Uno dei titoli più attesi alla Gamescom è stato sicuramente Indiana Jones e l’Antico Cerchio di MachineGames, il nuovo capitolo della saga di Indy in versione videoludica, che vede stravolgere quelli che sono i paradigmi a cui Lucas Arts ci aveva abituato. In particolare, quello che aveva sorpreso di più pubblico e stampa è stata la scelta di adottare la prima persona, abbandonando la tradizionale impostazione da avventura grafica che aveva caratterizzato le precedenti, storiche iterazioni. Non possiamo nascondere il fatto che questa svolta abbia fatto sorgere qualche perplessità in merito, ma quel che abbiamo visto durante il Developer Direct di sette mesi fa e quanto emerso durante questa Gamescom 2024 ci fa dire che questo cambio di direzione non appare più come un’idea del tutto peregrina, ma un’ottima occasione per far rivivere la leggenda dell’archeologo più famoso della cultura pop.
Circoscrivere l’immaginario
Una delle cose che salta di più all’occhio del battage pubblicitario progettato da Bethesda è che Indiana Jones e l’Antico Cerchio spinge nel tenere l’ip videoludica quanto più aderente possibile all’immaginario cinematografico. Siamo consci che questa congettura sia di una banalità estrema, ma svela una precisa strategia di aggancio a favore di un pubblico che non ha vissuto i fasti delle avventure videoludiche del noto archeologo, bensì che, molto probabilmente, avrà giocato a Tomb Raider o Uncharted, che ne sono gli emuli in tutto e per tutto. Tant’è che molto di ciò che si è visto nei trailer di presentazione dell’ip sembra una rielaborazione di scene o situazioni entrate nella storia della cinematografia come la fuga a perdifiato dalla palla di roccia ne “I predatori dell’Arca perduta”.
In modo molto sottile, la comunicazione di MachineGames sembra suggerire che quel tipo di esperienza ludica basata sulla scoperta archeologica, l’action, i puzzle e i toni scanzonati della propria proprietà intellettuale sia quella originale e per sottolinearlo, la scelta di usare la prima persona ha senso di esistere per confermarne la bontà.
A questo si deve aggiungere che la figura di Indiana Jones è una delle più iconiche del pianeta, tanto da essere entrata nel linguaggio comune quando si deve far riferimento a situazioni particolarmente spericolate e per aver contribuito a creare un’idea del mestiere di archeologo molto avventurosa. Inoltre, è legata indissolubilmente alla persona di Harrison Ford e quindi, per il pubblico, il personaggio di Indy esiste per davvero, a differenza di Lara Croft o Nathan Drake che sono notoriamente prodotti del virtuale. Oltre a offrire un diverso orizzonte progettuale per i designer, proprio per questo, la prima persona dà finalmente la possibilità a tutti i giocatori di essere Indiana Jones, quello vero, e non solo spettatori delle sue gesta.
In giro per il mondo con Indy
Siamo nel Connecticut del 1937 e un antico manufatto privo di importanza prende polvere tra le teche di un museo. Poteva essere un giorno come tanti, ma un losco figuro decide di irrompere proprio per rubare il reperto. A chi interessa quell’oggetto assolutamente insignificante e perché prendersi un rischio del genere? Queste sono le domande che il professor Jones, Indiana Jones, si pone, e per risolvere questo mistero inizierà un giro del mondo per scoprire cosa si cela dietro questo strano furto. Con lui ci sarà Gina Lombardi, interpretata dall’attrice Alessandra Mastronardi, al suo debutto in ambito videoludico (per chi non la conoscesse, la serie tv I Cesaroni dovrebbe dirvi qualcosa).
Di Indy sappiamo tutto, ma di Gina? MachineGames ci fa sapere che è una giornalista investigativa italiana ed è alla ricerca di sua sorella che è misteriosamente scomparsa. Il perché si ritroverà a dover collaborare con l’indomito archeologo non ci è dato saperlo, ma si ritroverà insieme a Indiana Jones a schivare truppe di nazisti in giro per il globo.
Nonostante le poche informazioni al riguardo, una cosa è certa: Roma e il Vaticano sono alcune delle location di Indiana Jones e l’Antico Cerchio insieme alle piramidi di Giza, l’Himalaya e tanti altri luoghi riprodotti con una fedeltà che ha dell’ossessivo. Tant’è che proprio durante la presentazione alla stampa in questi giorni di Gamescom 2024, il game director Jerk Gufstasson insieme al creative director Axel Torvenius hanno spiegato che il team ha avviato una raccolta massiva di materiali fotografici dell’epoca dei luoghi interessati per offrire ai giocatori un contesto ambientale quanto più dettagliato e curato. Una precisazione piuttosto accorata che fa intendere l’importanza dell’elemento esplorativo per i ragazzi di MachineGames.
Essere Indiana Jones
Uno dei punti fondamentali sulla quale MachineGame ha insistito è far sentire il giocatore come Indiana Jones e questo principio è la barra con cui è stato costruito l’intero design del gioco. Va da sé che l’adozione della prima persona è la caratteristica più evidente ma tra i tanti espedienti tecnici che il team ha messo in campo, l’uso della frusta è il più peculiare di tutti e, secondo gli stessi sviluppatori, quello più problematico e più soddisfacente da sistemare. Infatti, la frusta non sarà un mero ammennicolo estetico da far schioccare per puro flavour ma sarà uno strumento utile da utilizzare come arma ma anche come mezzo per risolvere i vari enigmi e puzzle del gioco. Ovviamente è presente anche una rivoltella ma dalle parole degli stessi sviluppatori, essa non sarà la protagonista assoluta dei nostri scontri, anzi, in puro stile Indiana Jones, sembrerebbe incarnare l’ultima delle risorse disponibili da usare.
In generale da quel che si è capito dall’ hands-off di Colonia, questo capitolo appare come una sorta di immersive sim versione light e questa impressione deriva proprio dalle parole dello stesso director Gufstasson che, tra una spiegazione e l’altra, ha voluto definire il gioco come un adventure-action piuttosto che un action-adventure, un rovesciamento degli aggettivi per descrivere una dinamica ludica diversa da cui siamo abituati: gli sviluppatori si sono voluti concentrare nel creare un’esperienza dove il giocatore dovrà sfoderare più capacità di sperimentazione e curiosità che i riflessi e sangue freddo.
A conferma di questa particolare dichiarazione, è stata offerta l’occasione di visionare come sia possibile raggiungere un obiettivo con diversi approcci, dalla scazzottata allo stealth duro e puro. Anche le fasi di enigmi e puzzle ambientali sembrano richiedere al giocatore una buona dose di creatività e pensiero laterale nella loro risoluzione. Quanto questo sia effettivamente trasposto in game è tutto da dimostrare ma c’è da dire che questo particolare aspetto è stato illustrato con una certa sicurezza dal team.
Un altro aspetto che è stato mostrato è l’uso della fotocamera e dei travestimenti: in quest’ultimo caso non ci troviamo davanti ad una meccanica raffinata come in Hitman ma bisognerà comunque non avere un atteggiamento sospetto: ad esempio avremo a disposizione un abito talare per poter esplorare i meandri del Vaticano ma non dovremo farci scoprire con un atteggiamento non consono dai “colleghi” che si aggirano nei dintorni.
In giro per il mondo
Il gioco offre anche aree più ampie da esplorare e girare liberamente, fosse solo per ammirare il dettaglio e la cura riposta nel creare questi ambienti. Ed è proprio qui che gli sviluppatori hanno posto gli starter delle missioni secondarie che allungano la longevità del titolo per una durata non ben precisata dagli stessi sviluppatori. Esse si possono sbloccare parlando con gli abitanti ad esempio o andando a curiosare nei dintorni. Una caratteristica molto particolare e che non ci aspettavamo di trovare è la raccolta dei punti esperienza, qui definiti avventura, con cui sbloccare determinate abilità che troviamo in giro sotto forma di libri.
Le parti più emozionanti sono sicuramente quelle che consentono di essere quell’archelogo indomito che abbiamo visto sugli schermi cinematografici, infatti l’esplorazione delle segrete o dei templi abbandonati sono la vera cifra stilistica di Indiana Jones con i suoi enigmi da risolvere e passaggi da scoprire attraverso la riflessione e soprattutto con la consultazione del diario che si arricchisce di informazioni e dettagli utili per risolvere nel miglior modo la questione. Quanto questo sia effettivamente complesso ludicamente parlando è tutto da vedere ma il contesto in cui si viene immersi è assolutamente impagabile.
Come ti sembra Indy?
Secondo le dichiarazioni del team di sviluppo, Indiana Jones e l’Antico Cerchio è un’avventura con una forte narrazione, ma che lascia ampio spazio di giocabilità all’utente dove livelli prettamente lineari si interconnettono a momenti di libera esplorazione con equilibrio. Da questo punto di vista, non possiamo che fidarci di ciò che dice il team al riguardo e ci riserviamo di confermare queste parole al momento della recensione. Una scelta che lascia piuttosto perplessi è l’alternarsi di prima e terza persona nelle fasi cut scene che sembrano essere tagliate con poca grazia e lasciano poco spazio ad una più morbida transizione tra narrazione e gameplay.
Al netto di tutte le perplessità riguardo la profondità degli enigmi o la godibilità del sistema di combattimento che non possono, trovare una risposta immediata, quanto offerto alla visione dagli sviluppatori appare in tutto e per tutto una pura esperienza in stile Indiana Jones fatta di esplorazione, toni leggeri e scazzottate con i nazisti che potenzialmente può risollevare le sorti di una saga che cinematograficamente, negli ultimi tempi, non ha certamente brillato per qualità. Tra l’altro, è notizia di questi giorni che Indiana Jones e l’Antico Cerchio verrà pubblicato anche su PlayStation 5 qualche mese dopo la release ufficiale sulle piattaforme Xbox, allargando il potenziale bacino di utenza che potrà godere dell’opera di MachineGames. Non ci resta che attendere la release ufficiale che è stata prevista per il 9 dicembre 2024.
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