City 20 Provato Early Access: manuale per sopravvivere alla fine di tutto

City 20

Figlio di un genere ormai conosciuto e apprezzato da molti, City 20, survival-game ambientato in un mondo post-apocalittico, è la risposta giusta a Frostpunk 2 e a opere di questo tenore. Certo, è chiaramente coraggioso asserirlo, soprattutto quando si parla di un team italiano che, concentrato com’è a voler dettagliare dei nuovi approcci, manda su Steam la sua opera in Accesso Anticipato. La produzione, oltre a offrire una mole di scelte e di approcci diversi, concentra le sue energie sui classicissimi di un genere come sempre infallibile. È chiaro che, a distanza di anni da altrettante opere di questo tenore, non si possa fare altro che sperare nell’uscita di produzioni come questa. Il panorama videoludico, d’altronde, cambia costantemente e assume connotati diversi in base a cosa offre.

Con City 20, in tal senso, è la ricerca dell’essenziale a colpire. È un obiettivo nobilissimo nell’attuale scenario dello sviluppo, piuttosto concentrato sull’offrire situazioni sempre diverse e approcci mai banali. È cosa accade, per l’appunto, nel prosieguo dell’esperienza che abbiamo iniziato con moltissima curiosità, interessati a scoprire e notare quante situazioni potessero configurarsi. Anche se si tratta di un provato, perciò di una valutazione preliminare rispetto alla versione originale, non possiamo che essere entusiasti di esserci concentrati parecchio sugli aspetti contestuali e di gameplay dell’opera di Untold Games, alla ricerca di una soluzione nobilissima e dal grande impatto per catturare l’attenzione del giocatore. In questo caso, ammettiamo di averci passato con piacere cinque ore al suo interno, apprendendo il necessario e, soprattutto, capendo che non è mica semplice sopravvivere in un mondo così caotico.

Il fuoco sa essere inebriante

Di contestualizzazione e di grande impatto

Il paragone precedente, forse, non è azzeccato. City 20, se nel mondo esistesse il giusto bilanciamento, è in realtà semplicemente un videogioco isometrico che permette di muovere un personaggio in un vasto e complesso mondo di gioco. Il contesto, come precedente accennato, è quello della Russia post nucleare, un posto scomodo e difficile per chiunque cerchi speranza. È un luogo, di fatto, inospitale e caotico, dominato da forze intestine che tentano costantemente di prevelare sull’altra – spesso compiendo atti esecrabili. A interessare, infatti, è come vengono compostele situazioni a interessare: sempre avvolgenti, completamente toccanti e ben mirate, le varie vicende che si susseguono sanno come risultare di grande impatto, in armonia con il resto da scoprire. Si parte, in tal senso, da un luogo sconosciuto, posto a nord ovest di dove ci troviamo inizialmente. Un uomo, solo e consumato dal dolore, ci insegna come sopravvivere al mondo, dominato da fazioni e da personaggi sinistri e brutali.

Ora, per quanto abbiamo provato, è bene comunque partire in modo cauto, preparare ogni situazione con intelligenza e pensare e riflettere attentamente che qualunque genere di situazione potrebbe risultare perigliosa. Dunque, il ragionamento alla base è fondamentale: qualunque azione compiuta, semplice o meno, ha una sua conseguenza. È un survival estremamente punitivo che non fa sconti a nessuno e preclude, per le prime due ore, di apprendere celermente le nozioni principali. È una scelta intelligente poiché essa mette in chiaro la profondità messa a nudo dal team italiano, che, in automatico, rende in realtà chiarissimo il tipo di approccio scelto: quello sandbox.

Un posto… desolato?

Il genere sandbox, per chi lo sente per la prima volta, è uno dei più apprezzati su PC in termini assoluti. Ce lo conferma Mount & Blade, e lo sottolinea pure, facendolo notare a tutti, anche City 20. I primi passi che si compiono all’interno dell’esperienza sono dedicati alla scoperta, focalizzati essenzialmente sul crafting. Il primo gesto compiuto, infatti, è stato quello di spezzare una sedia per raccogliere dei tronchetti da usare, in seguito, per creare un bastone; da esso, in seguito, abbiamo ricavato una zappa. La stessa è stata utile per seminare semi di varia utilità, pensati essenzialmente per espandere una coltivazione di zucca per non darsi alle ruberie costanti.

In tal senso, abbiamo pure provato a fregare qualche passante, assicurandoci la sua fiducia, per poi tradirlo. Abbiamo viaggiato per le roccaforti limitrofe, facendo l’occhiolino, con l’abbietto compito di farci impietosire. Il risultato ottenuto è chiaramente storia, poiché da esso siamo riusciti ad attirare la fiducia di coloro che avevano pregiudizi su di noi. In tal senso, i rapporti umani fra personaggi sono fondamentali proprio per sottolineare quanto possa essere delicato dover convivere con quanto avviene. Il primo passo, comunque, è assicurarsi che tutto sia assolutamente ben chiaro dall’inizio: non esistono opzioni di dialogo fin troppo marcate, ma confidiamo che potrebbero essere aggiunte in futuro. Al momento, l’approccio seguito dal team è assolutamente in linea e perfetto con quanto vuole effettivamente mostrare attraverso il suo gameplay, che è il reale fulcro dell’esperienza, non solo survival con i classici elementi di crafting né tremendamente similare ad altre opere del genere. Ma, semplicemente, totalizzante nei termini della sua struttura ludica, ora coinvolgente e mai banale, capace di risucchiare al suo interno e non lasciare più il giocatore.

Qui è dove tutto ha iniziato

City 20: un gameplay in costruzione

La produzione, al momento, ha solidissime basi per sorprendere e avvolgere il giocatore al suo interno. Lo si comprende sin dal primo momento, da quando è il momento di combattere, o di sopravvivere. Tornando al crafting, sia chiaro: non si tratta di un modello articolato né complesso; esso è in realtà molto intuitivo, poiché basta accedere al menu principale per selezionare i progetti utili alla causa. I materiali da raccogliere, in tal senso, sono tanti e sempre diversi. È bene, chiariamo, fare incetta e non lasciarsi trasportare dall’impetuosità né dalla fretta. È utile intanto raccogliere molto legname, fibre dalle piante e tanto, tantissimo cibo. Sembra brutale, ma il reale modo per sopravvivere sembra quello di tradire il prossimo e rubargli tutti i suoi averi.

È una strategia che abbiamo sovente adoperato, nel corso del nostro preliminare viaggio al suo interno. Oltre a costruire e pensare attentamente come procacciarsi il cibo, è bene saper combattere. Per quanto possa essere terribilmente interessante provare a sopravvivere con i pugni, consigliamo invece di munirsi di un’arma contundente che possa tenere a bada i nemici. Ecco, questo è interessante: quando si combatte, City 20 diventa una sorta di picchiaduro. Con tanto di lock-on, peraltro, con la possibilità di cambiare il marcatore del nemico in base a chi s’intende colpire e uccidere. Lo stesso capita anche quando si tratta di usare delle armi da fuoco, che consigliamo di fare proprie quasi immediatamente. Potrebbe risultare estremamente complesso arrivare a un obiettivo di questo tipo, eppure il dettaglio più interessante dell’opera, sorretto da un game design tanto semplice quanto piacevole, ha la grande capacità di attirare l’attenzione.

Il gameplay, al momento, risulta fluido, pieno zeppo di cose interessanti. È la fluidità dei momenti e degli istanti che si vivono a coinvolgere. Certo, si parte nel silenzio totale, con pochissimi punti di riferimento. Piano piano, però, tutto s’ingigantisce in modo assolutamente piacevole e ben mirato. Il futuro, in tal senso, resta tutto da seguire. Oltre a un lavoro che deve portare a migliorare i fondamenti stessi della struttura ludica, il team di sviluppo deve concentrarsi sui momenti morti. Al momento, abbiamo notato pochissima casualità, al suo interno; e la ricetta giusta potrebbe essere esattamente questa.

Poi, una cosa importante: ad averci davvero coinvolto e sorpreso, oltre al gameplay e l’immediatezza della struttura ludica, è l’art design. Ogni area è piena zeppa di elementi, di oggetti celati e tanto altro. Di grande impatto è anche quello estetico, con tante, tantissime cose positive relative alla direzione artistica. Vedere l’acqua piovana scavare il cemento è qualcosa che auguro a chiunque, così come notare nel dettaglio l’erba alta e molto altro. C’era davvero bisogno, ora, di un Accesso Anticipato di questa caratura.


City 20 in divenire che potrebbe sorprendere e lasciare ai giocatori molto su cui riflettere. La struttura alla base dell’opera c’è tutta, come anche la profondità in fatto di struttura ludica e di coinvolgimento, sorretta da un ottimo modo di comunicare il proprio talento. Qui, di talento, ce n’è tanto e confidiamo che possa solo migliorare ulteriormente, com’è giusto che sia. La produzione sorprende, lascia il segno e si fa ovviamente apprezzare.


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