Al centro degli intenti di Creatures of Ava di Inverge Studios c’è la voglia di spiegare la complessità della salvaguardia degli ecosistemi ambientali, un compito solo apparentemente semplice, ma in realtà un’attività che deve tener conto di moltissimi fattori, non solo scientifici ma anche umani. Ed è proprio la scoperta di Ava in tutte le sue sfaccettature che il gioco vuole mettere in risalto, affinché si sappia come proteggere questo mondo al meglio.
Io vi salverò
Vi salverò a ogni costo. Questo è l’intento che permea l’atteggiamento della ricercatrice Vic, che, dopo aver perso i suoi affetti in drammatiche circostanze, si ritrova sola sul pianeta che stava monitorando, Ava: è proprio attraverso l’uso di un’ottima sequenza animata che Creatures riesce a trasmettere la tragicità dell’incidente con efficacia. Infatti, Vic ha il compito di salvare dall’estinzione quante più specie animali di Ava, ma deve scontrarsi con le diverse concezioni di vita e di morte delle popolazioni locali, tentando di forzarne l’opinione a suo vantaggio. Questa contrapposizione dialettica viene messa in scena attraverso dialoghi scritti che intercorrono tra la protagonista e i vari abitanti del pianeta e, in particolare, ella viene affiancata da una sorta di mentore, Nim’ar, che le spiegherà le basi sociali e culturali delle varie tribù e la porterà a fare riflessioni su ciò che accade intorno a lei. Di base, la qualità della scrittura è sufficiente e non indugia in conversazioni particolarmente approfondite, ma restituisce un certo livello di differenziazione caratteriale tra un NPC e l’altro e qualche accenno di innocente ironia. Di ottima fattura sono le cutscene animate che intervengono a chiusura o sottolineatura di determinate fasi del racconto, ma complessivamente il comparto estetico risulta l’ambito d’eccellenza del titolo.
Un gameplay non violento
Creatures of Ava presenta una dinamica ludica basata principalmente sulla difesa e sul crowd control: di base, dobbiamo purificare gli animali infetti con un bastone chiamato Nafitar e, grazie al suo flusso magico, possiamo concatenare più creature alla volta per curarle e nel mentre, schivarne gli attacchi. Una meccanica molto semplice e coerente con i temi del gioco, che si arricchisce di abilità speciali e di un albero degli upgrade specifici sbloccabili mentre si avanza nell’avventura. Ciononostante, non sempre si ravvisa una particolare cura nel gestire questi “combattimenti”, a causa di una telecamera non sempre a fuoco e di target non sempre precisi, insieme a un sistema di check point a volte discutibile. Per creare varietà ludica, gli sviluppatori hanno inserito l’uso di un flauto con cui addomesticare le creature, eseguendo specifiche melodie. In questo modo, si è in grado di possederne il corpo e compiere determinate azioni per risolvere gli enigmi ambientali presenti nella mappa, ad esempio spostare massi pesanti o abbattere colonne. Nulla di particolarmente complesso, anzi il tutto è caratterizzato da una disarmante semplicità. In generale, il titolo non offre un particolare livello di difficoltà, ma il vero punto debole è la direzione del level design e dell’enemy position: per poter gestire gli spazi di gioco e il contenuto ad essi correlato, gli sviluppatori hanno concentrato la maggior parte degli enigmi e delle creature nelle stesse aree, creando una situazione per cui il giocatore non si trova mai a dover riflettere sul da farsi. Cosa significa? Che in presenza di un masso da dover spostare, l’animale con l’abilità adatta è praticamente lì accanto. Se inizialmente può essere giustificato per esigenze di progressione, alla lunga, considerando gli scontri non particolarmente ostici, il gioco presta il fianco a una ripetitività piuttosto palpabile. Sebbene il titolo non sia rivolto a un pubblico hardcore, non mette a disposizione una stratificazione del gameplay che possa offrire qualche occasione di gioco in più. Conscio di questo aspetto negativo, il team ha ben pensato di implementare una serie di attività come la raccolta di informazioni attraverso l’uso della macchina fotografica in dotazione a Vic, ad esempio ritraendo un animale nella versione infetta e sana. Una modalità che certamente va a soddisfare il gusto dei completisti. Ovviamente, sono presenti anche delle missioni secondarie che non spiccano per complessità, ma che offrono qualche spunto in più nell’esplorazione della mappa.
Conclusioni
Creatures of Ava è un titolo che fa del relax la sua cifra stilistica. Oltre al tema ambientalista, l’opera riesce a parlare anche del rispetto per le diverse visioni del mondo in modo leggero. Sfortunatamente, il gameplay non offre alcun tipo di stratificazione ludica, ma resta un prodotto sufficiente per chi cerca semplice svago.
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