Dagli sviluppatori che hanno portato Ao Oni su Steam lo scorso luglio (Game Studio) e dal publisher di Elden Ring, della Dark Picture Anthology e soprattutto di Armored Core (Bandai Namco, con cui condivide alcuni aspetti), ecco Synduality Echo of Ada. Di base siamo di fronte a un extraction-shooter-PvPvE. Dopo la closed beta di questa primavera (abbiamo partecipato anche a quella, ecco l’idea del nostro Walter Ferri), stavolta agli utenti è stato proposto un Closed Network Test, utile per saggiare meglio le capacità dei server e gli aspetti legati alla connessione. Potrà sembrare ridondante per chi ha seguito il progetto fin dall’inizio, ma per tutti gli altri potrebbe essere utile un veloce recap.
Un ripassino veloce: come nasce Synduality Echo of Ada?
Sebbene il videogioco in sé – lo anticipiamo – non sembri possa rappresentare una rivoluzione nel genere degli Extraction Shooter (e anzi, aderendo perfettamente a canoni e stilemi già ben collaudati, con trope ripresi anche da altri generi), il progetto generale di Bandai è molto più grande. Echo of Ada, infatti, è solo uno degli ultimi tasselli all’interno di un media franchise appena nato e in divenire – quello di Synduality, appunto – e che vanta già l’anime “Noir” disponibile su Disney+ (qui la recensione della nostra Eleonora Bracci).
Il mondo immaginato dai creative è un futuro post apocalittico. A un certo punto del 21esimo secolo, un cataclisma denominato “lacrime di Luna Nuova” ha spazzato via il 92% dell’umanità . In sostanza, una pioggia altamente corrosiva e dai side-effect peculiari. Praticamente, siamo di fronte a un concept molto simile a quello visto in Death Stranding. Per sopravvivere, gli umani superstiti si sono organizzati per vivere sotto terra fondando la megalopoli Amesia. Nel giro di un secolo, l’umanità è riuscita persino a progredire mediante l’utilizzo del cristallo AO, un minerale ora essenziale per l’approvvigionamento energetico.
Un mondo bellissimo, ma inospitale
Dove ci inseriamo noi in questa storia? Noi siamo parte di un corpo chiamato Drifter che ha il compito di esplorare la superficie per recuperare i preziosi cristalli. Lo faremo a bordo dei mecha chiamati Cradle Coffin e accompagnati dalle unità cibernetiche Magus.
Il pianeta che conosciamo è però mutato completamente. La pioggia velenosa che corrode la nostra armatura ha generato delle creature chiamate Enders, nuovi dominatori del mondo emerso. Col passare del tempo alcuni drifter, stanchi di far parte dell’Associazione e di fornire i propri guadagni ad Amesia e al resto delle comunità umane, sono diventati banditi che operano sul mercato nero (più o meno come i Muli in Death Stranding, per capirci).
È dunque con tutte queste insidie che dovremo fare i conti una volta in superficie. Anzi, nostro nemico sarà anche il tempo: la batteria dei Coffin è limitata a 22 minuti (alcune sono più capienti, ma ci arriveremo). Dunque dovremo sbrigarci se non vorremo rischiare di restare a piedi nel bel mezzo di un’uscita. Quando in superficie, potremo collezionare cristalli e altre risorse sia esplorando le rovine di ciò che rimane dell’umanità precedente al cataclisma, sia sottraendolo a banditi e altri Drifter. Una volta nel nostro garage, poi, saremo liberi di personalizzare il nostro Cradle a piacimento, produrre nuovi pezzi e armi o acquistarle insieme alle munizioni e ad altre preziose risorse direttamente dall’associazione.
Carino, ma poco originale
Prima di passare alle valutazioni di carattere squisitamente tecnico – abbiamo diverse ore in-game durante il week-end di prova per testare quanto più possibile – ci permettiamo una piccola digressione riguardo il gioco in sé. Come già anticipato, Synduality Echo of Ada è un extraction-shooter co-op PvPvE che nulla ha da invidiare ai suoi competitor. Fa quello che deve fare senza sbavature. Contesto e meccaniche vengono spiegate in maniera semplice ed efficace da filmati che richiamano una estetica già appartenuta, ad esempio, a Fallout dal 3 in poi e che già avevamo visto in quello Starship Troopers di Paul Verhoeven di recente riscoperto grazie a Helldivers 2.
C’è poi da ammettere che il canovaccio generale (cataclisma, società sopravvissuta sottoterra, robottoni, megacorp che controllano questi robottoni, ribelli che provano a rovesciare l’ordine costituito) è un qualcosa di già ampiamente visto al cinema, nella letteratura e anche nei videogiochi. In particolare: se non avessimo menzionato il titolo e descritto solo scenario, trama e gameplay, siamo certi che molti avrebbero potuto confondere la descrizione di Synduality per un capitolo qualunque di Armored Core (in particolare da 1 a 4). Un caso che le ultime due iterazioni del brand FromSoftware siano state pubblicate da Bandai Namco? In fondo sì, lo è.
Synduality Echo of Ada: qualche incertezza di troppo
Ma quando abbiamo giocato lo abbiamo fatto senza troppi patemi d’animo. Chiaro: organizzare un Closed Network Test e poi piazzare manutenzioni straordinarie per due dei tre giorni messi a disposizione per la prova non è proprio il massimo, specie se si tratta di un ‘problema’ già vissuto durante la closed beta di questa primavera. Il 15 settembre, in particolare, la manutenzione straordinaria ha richiesto un tempo più lungo del previsto per essere completata.Eccettuato dunque questo inconveniente, l’esperienza è stata generalmente positiva. Attenzione però: positiva non significa perfetta. È capitato, ad esempio, di vedere qualche lag.
Il comprensibile – ma ancora sopportabile – fastidio risultava però accentuato quando detti fenomeni si sono verificati stando vicini ad altri player umani. Ricordiamo, infatti, che non è mai possibile conoscere con certezza le intenzioni degli altri giocatori e chi può sembrarci amichevole può decidere di colpirci alle spalle in qualsiasi momento. Sebbene in un primo momento fossimo pronti a imputare un tale disagio alla connessione adoperata (una FWA), frequentando poi il subreddit dedicato abbiamo scoperto di non essere i soli ad aver notato qualche ‘singhiozzo’ nei movimenti. Insomma, c’è ancora qualcosa da rivedere.
In conclusione: dopo due prove all’attivo siamo convinti che Synduality Echo of Ada abbia tutte le carte in regola per essere un buono shooter. Di certo si è già guadagnato un discreto seguito e il nostro interesse. Il menabò su cui Game Studio e Bandai Namco hanno scelto di lavorare è già parecchio collaudato. Spazio a un pizzico di fanservice per solleticare gli occhi di chi gioca, ma senza stonare. La mappa è vasta, e le possibilità di esplorazione sono parecchio interessanti. Al momento, forse, il problema vero riguarda proprio la tenuta dei Server. Tenendo a mente dei problemi riscontrati in fase di prova e che questi si siano presentati nonostante un accesso contingentato ai server (anche a seguito di alcune manutenzioni straordinarie), il rischio che un numero più alto di player in-game possa rappresentare un ostacolo al godimento del gioco è alto. Game Studio, comunque, ha tutto il tempo per recuperare e non abbiamo alcuna ragione per pensare che non lo farà .