Mika and the Witch’s Mountain Recensione V mensile

Mika è una giovanissima aspirante strega che parte alla volta del Monte Gaun per cominciare l’apprendistato presso la indisponente fattucchiera Olagari, che in tutta risposta la “invita” a tornare quando avrà fatto più esperienza, facendola precipitare sull’isola ai piedi del monte. Qui la nostra dovrà rimboccarsi le maniche per racimolare la somma necessaria a una scopa sufficientemente performante, facendo nel frattempo pratica come corriere… nonché la conoscenza dei pittoreschi abitanti del luogo, che diverranno per lei una seconda, stramba, famiglia.


Volare liberamente in giro è una bellissima sensazione. Fare manovre complesse… un po’ meno.

Life Stranding

Non sono molti i videogiochi in cui ci si improvvisa corrieri, e Mika and the Witch’s Mountain utilizza la meccanica della posta più come veicolo emozionale che come sfida. Del resto, anche con Sam Porter Bridges di Death Stranding quel che contava non era l’attività in sé quanto la metafora del viaggio, della consegna, nonché i sentimenti più o meno palesi di mittenti, riceventi e intermediari. Il nuovo titolo Chibig prende le mosse (mood, motore grafico) dal precedente Summer in Mara, per realizzare un videogioco letteralmente apocrifo di Kiki – Consegne a domicilio, di cui condivide atmosfera (stile delle musiche comprese) e messaggi. Se siete in cerca di una lunga sfida, guardate altrove: se volete farvi cullare dalla brezza marina, invece, “accomodatevi” sulla scopa di saggina e cominciate a consegnare pacchi, missive e oggetti smarriti, aiutando nel contempo i vostri concittadini alle prese con problematiche di vita più o meno quotidiana. Presto vi renderete conto che l’impalcatura delle missioni è solo falsamente sfidante, ma in realtà il livello di difficoltà del gioco è molto basso, e cercare di completare le consegne con le migliori valutazioni è prettamente inutile. Certo, una volta finita (in circa tre ore) l’avventura principale, l’endgame può regalare soddisfazioni con i vari collezionabili nascosti e un paio di interazioni a sorpresa interessanti, ma è poca cosa: il valore dell’opera sta nel suo “coefficiente copertina”, permettendovi di volare piacevolmente anche senza meta, mentre vi affezionate ai vari personaggi. E pazienza se tecnicamente l’open world è chiaramente finto, i controlli non sono reattivi come potrebbero e la fluidità dei movimenti (perlomeno su Nintendo Switch, versione che abbiamo provato) è altalenante.

Mika and the Witch's Mountain
Coltivare i rapporti umani con mittenti e riceventi è una parte fondamentale dell’esperienza.

Conclusioni

Mika and the Witch’s Mountain mantiene quel che promette: un’avventura a cuor leggero in sella alla scopa, alla scoperta di se stessi… e degli altri. Le meccaniche di gioco sono basilari e tecnicamente non è fluidissimo, ma riesce a essere amabile pur non risultando memorabile.

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