L’argomento delle licenze musicali è spinoso, soprattutto in ambito videoludico. È difatti davvero raro che un film “perda” un pezzo di colonna sonora nel corso degli anni, magari in caso di una riedizione. Capita invece che le serie TV vedano le canzoni sostituite da pezzi strumentali nei nuovi passaggi o nelle riedizioni in DVD e Blu-Ray. Il passaggio al digitale, inoltre, facilita eventuali passaggi di revisione, e a volte anche alcuni videogiochi perdono i diritti di alcune canzoni, scaduti nel tempo, ritrovandosi certe volte monchi al punto addirittura di non essere più disponibili in toto. E non parliamo solo di titoli musicali, rhythm game e titoli sportivi che utilizzano talune canzoni come veri e propri inni. Ad esempio, il grande classico di Remedy, Alan Wake, è stato un’altra vittima di questa problematica, in queste settimane. Il leggendario brano “Space Oddity” di David Bowie è infatti stato eliminato, tramite update, dalle versioni PC (Steam, GOG ed Epic Games Store) del gioco originale del 2010, per questioni di sopravvenuti cambi nelle licenze.
Ground Control to Major Tom
Il remake del gioco non è affetto da questa problematica, perché a quanto pare Remedy ha rinnovato la licenza, ma solo per utilizzare la canzone sulla nuova versione, mentre quella originale soffre questa triste perdita, alleviata però da un brano nuovo di zecca, realizzato appositamente per l’occasione, dal titolo “Strange Moons”. È opera del compositore di fiducia dello studio, Petri Alanko, che quindi ben sapeva dove mettere le mani e che tipo di sonorità cercare. Difatti, è partito da un brano che poi non è rientrato nel cut originale del gioco; quindi da un certo punto di vista abbiamo guadagnato un “ripescaggio” di pregio.
Alan Wake: corsi e ricorsi musicali
Non è la prima volta che succede qualcosa del genere, e in particolare proprio Alan Wake aveva avuto problemi con le licenze musicali, in passato: nel maggio 2017 il gioco venne ritirato dagli store digitali, per tornare solo nell’ottobre del 2018, proprio per permettere il lungo iter di ristabilimento di licenze non specificamente divulgate. Si tratta di un problema di difficile soluzione, ma di grande impatto: a volte le musiche vengono viste dall’utenza come “accessorie” ma sono in realtà una parte fondamentale dell’opera, in grado di determinarne l’atmosfera e in parte anche il successo. Dover cambiare una canzone “di sottofondo” che però è parte integrante di un’opera ne cambia il mood, se non il significato: questo dimostra come la musica non sia solo un ornamento, ma un elemento strutturale dell’esperienza videoludica.
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