Dal titolo, sicuramente qualcuno potrebbe storcere il naso. Parliamo di coloro che conoscono Sword Art Online da una vita e hanno giocato a tutto, visto gli anime e seguito ogni opera collaterale del franchise. Ebbene, lo ammettiamo, dopo tante opere decisamente problematiche dal punto di vista narrativo, ludico e di profondità, Sword Art Online Fractured Daydream è finalmente quella classica manna dal cielo che arriva per essere determinante. Non ce lo aspettavamo affatto, avendo giocato tutte le opere dedicate al franchise, né pensavamo che Bandai Namco trovasse finalmente una quadra per riuscire a incastrare tutto. Dopo un periodo lunghissimo, arriva un’opera decisamente diversa dalle altre, che abbraccia completamente una campagna single player che non obbliga ad avere amici contemporaneamente connessi gli uni con gli altri, ma che garantisce al contempo la possibilità di vivere l’esperienza in multigiocatore.
La produzione, arricchita di un bel sistema di gioco, propone una marea di scelte diverse, di opzioni intuitive e di possibilità, cosa che in passato era completamente assente. Finalmente, le situazioni sono cambiate in positivo, con un titolo che finalmente abbraccia una modernità e una filosofia di game design che si sposa con il presente, facendo ben sperare anche per il futuro. Sia chiaro, non stiamo parlando assolutamente di un capolavoro, né di un videogioco talmente tanto trascendentale da cambiare le carte in tavola. Al contrario, Sword Art Online Fractured Daydream è solamente – e meno male, oserei dire – un buonissimo videogioco ricco di tantissime sfumature. In un periodo in cui serve un certo tipo di approccio, ecco, non ci si può augurare null’altro che questo, anche per vivere esperienze decisamente più vivaci e chiaramente meno timide.
Una storia ricca di tematiche e situazioni
Nel vasto mondo di Alfheim Online, viene installato un misterioso sistema denominato Galaxia, che permette uno strano malfunzionamento che colpisce tutti i mondi, causando una sorta di fusione. Ora, se siete appassionati del multiverso e non potreste farne a meno, eccovi un perfetto esempio di cosa significhi dover sfruttare le idee: il team ha usato questo canovaccio narrativo per creare una storia originale che include ogni personaggio delle avventure passate, e non. Ed è stata una scelta lungimirante, poiché ora si può scegliere chi impersonare in un roster assolutamente generoso. Tornando, tuttavia, sulla storia e i suoi sviluppi narrativi, stiamo parlando di un racconto che inizia lentamente, e che è bene però non rivelare del tutto per non causare spoiler importanti. A differenza del passato, ora i dialoghi sono ben dosati e incastrati in modo intelligente, non forzando quindi a dover seguire la storia, magari conoscendo tutto quanto. Quando il team ha parlato di “Storia originale”, si riferiva a un racconto che non è necessario conoscere dalle fondamenta. Per incontrare nuovi giocatori, insomma, il team ha optato per un approccio diverso, scegliendo di includere anziché allontanare, avvolgendo al contempo il giocatore in una storia piacevole e toccante, con tantissimi riferimenti al passato, ma soprattutto con molte analogie ad altre opere superiori. Ed è un bene, perché finalmente Sword Art Online incontra i giocatori in modo intelligente, captando le energie giuste e arrivando a un obiettivo nobilissimo, quello di forgiare un’opera che lascia davvero qualcosa, a chi lo gioco.
Complice la localizzazione in italiano, assente per diverso tempo nelle altre produzioni del franchise, ora la produzione assume un altro tipo di profondità, tanto da garantire differenze sostanziali ed evidenti per tutta la sua prosecuzione. E c’è pure il bello: l’avventura è davvero longeva e mai, mai effettivamente noiosa, né tirata per i capelli. La possibilità di renderla giocabile anche con altri giocatori la rende davvero bellissima sotto ogni punto di vista, poiché le combinazioni che si possono optare, le varie mosse e quello che ne consegue completano in modo egregio un game design e un approccio alla narrazione che sanno come colpire nel cuore e stupire.
Non ci speravamo affatto di vedere un videogioco di Sword Art Online che arrivasse ad avere un suo valore qualitativo anche sulla narrazione. Finalmente, la storia non si concentra solamente su Kirito, ma su tutti i compagni, creando anche dei background seri per rendere vivida e piacevole l’intera storia. Ci è voluto diverso tempo perché si arrivasse a un obiettivo del genere. Le scelte di game design, in tal senso, hanno avuto ragione.
Uno Sword Art Online inaspettato
Il nuovo titolo cambia radicalmente l’approccio, non proponendo più macroaree da esplorare, bensì focalizzandosi su tipiche spedizioni à la Granblue Fantasy: Relink, opera che è stata presa come esempio dal team d’origine. Ed è stata una scelta intelligente, perché ogni sfida – anche la più ostica – diventa davvero coinvolgente e finalmente pure divertente. Ogni spedizione, insomma, permette di optare per un diverso personaggio. Inizialmente, il racconto costringerà a optare per diversi personaggi, ma dopo la situazione cambia, permettendo di puntare su un solo protagonista, con l’obiettivo di farlo crescere. Gli scontri avvengono sempre in una area aperta piena zeppa di nemici e di forzieri contenti delle mod, installabili immediatamente, nonché come dei potenziamenti che garantiscono tante possibilità in battaglia e aumentano l’attacco e la difesa. Il sistema di combattimento si focalizza su azioni action sempre rapide, mai banali, ricche di spunti e di situazioni che lasciano notevolmente con il fiato sospeso, rendendo l’avventura particolarmente efficace, sempre tinta di novità e di peculiarità diverse. Ogni scontro inizia con la classica eliminazione dei mob e un raggiungimento totale della missione, che può stagliarsi nel combattimento contro un boss letale, oppure in qualche altro modo. Di missione in missione, insomma, le situazioni cambiano inaspettatamente, con tante differenze sostanziali e aggiunte nuove che completano un’esperienza davvero piacevole. Il ritmo di gioco, inoltre, coinvolge grazie al sistema di combattimento. È rapido, istantaneo e ricco di combo, nonché di magie utilizzabili per tutta l’avventura.
Il team ha voluto porre un’attenzione particolare a ogni aspetto del game design a tal punto da rendere l’esperienza ancora più vivida e piena zeppa di elementi intelligenti e reali. È un game design che si appoggia su di esso e fa solo del bene al giocatore, rendendo inevitabilmente gli scontri molto più coinvolgenti e spettacolari. Ed è sulla spettacolarità su cui si poggia l’intera avventura, con sfide che è possibile affrontare come si preferisce, a livelli maggiori o minori a seconda della situazione. Noi abbiamo optato per la difficoltà più complessa, anche per sfruttare a dovere ogni battaglia e carpire gli elementi vincenti del sistema di combattimento. È un videogioco davvero buonissimo, un risultato che, alla fine dei conti, nessuno si aspettava affatto e che non ci saremmo mai immaginati – finalmente – di avere tra le nostre mani. Quello che cambia radicalmente è anche l’online, con server ora più stabili e un numero di giocatori ricco. Combattere assieme a uno sconosciuto oppure un amico è diventato davvero piacevole, tanto che potrebbe portare qualcuno a viversi l’intera esperienza in compagnia. Inoltre, è stata aggiunta un’altra modalità, quella free roaming, meno appetibile rispetto all’altra: è presente anche per non stracciare affatto con il passato, ma renderlo comunque enfatizzato all’interno dell’avventura, senza tuttavia renderlo trascendentale. Sul piano contenutistico, dunque, Sword Art Online Fractured Daydream sa assolutamente farsi apprezzare per tutte le ore che propone, sfondando letteralmente la quarta, la quinta e pure la sesta parete. Ed era ora, dannazione. Era ora.
Un art direction ancora da migliorare
Se la narrazione e il game design da una parte riescono davvero a coinvolgere, dall’altra è l’art direction che appare un po’ deboluccia. Ora, è il caso che il team cresca anche da questo punto di vista, seppure sia sulla buona strada per realizzare un lavoro più oculato e profondo. Intanto, cosa colpisce è la cura riservata per gli ambienti circostanti, anche se talvolta le aree soffrono di una certa ripetività, inevitabile quando si hanno zone all’aperto in cui avviene la maggior parte della storia.
Sul versante tecnico, invece, è tutto nella norma. Su PlayStation 5 il titolo riesce a mantenere i sessanta fotogrammi al secondo, proponendo inoltre tante opzioni al suo interno per modificare la grafica. Ancora non vi è cosa è presente in altre opere, ma piano piano, e con i tempi giusti, potrebbe arrivare anche altro. Intanto, la sfida era quella di trovare una quadra in un brand in assoluta difficoltà, con degli ultimi capitoli problematici e di poco impatto, ridotti a essere delle macchiette nella storia decennale del franchise. Ora, invece, la situazione è cambiata. E in positivo, davvero molto in positivo.
Sword Art Online Fractured Daydream è decisamente il miglior videogioco di SAO in circolazione. Ricco di personaggi, di un vasto roster che è possibile selezionare a piacimento e di protagonisti che è possibile far progredire nel corso dell’avventura, lo rende un titolo decisamente pieno zeppo di attività. A fare un figurone è difatti il sistema di combattimento, ora migliorato, nonché la progressione e la storia. Insomma, finalmente c’è un motivo reale per giocatore a SAO anche da soli, oltre che con gli amici.