A distanza di quasi quattordici anni dall’ultima volta, il prosieguo di Warhammer 40,000 Space Marine arriva su PC e console con la grande intenzione di sorprendere e lasciare inevitabilmente il segno. Ora, è un po’ strana come introduzione e spesso, come abbiamo fatto in altre occasioni, i preludi partivano alla grande e in assoluta pompa magna. Ebbene, è utile ribadirlo: l’attesa di questo nuovo capitolo, giunto dopo così tanto tempo, è stato a opera di Saber Interactive, che ha messo mano alla struttura di gioco con l’obiettivo di esaltare le sue profonde e innegabili qualità. È stato l’Imperium a chiamarci a gran voce, facendo leva esattamente sul legame che abbiamo quando si tratta di legare il nostro nome a un destino nettamente più alto e, appunto, imperituro. Così, avventurandoci nella campagna principale, lunga e appagante, e nel multigiocatore in ogni sua modalità, ci siamo fatti un’idea sul nuovo titolo in arrivo il prossimo 9 settembre. Manca una settimana, dall’inizio dei giochi, in cui ognuno potrà sparare, affettare e urlare al cielo quanto la volontà dell’Imperatore sia ben più alta di un cuore tremolante e insicuro.
Il nostro viaggio, durato per circa tredici ore, è stato ricco di colpi di scena, nemici e tanto altro. Saber Interactive ha saputo coniugare in modo brillante ogni aspetto del mondo di gioco, arrivando a proporre un’opera di assoluto valore. Cosa si respira al suo interno, dunque, è freschezza e bellezza; è la volontà di accompagnare il giocatore all’interno di una realtà incredibile, composta da momenti unici, come peraltro dettagliano le immagini che abbiamo volutamente lasciato qua e là, con lo scopo di farvi elevare al passo di uno dei franchise più sfruttati in assoluto. Se dopo Boltgun pensavamo che Warhammer non potesse uscirsene con un altro videogioco di grande caratura, è perché non abbiamo atteso Warhammer Space Marine 2, che da grandissimo seguito riprende le avventure del precedente capitolo e manda il nastro in avanti nel tempo, tutto per palesare quanto possa essere significativo e brillante questo mondo da conoscere e amare.
In passato, quando fu pubblicato il primo e memorabilissimo capitolo, in tanti paragonarono Space Marine con Gears of War per le sue analogie. Al tempo ben poco c’entrava, poiché l’esclusiva di Microsoft era diventata un metro di paragone per i TPS di varia natura che uscivano a dismisura dappertutto. Con Warhammer Space Marine 2, invece, c’è lo strappo che attendevamo e di cui non sapevamo di avere bisogno. È uno strappo che porta con sé la responsabilità di un team che doveva per forza riprendere la strada del passato e, in seguito, condurla verso l’Imperatore.
Titus, rieccoci come l’ultima volta
Non facendo spoiler esagerati, l’opera è ambientata molto tempo dopo il primo capitolo della serie, in un momento ben più avanti nel tempo di quanto qualcuno potrebbe immaginare. Allontanato dalla Fratellanza, Titus, il protagonista principale dell’esperienza, l’Ultramarine per eccellenza, è costretto a fare ammenda per il suo peccato indicibile di cui è stato accusato dall’Inquisizione. Il canovaccio narrativo, quindi, è collegato con la precedente iterazione. La storia ripercorre gli eventi della Quarta Guerra Tiranide. Titus, da diverso tempo, serve l’Imperium nella Deathwatch, per via della sua eterna fedeltà all’Imperatore e alle fondamenta stesse che egli rappresenta.
Viene, tuttavia, richiamato a servirlo nuovamente, con l’obiettivo di affrontare le creature che ora imperversano per la Galassia. Avremmo davvero tanto gradito affrontare nuovamente le orde di Orki com’era avvenuto peraltro in passato, eppure non possiamo affatto lamentarci per quanto è stato proposto all’interno dell’avventura, poiché la trama arriva cogliere momenti decisamente importanti, accompagnando il giocatore in vari biomi per affrontare, inoltre, un nemico sconosciuto.
Non è tanto attraverso la storia principale che Warhammer Space Marine 2 si esprime al suo meglio, bensì attraverso un altro modo ben più profondo: dettagliando la storia dell’Ultramarine in modo tale da empatizzare con lui, per dare maggiore enfasi al progetto e a cosa offre realmente. Ammetto di essermi intrattenuto parecchio a vedere quanto poteva cambiare ogni cosa mentre scoprivo ulteriori dettagli sull’eroe più conosciuto dall’intera Galassia, costretto nuovamente a prendere le armi per affrontare stavolta un nemico che, ve lo assicuro, non finisce letteralmente mai. È numeroso, è spietato ed è, soprattutto, così cattivo e spregevole che potreste non vedere l’ora di affrontarlo in ogni modo possibile e immaginabile, esattamente come ho fatto io.
Il potere di Warhammer 40,000 Space Marine 2
Come accennavo prima, Warhammer 40,000 Space Marine 2 è un TPS classico e riconoscibilissimo. Prende le caratteristiche del genere, le spalma al suo interno e, infine, crea una sinergia di elementi perfettamente riuscita, capace di tenere incollata e non lasciare più. È quanto accaduto a noi mentre vivevamo le peripezie dell’Ultramarine per eccellenza di cui sopra, incontrando una struttura di gioco imponente e ben implementata al suo interno, arricchita inoltre da un filo conduttore capace di unire un’avventura spensierata, davvero spensierata, che scatena una violenza senza fine. La visuale, posta alle spalle del personaggio, permette di orientarsi nel mondo di gioco. È un’avventura in realtà piuttosto lineare, comunque ricca di moltissimi dettagli e da innumerevoli situazioni che ci hanno coinvolto inaspettatamente, nel lungo corso della campagna principale. Intanto, Titus sarà armato di tutto punto, certo, ma non dall’inizio: avrà una spada rotante normalissima, una pistola e un mitragliatore qualunque per avanzare nell’avventura. Il bello, quello reale e tangibile, arriva dopo: mentre si percorre la strada, infatti, Titus si ritrova ad affrontare creature di qualsiasi tipo. Certo, qualcuno potrebbe pensare che si tratta di una reinterpretazione di un Gears of War qualunque, come di un qualunque altro TPS, eppure Warhammer 40,000 Space Marine 2 è l’essenza stessa del franchise espressa in modo coinvolgente. Intanto, per chi passa da qua per la prima volta, deve sapere che un TPS, esattamente come gli FPS, prende alla lettera la filosofia del “Sparare a qualunque cosa, pure a quella che non si muove”. Ecco, diciamo che abbiamo usato questo approccio per tutta l’esperienza, spesso confondendo chi avevamo davanti a causa delle situazioni caotiche che capitavano nel raggio di chilometri. Ammettiamo comunque che è stato fantastico entrare nel vivo dell’azione.
Il gunplay proposto, non molto originale e analogo a qualunque altro esponente del genere, è fluidissimo e trattato a dovere. Colpisce la vastità di armi che si possono mantenere in corso d’opera specialmente nel multigiocatore, una delle costole della produzione, di cui è però bene parlare dopo. Se nella precedente iterazione era assente, Warhammer 40,000 Space Marine 2 inserisce la possibilità di bloccare per tempo un attacco e, in seguito, di contrattaccare. Questo nel multigiocatore è un modo fondamentale per arrivare alla vittoria, ma ciò dipende dai vari specialisti scelti per l’occasione.
Deviato comunque un attacco, si possono in seguito concatenare altre offensive e dare filo da torcere al nemico che si ha di fronte. Potrebbe risultare complesso riuscire a comprendere immediatamente le finestre per evitare che l’attacco colpisca l’obiettivo, eppure è il lato più coinvolgente della struttura di gioco. Cosa lo permea davvero sono le azioni che avvengono quando si carica l’impeto di Titus, sia per svolazzare per raggiungere posti altrimenti impossibili da raggiungere, quanto per potenziare ogni attacco e recuperare vitalità. Talvolta dai nemici, inoltre, verrà rilasciata della vitalità: recuperarla è fondamentale, soprattutto a livelli più complessi, se si desidera essere pronti ad affrontare tutto. Il lato più geniale della produzione è aver proposto quando ce n’è occasione alcune boss fight, decisamente meno interessanti rispetto al resto. A colpire in realtà è l’impatto scenico dell’avventura, ma prima di procedere a descrivere questa, lasciandoci ammaliare dal benchmark sulla nostra configurazione, è bene sottolineare l’importanza dell’armamentario.
Esso è trascinante e a fuoco, così tanto a fuoco da essere la colonna portante dell’intero videogioco di Saber Interactive. L’impegno dietro al prodotto, in tal senso, è tangibile. Comunque, tra armi laser, spade, coltelli e martelli di qualsiasi genere, a colpire davvero è come esse diventino fondamentali nei vari scontri. Come accennavo prima, la difficoltà ha un ruolo rilevante a tal punto da essere realisticamente di grandissimo impatto. Intanto, è bene sottolinearlo: cosa cattura davvero è come le offensive si tramutino in reali momenti di combattimento ancora più brutali nel multigiocatore. Immaginiamo, per questo, che le partite rapide (anche se ne abbiamo giocate poche, a causa del poco afflusso), potrebbero garantire enormemente ingigantire le ore di gioco al suo interno. È lo stesso che ci sentiamo di dire quando parliamo di Speed Freaks, altra opera grandiosa del franchise che, peraltro, abbiamo dettagliato ultimamente.
Se la struttura di gioco riesce a sorprendere, dunque, è per la varietà che offre. È un modo totalizzante per portare a nuovi modi per ammazzare senza preoccuparsi delle conseguenze. Ad averci piaciuto molto, inoltre, è stato l’impatto visivo di ogni singolo momento. Il team ha dosato in modo brillante ogni aspetto dell’opera, generando istanti di pura epicità, in cui abbiamo urlato e ci siamo sentiti completamente avvolti nell’azione. Le parti migliori, a nostro avviso, sono quelle conclusive: a seguito di un preludio denso, dunque, si ha tanto altro da vivere. Con questa opera non potevamo chiedere di meglio, dal punto di vista ludico, sia per quanto riguarda la campagna single player, sia per il multigiocatore.
La nostra prova su PC
La nostra configurazione ha sopportato in modo ottimo i requisiti richiesti per far girare al meglio l’opera. A seguito di un codice opportunatamente concesso dal distributore, il nostro test è proseguito su un PC di fascia medio-alta, con le impostazioni grafiche settate al massimo. Prima di cominciare l’avventura, il videogioco ottimizzerà lo stesso in modo tale da renderlo accettabile per la macchina, che in questo caso non ha affatto deluso le aspettative. Giocato a sessanta fotogrammi al secondo, attivando il DLSS per migliorare le impostazioni grafiche e il frame rate, il dettaglio è stato dunque imponente.
Le temperature, ovviamente registrate, hanno portato a un incremento notevole dal punto di vista tecnico. La GPU non ne ha particolarmente risentito, e neppure la scheda madre. A fare la differenza, per arrivare a dettagli massimi, è bene avere una configurazione che permetta di mostrarsi in tutta la sua grandezza. Pensiamo che su una 3050 giri ottimamente, anche se potrebbe essere necessario arrivare a un compromesso necessario. Questo e altro per l’Imperium, dopotutto.
Arricchito, profondo e coinvolgente, Warhammer 40,000 Space Marine 2 è un videogioco a fuoco, un seguito degno del suo predecessore, denso di particolari e momenti incredibili, focalizzati ad approfondire la storia di Titus e tanto altro. La sua scrittura è brillante e notevole, piacevole e toccante, nonché una prova reale del talento di Saber Interactive e della potenza dell’opera. Oltre a interfacciarsi anche agli appassionati, questo nuovo corso si propone anche ai neofiti con l’intenzione di condurli in un mondo costante e ben integrato. Insomma, è da avere assolutamente!
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