente ridotta – benché curatissima – degli ambienti di gioco, che possono essere interni o esterni. Inizialmente siamo muniti solo di tanta buona volontà e di pochi indizi che comunicano dove andare e cosa fare; più avanti si ottengono finalmente dei “gadget” con cui rendere più agevole la sopravvivenza. Volete una torcia per illuminare le stanze buie ed evitare così di inciampare per l’ennesima volta in un barattolo? Presto fatto. Che dire poi di un dispositivo che tenga traccia del livello di rumore di ogni nostra azione compiuta a schermo? Utile, no? Beh, c’è anche quello, e tanto altro. Ma tenete presente che le risorse (per esempio le batterie) sono limitate, e dunque che diventa immediatamente opportuno risparmiare sull’utilizzo sconsiderato di ogni oggetto in nostro possesso.

A Quiet Place the Road Ahead
Non fare nessun rumore è l’ABC per sopravvivere nel gioco

Non aprire quella porta… in fretta

La meccanica legata al rumore, di cui si è detto, comporta una fruizione altamente specifica del gameplay di A Quiet Place The Road Ahead (che, tra parentesi, nel momento in cui scriviamo è già disponibile su console e PC). Le idee degli sviluppatori, per essere più precisi, vengono tarate sullo specifico ambiente di gioco e ne comportano una fruizione metodica che non può in alcun modo essere lasciata al caso; anche la semplice apertura di una porta o svitare i bulloni di una grata non sono azioni da prendere alla leggera o con troppa fretta, perché potrebbero provocare magari un rumore minimo, ma in grado di allertare la creatura nelle vicinanze (la cui presenza va sempre presupposta, a meno che non ci si trovi all’interno delle “stanze sicure”, debitamente contrassegnate a schermo come tali). In questi ultimi luoghi si è liberi di camminare, riflettere e parlare con altri personaggi. In tutti gli altri semplicemente no, a meno che non si voglia fare una fine rapida e dolorosa.

Ovviamente per ottenere questo risultato Stormind Games ha fatto sì che ogni oggetto da spostare possieda una sua “sensibilità”. Con il grilletto sinistro del DualSense è possibile aprire una porta verso l’interno o l’esterno, oppure un cassetto, così come altre azioni di questo tipo. Agendo lentamente e con piccole pause, sarà possibile ridurre ai minimi termini il rumore provocato – e questo potrete tenerlo sempre sotto controllo grazie al rilevatore di suoni che il personaggio può equipaggiare, sacrificando ovviamente per qualche secondo l’altrettanto preziosa torcia. Il rilevatore presenta tre diversi indicatori cromatici, verde, giallo e rosso. Un suono verde significa che le azioni a schermo non hanno impatto sull’allerta della creatura. Ma un suono rosso, all’opposto, identifica movimenti troppo bruschi e pericolosi. D’altro canto non è che A Quiet Place The Road Ahead sia davvero così punitivo con i giocatori: basta ricaricare il punto di salvataggio più vicino e riprovare (questa volta con più calma e attenzione).

A Quiet Place the Road Ahead

A Quiet Place The Road Ahead: difficoltà generale e le ottime idee

È difficile rimanere propriamente bloccati in A Quiet Place The Road Ahead, in virtù della linearità di cui si è detto, e ci sarebbe piaciuto avere a disposizione ambienti più ampi, in cui potersi perdere e (giustamente) soffrire di claustrofobia all’idea di un mostro in avvicinamento. Va pur detto che questa assenza è controbilanciata da sessioni in cui si smette di camminare e basta per “affrontare” la presenza delle creature, che in alcune situazioni vengono per forza messe al cospetto del giocatore. In questi casi, si spegne la torcia e con la massima attenzione si punta alla via d’uscita più vicina. Dal punto di vista tecnico, il prodotto di Stormind Games su PlayStation 5 si mostra come validissimo, restituendo sempre immagini in altissima risoluzione e permettendo di scegliere tra una modalità in grado di valorizzare la grafica e un’altra pensata invece per il compromesso a favore del frame rate, che sale così a 60 fps. Dovendo scegliere, noi ovviamente abbiamo puntato tutto sulla fluidità, dato che comunque, visivamente parlando, A Quiet Place The Road Ahead non si fa mancare nulla né nell’uno né nell’altro caso.

C’è però un aspetto di A Quiet Place The Road Ahead che riteniamo propriamente geniale: l’aver utilizzato il controller DualSense di PlayStation 5 come una fonte di rilevazione di rumori esterni. Avete capito bene, esiste un’impostazione di gioco che permette di aumentare ancora di più il livello di sfida, favorendo al contempo l’immersività assoluta di chi stringe tra le mani il controller: il DualSense diventerà in grado di percepire (grazie al microfono) la provenienza di rumori esterni, che verranno utilizzati, all’interno del gioco, come azioni scatenanti per l’arrivo dell’alieno. Attenzione dunque se avete degli amici burloni in salotto, perché potrebbero approfittarne per farvi fuori, semplicemente con uno starnuto. Ecco, da questo punto di vista magari un filtro in grado di scartare i rumori molesti o di tipologia volutamente invasiva sarebbe stato opportuno; ma ci rendiamo conto che svilupparlo avrebbe richiesto tempi immensi e che comunque avrebbe compromesso il senso dell’intera operazione, basata semplicemente sul “fare attenzione”.


A Quiet Place The Road Ahead è un’avventura horror in prima persona sviluppata dal team italiano degli Stormind Games. Si tratta di un titolo che funziona insospettabilmente bene, considerato nel suo complesso, e che mostra come, nel panorama dei tie-in, ci sia ancora chi è in grado di sviluppare un gioco che non poggi unicamente sul franchise di partenza (in questo caso cinematografico) ma anche in grado di arricchirlo con buone idee. A Quiet Place The Road Ahead, ancora, è tecnicamente validissimo, incredibilmente angosciante ed equilibrato nella sua offerta complessiva. Sicuramente poteva essere più ampio e proporre qualche contenuto in più, ma non si può neppure pretendere un punteggio perfetto sul primo prodotto di un gruppo di lavoro. Lo consigliamo a tutti, anche a chi non abbia mai visto i film di A Quiet Place… purché non abbiano paura dei rumori e di chi potrebbe esserne attratto.


 

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