Persona 3 Reload Episode Aigis Recensione: un tramonto agrodolce

Persona 3 Reload Episode Aigis Recensione

Immaginate questa situazione: siete a casa e avete appena concluso – tra mille emozioni – quella che da ora in poi diventerà una delle vostre opere preferite. Che si tratti di un libro, una serie TV o in questo caso un videogioco, quello che si è provato prima, durante e dopo l’esperienza di questo medium rimarrà impresso nelle vostre menti per molto tempo. In alcuni casi addirittura rivisitato durante i momenti no della vita quotidiana, durante i quali abbiamo bisogno di un certo livello di comfort e familiarità che solo quel particolare titolo riesce a darci. Ma cosa succederebbe se, ad un certo punto, vi fosse la possibilità di “andare oltre” la propria zona di comfort e sfogliare un’ipotetica pagina successiva presente superati i titoli di coda, la postfazione o la schermata finale? Fin dove possiamo e potremmo spingerci con la nostra curiosità prima di poter dire “basta”? Questo è più o meno un riassunto della mia esperienza con Persona 3 Reload Episode Aigis, scenario extra disponibile all’interno del Pass d’Espansione dell’omonimo JRPG made in ATLUS che, in questo 2024 ricco di esperienze in stile Megaten, propone un nuovo finale per quella che è ad oggi la versione “definitiva” dell’opera che ha rivoluzionato e cambiato per sempre la direzione del franchise spin-off. Ne parliamo nel dettaglio qui ed ora in tutte le sue sfaccettature. Allacciate le cinture.

Persona 3 Reload Episode Aigis
Immagine promozionale di Persona 3 Reload Episode Aigis

Oltre la fine del viaggio

La sesta generazione di console è stata per molti versi un periodo interessante e intriso di sperimentazioni. Non solo dal punto di vista del gameplay e dell’impatto grafico rispetto alla generazione precedente, ma anche dal punto di vista narrativo e nel modo in cui le software house si approcciano alla creazione delle proprie storie. Nel suo piccolo, l’originale Persona 3 rivoluzionò il modo in cui la serie si approcciava narrativamente al pubblico, ottenendo consensi unanimi e salvando ATLUS dal fallimento. Con queste premesse, era inevitabile che la release successiva tornasse ad esplorare il mondo e le persone di Tatsumi Port Island, tramite una ri-edizione (a la Capcom) “completa” e “riveduta” della loro nuova opera. Persona 3 FES ri-bilanciava l’esperienza di gioco, aggiungendo nuove scene allo scenario vanilla “The Journey” e al tempo stesso aggiungendo una sorta di sequel. “The Answer” andava a raccontare gli eventi successivi alla fine del viaggio dei membri del SEES, gettandoli all’interno di un’avventura introspettiva che andava a “mettere un cerotto” su alcuni interrogativi di background e aggiungere nuovi retroscena sui nostri personaggi preferiti.

Persona 3 FES “The Answer” fa parte di un filone di titoli JRPG che nel periodo della sesta generazione di console cercava di spremere quanto più possibile dalle proprie storie e personaggi, tra alti e bassi. Impossibile non citare esempi come Final Fantasy X-2 e Final Fantasy IV: The After Years, dei super sequel della decima e quarta fantasia finale che ancora oggi fanno molto discutere gli appassionati per il modo in cui Square Soft/Enix svilupparono il tutto. Secondo molti (me incluso), il sapere cosa ci sarebbe stato OLTRE il finale simbolico o quanto meno conclusivo di queste opere avrebbe potenzialmente rovinato questi ultimi, minando in toto sull’esperienza e fantasticazione che gli utenti avevano costruito una volta raggiunti i titoli di coda. Per The Answer si andò a creare uno scenario simile, iniziando un processo di frammentazione della playerbase che ancora oggi discute su alcune delle criticità presenti nella struttura narrativa e di fondo di questo “mini-sequel”. E quale miglior occasione di Persona 3 Reload per riproporre (sotto forma di DLC, e su questo seguirà un discorso in chiusura) quello che è a tutti gli effetti il finale di questo terzo capitolo con un occhio e una consapevolezza stessa da parte di ATLUS su quello che lo scenario può proporre. Come sarà andata?

L’arma anti-shadow prende le redini della storia nel modo più inaspettato possibile

Persona 3 Reload Episode Aigis: lo scontro finale contro la fine di tutto

Prima di introdurre le fondamenta narrative di Persona 3 Reload Episode Aigis, è necessario entrare nel merito del finale del suo scenario principale. Per questo motivo, se non siete ancora arrivati alla conclusione di quest’ultimo vi consigliamo di scrollare fino al prossimo capitolo per evitare potenziali spoiler. Detto questo… dove eravamo rimasti? Torniamo indietro con il calendario di Tatsumi Port Island Anno Domini 2010 e arriviamo al 31 gennaio: Il Giorno della Caduta, l’arrivo della Dea della Morte Nyx sulla terra e lo scontro finale per i membri del SEES sulla cima più alta del Tartarus. Nonostante gli sforzi della squadra, Nyx è virtualmente imbattibile e si accinge a collidere con l’isola nella sua forma originale. Tutto è perduto… o così sembra. La forza dei legami ottenuti nel corso dell’ultimo anno permettono al protagonista di superare i propri limiti e attingere alla carta più forte di tutti: un potere universale in grado di impedire la caduta e riportare tutto a una apparente normalità.

Sembra tutto finito per il meglio, una degna conclusione a un’opera fantasy moderna. Ma arriva purtroppo il tanto famoso quanto infame 5 marzo 2010, il giorno del diploma. Tra i festeggiamenti e i saluti per l’addio alla vita scolastica di Mitsuru e Akihiko, il gruppo torna sulla terrazza della Gekkoukan High School per mantenere fede alla promessa di rivedersi tutti assieme ancora una volta. Ciò che li accoglie una volta arrivati sul posto è una scena che tutti noi ricordiamo come il momento in cui abbiamo versato quintali di lacrime sul joypad: il protagonista addormentato sulle gambe dell’androide Aigis. Una scena all’apparenza poetica e che emana una particolare pace, soprattutto dopo un viaggio di oltre 100 ore in cui i protagonisti hanno vissuto una montagna russa di emozioni senza precedenti. Ma in realtà, questo momento di apparente tranquillità nasconde una verità tragica: in quell’istante il ragazzo “Makoto Yuki” ha appena esalato il suo ultimo respiro. Titoli di coda, sipario.

Con il potere della Wild Card, Aigis ora è in grado di padroneggiare multiple Personae

Episode Aigis si apre poco dopo questi eventi, riportandoci dentro il Dormitorio Iwatodai nel suo ultimo giorno di attività. L’atmosfera è senza dubbio malinconica, e le note del brano “3/31” in sottofondo ci ricordano che sì, i membri del SEES sono ancora vivi e felici di esserlo, ma evidentemente il rapporto tra i ragazzi ha preso una piega inaspettata. In particolare, Episode Aigis va ad affrontare uno scenario che all’interno della serie viene il più delle volte estromesso dal discorso: dal punto di vista del gameplay, se il protagonista principale dovesse in qualche modo cadere durante la battaglia, il sistema di gioco ci fa intendere che il resto del party diverrebbe troppo demotivato anche solo per poter reagire, portando al game over automatico e al ricaricamento della partita. Un’eredità presa in prestito dal suo parente più maturo Shin Megami Tensei, ma che in questo capitolo extra sfonda le mura del ludico e diventa più reale che mai, permettendoci quindi di assistere ad interazioni e dialoghi in grado di uscire dai canoni dei personaggi stessi. In particolare, tutti e i 7 membri dello studentato diventano allo stesso tempo protagonisti e antagonisti di loro stessi. Non più personaggi dalle “Personalità” delineate, ma piuttosto sfaccettati e quanto più reali e empatizzabili. In altre parole, umani. Che nel caso dei tempi più recenti della serie Persona, non è un fattore da dare troppo per scontato.

Tra le varie chat e board dell’epoca, ma anche all’interno dei gruppi di meme e shitposting odierni, Yukari Takeba è stata più e più volte tacciata come “il personaggio più schizofrenico e antipatico del gioco”, rea di assumere dal giorno alla notte un comportamento odioso e irritante, accompagnato da azioni che vanno in netto contrasto con il personaggio conosciuto e – in alcuni casi data la componente dating sim del gioco – romanticizzato durante le proprie partite. Ma è proprio questo il bello di Episode Aigis e della sua controparte originale, raccontare nel modo più reale e crudele possibile, il lato più spaventoso della morte: il lutto. Certo, non stiamo parlando del canovaccio capolavoro della letteratura videoludica moderna, anzi in certi sensi alcuni lati (sia tecnici che di sceneggiatura) di Episode Aigis arrivano sugli scaffali digitali di Xbox, PC e PlayStation in una forma piuttosto raffazzonata, tra scene animate non proprio al meglio delle loro possibiità e McGiver astrusi che compaiono al momento giusto senza alcun preavviso, ma quando funziona e si riesce a raggiungere il suo apice possiamo dire con certezza che ci troviamo davanti al punto narrativamente più alto del canone moderno della serie Persona (3, 4 e 5).

Persona 3 Reload Episode Aigis
Intrappolati in un loop eterno, la SEES è chiamata a scoprire e riscoprirsi in un viaggio introspettivo suggestivo

Persona 3 Reload e l’occasione (sprecata) per evolversi

Dal punto di vista del puro gameplay pad alla mano, Persona 3 Reload Episode Aigis rappresenta il lato opposto a quanto detto fino ad ora. Non fraintendetemi, la struttura di gioco è rimasta (per gran parte dei casi) la stessa presente all’interno del gioco base, che già di per sé andava a smussare e ammodernare alcune delle lacune tecniche e di design provenienti dall’originale. Il problema è che questo episodio extra poteva non solo dare di più in termini di offerta ludica, ma anche rimediare ad alcune delle problematiche principali del gioco presenti esclusivamente all’interno della versione Reload. Trattandosi di un tipo d’esperienza progettata per essere vissuta, nella maggior parte dei casi, da un pubblico maturo e già esperto nell’uso delle varie meccaniche di gioco e che ha quindi completato lo scenario principale almeno una volta, la mia aspettativa su Episode Aigis confidava in una sorta di “ammissione di colpa” da parte di ATLUS. Mi spiego meglio: il più grande peccato di game design riscontrabile in Persona 3 Reload risiede nella meccanica della Teurgia, una sorta di mossa speciale super colorata e coreografica ottenibile da ogni personaggio giocabile fin dai primi livelli del Tartarus. Se da un lato queste abilità rappresentavano una gimmick simpatica e in grado di dare un senso e ulteriore profondità al completamento e ricerca di tutte le Personae disponibili all’interno del Compendium al di là del puro spirito collezionistico, dall’altro con il passare delle ore e l’arrivo di nuovi attacchi sempre più complessi e pieni di bonus aggiuntivi si arrivava ad un punto in cui la sfida del gioco passava in secondo piano

“Crit assicurato, missione compiuta!”

Scontri come Nyx o il trio Strega, che nei titoli originali potevano in qualche modo ostacolare il viaggio del giocatore, in Reload sono stati protagonisti di un effetto “power creep” in grado di ammazzare completamente quella scarica di dopamina e senso di soddisfazione tipico della serie Megaten. Episode Aigis aveva dalla sua il fatto che le sfide dell’Abisso del Tempo presentavano già nell’originale nuovi nemici e gimmick interessanti, con boss fight che puntano più sull’uso di status e debuff piuttosto che sulla potenza cruda degli attacchi, alla quale potevano essere affiancati anche delle eventuali resistenze o immunità a Teurgie o “cheese” vari. E non staremmo comunque parlando di trovate originali o innovative, ma di soluzioni di bilanciamento apportate già in passato, come per esempio alcuni nemici speciali presenti in Persona 4 Golden in grado di resistere agli All Out Attack, favorendo quindi soluzioni strategiche alternative. E non basta rimuovere dalla selezione qualche Teurgia completamente sbagliata come lo “Scarlet Havoc” di Mithras e Siegfried per ottenere una sfida più impegnativa, soprattutto quando il 75/80% degli scontri può essere ancora chiuso in pochi secondi con attacchi fisici dal critico garantito forniti da un Siegfried costruito ad hoc con il minimo sforzo e investimento di risorse. 

Sono conscio che mettere in risalto il fatto che i JRPG possano essere al giorno d’oggi “rotti” con facilità e una semplice ricerca online, sia un po’ come “scoprire l’acqua calda” e sicuramente Persona 3 Reload o Episode Aigis non sono i primi né gli ultimi esempi di questo fenomeno, ma per quanto riguarda questo titolo in particolare ho constatato una incomprensibile negligenza da parte di ATLUS nel fornire ai propri utenti già fidelizzati un livello di difficoltà che non debba costringere questi ultimi a compiere un processo di “auto-sabotaggio” e “de-ottimizzazione” della propria partita. Un errore di Game Freak-iana natura che non mi sarei mai aspettato di veder re-iterato più e più volte da chi gestisce la serie di genere famosa per la sua difficoltà e che nonostante tutto anche in questa versione può ancora offrire alcuni degli scontri emozionanti e strategicamente intriganti. Ma per arrivare a questi ultimi bisognerà resistere per almeno 35 delle sue 40 ore di gioco, all’interno di una progressione lineare e spoglia degli aspetti “social” del suo episodio base, al di là di alcune interazioni con gli altri membri del gruppo una volta ogni tanto.

Persona 3 Reload Episode Aigis
Croce e delizia di Persona 3 Reload, le Teurgie hanno bisogno di un vero e proprio rework prima di poter tornare in futuro

ATLUS… dobbiamo parlare

Ciò che fa davvero male nel promuovere con grandi voti e al tempo stesso bocciare pesantemente diversi degli aspetti di Persona 3 Reload Episode Aigis, è la consapevolezza che si doveva e soprattutto si poteva fare molto di più con ciò che ATLUS aveva in mano e in alcuni casi ci è riuscita. Senza andare troppo nel campo degli spoiler, alcune delle boss-fight presenti nella parte finale di questo capitolo presentano degli incredibili picchi di gameplay e design, con alcune di esse che nella loro versione Reload risultano addirittura più difficili e stratificate nel loro funzionamento. E se a questo aggiungiamo una colonna sonora che – al di là dei gusti personali – è ancora una volta di grande livello e che ha dalla sua brani come “Heartful Cry” o “Darkness” che anche in questi nuovi riarrangiamenti fanno la loro “porca figura”, Persona 3 Reload Episode Aigis rappresenta in queste sfaccettature un precedente positivo che vorremmo vedere in futuro.

Al contrario invece, ci sono elementi del tutto sbagliati e insensati che ci portano a formulare diverse teorie sul processo di sviluppo del titolo. Stando alle interviste con il producer del gioco Kazuhisa Wada, l’arrivo di Episode Aigis era tutt’altro che scontato tra problemi sulle tempistiche e sui fondi destinati da ATLUS stessa per lo sviluppo del gioco. Uno scenario comprensibile e soprattutto identificativo del periodo “buio” in cui si trova il “dietro le quinte” del mercato videoludico odierno. Tuttavia, nel momento in cui per accedere a questo contenuto aggiuntivo il fan medio della serie è chiamato a spendere tra i 60/70 euro di gioco base e successivi 35 euro (al netto dell’opzione Game Pass) per un Season Pass che al di là dello scenario “The Answer” non offre chissà quali grandi aggiunte significative, sia da critico che videogiocatore mi aspetto un certo livello di cura e rispetto verso il mio acquisto, con un’esperienza in grado di giustificare tale spesa. E purtroppo, gran parte delle volte la qualità offerta dal DLC è più che discontinua in questo frangente, come se stessi giocando più una skin moddata a tema dai fan piuttosto che un’esperienza tarata e progettata verso un particolare obiettivo o aspirazione creativa da parte di P-Studio, e che mal si sposa con la qualità proposta da ATLUS durante questo 2024 all’insegna della serie Megaten.


Alla fine di questo grande viaggio durato nella sua totalità ben 120 ore tra versione base e DLC, la mia esperienza con Persona 3 Reload e il suo “sequel/epilogo” Episode Aigis mi lascia con un vuoto dalla doppia natura. Da una parte personaggi che ho imparato a conoscere, apprezzare ed empatizzare stanno per lasciare gli schermi del mercato videoludico con un finale dall’impatto scenico e simbolico molto potente, portando a compimento un viaggio all’interno di una delle tematiche più complesse e spinose dell’animo umano. Dall’altra parte, la sua struttura come prodotto mi ha lasciato particolarmente interdetto in alcune delle sue caratteristiche, portandomi ad una sensazione di burnout e dubbio verso il futuro della serie e di ATLUS come software house e publisher. In sostanza quindi, sono sicuro che Episode Aigis farà parlare di sé per molto, sia nei riguardi delle sue enormi luci e purtroppo anche nelle sue componenti più buie.


Game Designer e scrittore, alla fine si è deciso ad aggiornare la propria bio dopo 50 anni di muffa. Perché va bene l'essere "cresciuti a pane e Tekken 2", ma a una certa arriva il momento di "voltare pagina". Non chiedeteli quale sia il suo Final Fantasy o gioco Mega Ten preferito: non ne uscireste vivi!