Dopo anni in cui è stata relegata al ruolo di donzella da salvare, Zelda torna sulle scene con una nuova veste, più protagonista e determinata che mai. In The Legend of Zelda Echoes of Wisdom, la principessa abbandona i panni della tradizionale figura passiva e si trasforma in un’eroina coraggiosa, disposta a rischiare tutto per difendere il suo regno. Un regno che sta lentamente sprofondando nel caos a causa di misteriosi “squarci” che si aprono su una dimensione oscura, congelata nel tempo e colma di pericoli. In vista del lancio del gioco, abbiamo avuto l’opportunità di immergerci in questa nuova avventura targata Nintendo. Ecco le nostre prime impressioni su quello che si preannuncia come uno dei titoli più atipici della saga.
Il “primato” di The Legend of Zelda Echoes of Wisdom
I portavoce di Nintendo descrivono The Legend of Zelda Echoes of Wisdom come il primo videogioco in cui la principessa Zelda è finalmente al centro dell’azione. A ben vedere, questa posizione non è del tutto corretta. In un passato lontano, erano stati rilasciati almeno un paio di giochi su Philips CD-i in cui la celebre principessa vestiva i panni della protagonista. Tuttavia, quelle esperienze appartengono ormai a un’epoca remota e, soprattutto, quei giochi erano prodotti su licenza Nintendo, ma sviluppati da terze parti. Più corretto sarebbe affermare che questo è il primo titolo che Nintendo ha dedicato interamente a Zelda, un primato che l’azienda nipponica ha sfruttato al massimo delle sue possibilità, sia dal punto di vista narrativo che tecnico.
La versione del gioco che abbiamo provato si è concentrata principalmente sulle meccaniche di gioco, sorvolando su molti di quegli elementi di trama che potrebbero contestualizzare gli eventi che si sono abbattuti sulla terra di Hyrule, gettandola nel caos. Tuttavia, basandoci sui vari trailer pubblicati e sulla nostra esperienza diretta, possiamo ipotizzare che un fenomeno imprevisto abbia colpito la nazione in un momento di estrema vulnerabilità, ovvero quando la principessa era prigioniera del malefico Ganon. A seguito di ciò, degli impostori, la cui identità rimane sconosciuta, hanno sostituito alcuni personaggi chiave all’interno della gerarchia di potere, condannando Zelda a un destino di prigionia. In pratica, un vero e proprio colpo di Stato.
La principessa, apparentemente immune ad alcuni effetti della piaga che sta devastando il Paese, trova un’inattesa alleanza in una fatina di nome Tri, la quale le dona un bastone magico capace di creare “echi” di quegli oggetti o esseri viventi con cui Zelda è entrata in contatto. Anziché replicare la formula classica della saga, The Legend of Zelda Echoes of Wisdom cerca dunque di intavolare un sistema di gioco differente, capace di valorizzare le peculiarità di un personaggio solitamente raffigurato come astro di saggezza, piuttosto che come combattente pronto all’azione.
Quando copiare è un talento
I video distribuiti da Nintendo avevano già chiarito con grande enfasi che l’abilità di copiare e replicare esseri e materiali costituisce il fulcro dell’intera esperienza di gioco. Dopo averlo provato, possiamo confermare senza esitazioni che un simile assunto viene rispettato radicalmente. Zelda non brilla per atletismo o agilità: riesce a compiere qualche salto e, al massimo, può eseguire una piroetta vorticosa, fenomenale per tosare l’erba, ma decisamente troppo debole per infliggere danni ai nemici. Le limitazioni fisiche della protagonista sono quindi compensate da un game design che valorizza piuttosto le capacità strategiche e creative, le quali vengono veicolate attraverso i poteri concessi alla protagonista dal suo scettro mistico.
Che si tratti di esplorare, sconfiggere nemici o aggirare ostacoli, la possibilità di generare echi si rivela essenziale, se non addirittura fin troppo potente. Per evitare che il gioco diventasse troppo facile, gli sviluppatori hanno saggiamente imposto dei limiti all’uso scriteriato degli oggetti evocati. La chioma della fatina Tri è infatti composta da minuscoli triangoli, i quali rappresentano delle cariche energetiche a disposizione di Zelda. In conclusione al nostro hands-on, sconfitto il boss di un dungeon, Tri ha raggiunto le quattro cariche, mentre le evocazioni richiedevano, a seconda della loro complessità, dall’una alle tre cariche per essere generate.
Anche ottimizzando il consumo delle risorse, abbiamo dunque potuto evocare un massimo di tre oggetti contemporaneamente. Richiamando un quarto bersaglio, il più vecchio si dissolveva e scompariva nell’etere. Tuttavia, nonostante questo limite, tre echi si sono dimostrati più che sufficienti per risolvere ogni enigma e superare gli ostacoli che ci siamo trovati di fronte: una combinazione ben studiata di letti, trampolini e creature asservite ai nostri capricci è bastata ad annientare qualsiasi minaccia. Andando oltre gli echi, The Legend of Zelda Echoes of Wisdom nasconde però al suo interno altre meccaniche, alcune delle quali non sono state approfondite nel materiale promozionale, riservando così al giocatore qualche sorpresa.
Legami e imitazioni
L’evocazione degli echi è la prima e più iconica arma presente nella metaforica faretra di Zelda, tuttavia i poteri concessi da Tri si spingono oltre alla clonazione della materia. Oltre alla capacità di evocare entità, Zelda può infatti instaurare un legame magico con gli oggetti circostanti, siano essi animati o inanimati. Questo vincolo consente alla principessa di influenzare i loro movimenti, forzandoli a seguire i suoi stessi gesti indipendentemente dal loro peso. Questa abilità si rivela cruciale nel risolvere enigmi e rimuovere ostacoli, soprattutto nel primo dungeon, il quale sembra di fatto concepito come un vero e proprio campo d’addestramento per esplorare appieno le potenzialità di questo potere.
Un aspetto interessante di questo legame è la possibilità di invertirne la direzione: anziché costringere gli oggetti a emulare i suoi movimenti, Zelda può scegliere di ancorarsi al movimento degli oggetti. A prima vista, questa affermazione potrebbe sembrare paradossale, ma la capacità di legarsi a una piattaforma mobile, ad esempio, permette a Zelda di superare facilmente un baratro fluttuando nel vuoto. Ancora più affascinante è l’applicazione di questo legame passivo con creature evocate: unendosi a un ragno, Zelda può arrampicarsi sulle pareti, con un uccello può volare sorvolando alberi e avversari, mentre con un armadillo può velocizzare significativamente le traversate lineari.
Infine, c’è la capacità di replicare le abilità di alcuni personaggi specifici. Se è vero che gli antagonisti possono creare degli impostori, anche Zelda può in qualche modo plagiare le capacità e il ruolo di figure di grande valore. Il primo eroe che la principessa può incarnare è, naturalmente, lo “spadaccino sconosciuto” noto come Link. Imitandone i talenti, la protagonista scopre di poter eseguire rapidi attacchi di spada, abilità che le permette di infliggere danni diretti senza dover dipendere dalle creature evocate, decisamente più lente e imprevedibili. Tuttavia, questo potere è limitato da una barra di energia che si esaurisce rapidamente. In fondo, il gioco è dedicato a Zelda, non a Link, e la spada deve essere sguainata con saggezza, solo quando veramente necessario.
The Legend of Zelda Echoes of Wisdom è un puzzle sotto mentite spoglie
The Legend of Zelda Echoes of Wisdom, attraverso il suo sistema di gioco, invita i giocatori a esercitare il pensiero laterale, un aspetto già ampiamente esplorato da Nintendo in titoli della saga come Breath of the Wild e Tears of the Kingdom. Tuttavia, Echoes of Wisdom percorre questo sentiero adottando un approccio più semplificato e accessibile, inscenando un’esperienza ludica che è alla portata di tutti. Questo potrebbe rappresentare un punto da prendere in considerazione, soprattutto da parte di coloro che cercano una sfida più intensa, tuttavia non abbiamo motivo di dubitare che un titolo tanto avvicinabile sarà apprezzato dai giocatori occasionali e da chi desidera un’esperienza da condividere con i più piccoli.
Sul fronte tecnico, The Legend of Zelda Echoes of Wisdom si presenta in maniera splendida, replicando l’attenzione estetica e musicale già vista nel remake di Link’s Awakening del 2019. Tuttavia, il nuovo titolo di Nintendo sembra portarsi dietro anche alcuni difetti che gravavano sul suo predecessore, come evidenti cali di frame rate. Anche se c’è speranza che questi piccoli inconvenienti vengano risolti prima del lancio, nutriamo in merito qualche riserva.
The Legend of Zelda Echoes of Wisdom si distingue come un’opera nata da una direzione autoriale di notevole spessore. L’innovativa scelta di elevare Zelda a protagonista principale non solo rivoluziona l’approccio dei giocatori all’esplorazione delle terre di Hyrule, ma infonde nuova linfa vitale alla saga, offrendo un ritratto fresco e affascinante del regno di Hyrule. La nostra curiosità è ora rivolta a scoprire fino a che punto il level design sarà capace di stimolare la nostra creatività strategica, nonché la libertà che verrà concessa ai giocatori nel combinare echi e abilità.
Clicca sulla copertina per leggere
