Star Wars: uprising. La recensione di VMAG

Ancora inebriati dall’elisir spillato dal nuovo capitolo di Star Wars: il risveglio della Forza? Beh, se avete ancora voglia di vivere le atmosfere create dal genio di George Lucas non vi resta che fare una puntatina sui giochi che sfruttano il brand Star Wars. Se come tanti (me compreso NdR) non siete dei fan accaniti della PS4 e non avete tanto tempo per giocare a SW:Battlefront , allora vi consigliamo vivamente di puntare sui vari mobile game che sono presenti negli store di Android e iOS. In questa occasione parleremo dell’ultimo titolo pubblicato da Kabam, publisher statunitense molto noto per la realizzazione di giochi appartenenti a brand famosi come “Il Signore Degli Anelli” o i supereroi del mondo Marvel. Star Wars: uprising (ovvero l’insurrezione) è il primo action-rpg scaricabile sul vostro dispositivo in versione free-to-play e acquisti-in-app, ed è un gioco di buona fattura. Come possiamo e dobbiamo aspettarci, Uprising inizia con la trionfale musica della saga e i titoli di testa in giallo che scorrono verso lo spazio profondo (già questo ci gasa assai): il sonoro dunque ha dunque già garanzia di successo. Come prodotto ha ovviamente delle imperfezioni e lacune, ma ciò non cambia il fatto che è un titolo davvero godibile che rimanda al mondo di Lucas con degli scenari molto dettagliati, mentre la narrazione degli eventi, che si svolge a cavallo tra la fine del sesto capitolo Il ritorno dello Jedi e il nuovo film Il risveglio della Forza, sostiene il gioco attraverso le varie missioni.

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un scena di lotta con la mitica spada laser

Appena entriamo nel gioco, la trama s’innesta nella diffusione della fresca notizia della morte dell’Imperatore. Nel settore Anoat, teatro degli eventi di Uprising che include vari luoghi e pianeti quali Hoth e Cloud City, il governatore imperiale Adelhard chiude l’intero spazio aereo istituendo un embargo che blocca il traffico commerciale e ogni tipo di comunicazione in uscita. Adelhard inoltre punisce e uccide chiunque diffonda la notizia della morte dell’Imperatore, e nel settore Anoat privo di notizie esterne egli regna ancora sovrano. Le forze ribelli sono state cacciate dopo la sconfitta di Hoth, ma si aggirano ancora vari contrabbandieri, assassini, cartelli criminali e gli ex nobili del settore. Il giocatore interpreterà proprio un contrabbandiere preso di mira dall’impero mentre cerca di far entrare merce di contrabbando nel settore Anoat. Durante la sua fuga, il giocatore imparerà a controllare il personaggio, migliorando il suo equipaggiamento per combattere le forze imperiali. Nel gioco si contano diverse di missioni di recupero materiali e attrezzature, azioni di contrabbando o di opposizione all’impero, ricerca di alleati con cui spalleggiarsi. Abbiamo a disposizione anche una banda di mercenari che fanno il duro lavoro per noi quando siamo impegnati in missione. Nel menu dedicato, infatti possiamo organizzare squadre di scagnozzi specializzati che ci forniscono materiali e attrezzi per implementare il nostro pg, andando a loro volta in spedizione nel sistema.

Molto interessanti sono le varie possibilità di caratterizzare il proprio personaggio: a parte l’iniziale scelta della propria razza, sesso e nome, si possono personalizzare i propri equipaggiamenti con infinite combinazioni. Per chi fosse alla ricerca della Forza o degli Jedi purtroppo ne rimarrà profondamente deluso, poiché non sono previsti nel gioco ma, tra le varie armi da fuoco o da taglio sbloccabili, c’è la mitica spada laser che tutti una volta nella vita abbiamo desiderato di brandire.

Come ogni titolo di buon livello nel mobile gaming, anche Uprising ha una buona dose social: oltre alle chiacchiere in chat, nelle missioni possiamo giocare sia in singolo che invitare altri utenti per aiutarci. Inoltre, è possibile aderire o creare il proprio cartello di giocatori con cui affrontare gli eventi speciali che hanno luogo una volta a settimana. Nel settore Anoat, infatti, troviamo che tutti i sistemi planetari sono funestati dalla repressione imperiale dei ribelli, quindi anche il nostro caro contrabbandiere deve contribuire a regolare l’equilibrio della battaglia. Il premio alla fine degli eventi è la vincita di numerosi oggetti o materiali speciali.

Parlando della grafica, bisogna ammettere che lo sforzo di Kabam è stato ripagato considerando che il gioco pesa intorno ai 700Mb. I fondali sono splendidi e offrono una cornice al gameplay degna di un titolo tripla-A, come si vede nella foto più in alto. La telecamera dall’alto permette uno zoom niente male, dandoci la possibilità di giocare appena alle spalle del nostro contrabbandiere senza risentire nei dettagli. La fluidità non è mai spezzata dal più piccolo rallentamento (poi dipende dal vostro dispositivo) e le mappe di gioco, sebbene qualche volta ripetitive, sono ben congegnate.

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ecco il nostro inventario

Il gameplay nel complesso funziona bene ma, ahi noi, è forse un po’ troppo semplicistico. Probabilmente pensato anche per gli schermi più piccoli, in sostanza ci ritroviamo a sparare, esplorare e parlare coi vari attori della storia soltanto con il tocco di un dito. Un dito solo: a dire il vero è un po’ riduttivo cimentarsi in scene di guerriglia senza un pad virtuale con cui combattere. Questo neo strutturale contribuisce a spostare il giudizio complessivo verso un ribasso, poiché altrimenti questo game avrebbe di certo meritato molto di più. D’altro canto, la profondità dei menu interni è ben raggiungibile dal concetto di punta-tocca e la preparazione del proprio set o del team di mercenari è facile.

Non si è parlato degli acquisti-in-app? È vero, ma questa parte l’abbiamo tenuta per ultima per due motivi precisi. Il primo è che le offerte per ottenere vantaggi da premium user sono veramente troppo care, mentre si poteva pensarle con un sistema di acquisto incrementale in base a ciò che si vuole. Il secondo motivo è che sono praticamente marginali al prosieguo della trama, in altre parole se vogliamo perpetrare la nostra filosofia di gioco senza spendere un euro qui siamo nel posto giusto. Di questo si ringrazia Kabam ovviamente, che non ha pensato nemmeno di porre fastidiosi blocchi del flusso narrativo a meno che non spendessimo denaro.

In conclusione, Star Wars:uprising è un gioco che sia i fan accaniti e sia i meno avvezzi devono assolutamente scaricare. Non bisogna consumarlo con estenuanti sessioni di gioco che vi isolano dal resto del mondo, va goduto pian piano un po’ alla volta. Questo consiglio proviene dalla consapevolezza che alla lunga un action-rpg può risultare ripetitivo, specialmente nella costruzione di un pg forte ed equipaggiato al meglio che possa competere con gli altri utenti. Speriamo che Kabam curi con costanza le sorti di Uprising, magari implementandolo con nuovi DLC che ravvivino il gioco nel tempo. Se non vi piace lo stile rpg, provate anche lo strategico SW:Commander oppure il table card game SW:Galaxy Heroes.

 

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