Perché il sistema CERO è al centro delle polemiche in Giappone?

Recentemente, il noto designer Shinji Mikami ha proferito parole durissime contro i componenti della commissione del CERO, l’ente giapponese che si occupa del rating dei videogiochi. In particolare Mikami ha affermato: “Penso sia un sistema strano perché i giochi finiscono per essere limitati a causa di regole stabilite da persone che non giocano, bloccando il divertimento di coloro che vogliono farlo”.  A queste critiche si è aggiunto anche Goichi Suda, a.k.a. Suda51, infastidito che il sistema costringa, di fatto, gli sviluppatori ad autocensurarsi o a realizzare versioni meno cruente per il mercato interno nipponico: “Non abbiamo altra scelta se non affrontare le restrizioni regionali imposte come parte del nostro lavoro”. E ha continuato: “È un po’ triste se la gente dice ‘Comprerò la versione per PC su Steam perché voglio giocare senza censure’ anche se il nostro gioco è disponibile su una varietà di altre piattaforme”. Questo perché il CERO è obbligatorio per i titoli su console, ma può essere bypassato su Steam. Le parole dei due designer non fanno altro che aggiungersi a quelle scaturite dopo il diniego del rating per Dead Space Remake e la contemporanea luce verde per Stellar Blade.

CERO
Dead Space Remake, come molti altri giochi cruenti, è interdetto su console in Giappone.

Come funziona il CERO

Il CERO nasce nel 2002 come organizzazione no profit e le persone che ne vanno a comporre il management sono scelte tra il grande pubblico. I requisiti richiesti sono: avere un’età compresa tra i 20 e i 60 anni d’età, non aver lavorato nei videogiochi, non avere parenti che abbiano lavorato o lavorino nell’industry. Queste persone si sottopongono a un training specifico, e il rating è il risultato di una valutazione effettuata sullo stesso prodotto da più soggetti, similmente a quanto accade per le recensioni di Famitsu. Fondamentalmente, le sue attività sono tese a proteggere i minori da contenuti ritenuti inappropriati e vuole essere uno strumento utile per i genitori. La restrittiva legislazione che il Giappone ha messo in campo per difendere i minori è estremamente pervasiva e ha avuto come conseguenza una forte attenzione a tutto ciò che potrebbe essere visto come contenuto inappropriato. Una responsabilità molto sentita, che influisce pesantemente sul giudizio dei funzionari del CERO, i quali decidono, seguendo la propria sensibilità, ciò che può essere opportuno o inopportuno. In alcuni casi, l’Ente richiede una esplicita censura di contenuti che costringe a creare versioni differenti dello stesso gioco. Questo tipo di richieste mette in seria difficoltà le aziende che non possono permettersi di fare versioni ad hoc per i diversi mercati e che devono autocensurarsi fin dal principio. Insomma, una bella gatta da pelare per chiunque voglia commercializzare le proprie IP in Giappone.

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