Diablo IV

Diablo IV Stagione 5 Provato: a me il potere!

Il mio Incantatore, ancora lontano dal raggiungere il livello massimo in Diablo IV, era impegnato a scatenare tempeste elettriche in grado di annientare orde di mostri, anticipando di gran lunga le potenzialità di una build endgame, quando al termine di una battaglia contro Lord Zir ho rinvenuto un oggetto che ha letteralmente sconvolto la lista delle priorità impostata fino a quel momento. Dopo il grandissimo successo della Stagione 4, Blizzard non ha rivoluzionato la formula vincente che gli ha consentito di recuperare il terreno perso durante le prime, aride e tediose iterazioni periodiche, ma ha introdotto in quella attuale una serie di novità che hanno alzato l’asticella del divertimento, soprattutto grazie a un sistema di bottino ridisegnato e di gran lunga più gratificante. Quasi ogni oggetto unico è stato potenziato in modo esponenziale, trasformando i personaggi in vere e proprie divinità del caos: le abilità speciali rimangono grossomodo le stesse, ma i valori numerici sono stati incrementati a livelli inimmaginabili e così, se in passato ottenere un oggetto che amplificava gli effetti delle stregonerie era un traguardo raggiungibile solo ai livelli più alti, adesso siamo in grado di equipaggiare oggetti che stravolgono completamente il nostro stile di gioco. Un esempio? Per l’appunto, il suddetto tesoro strappato dalle grinfie del Signore dei Vampiri giunto su Sanctuarium con la precedente Stagione del Sangue, un amuleto capace di ridurre i tempi di recupero di tutte le invocazioni con il lancio di un Globo di Gelo. In tal modo, e con una veloce rivisitazione della mia alberatura di abilità, sono riuscito a rendere particolarmente efficace l’impiego di magie del ghiaccio e della folgore, in particolare di Lancia Fulminante, i cui critici hanno finalmente iniziato ad avere ragione anche dei boss affrontati in solitaria, uno degli emblematici talloni d’Achille di tutti i maghi che prediligono l’elettricità. Se a questo aggiungiamo qualche altro gingillo che incide sul recupero, come il fortunato ritrovamento di un Cimiero Arlecchino, la strada da intraprendere per il mio personaggio sembra ormai ben delineata.

La rifinitura degli affissi che riducono i tempi di recupero è fondamentale.

Diablo IV: andata, negli Inferi, e ritorno

Come vi avevo già anticipato nella guida preliminare, la Stagione 5 di Diablo IV introduce un nuovo sistema permanente, le Orde Infernali, una serie di arene infernali che rappresentano la versione “diabolica” di una modalità orda a ondate. I nemici arrivano da tutte le direzioni, mentre il giocatore corre avanti e indietro raccogliendo Etere Bruciante da scambiare con prezioso bottino alla fine. Ogni ondata termina con una scelta tra diversi modificatori, o Favori e Flagelli, che aumentano la difficoltà per ottenere maggiori ricompense in Etere. Ho avuto modo di provare le Orde Infernali nella versione PTR della Stagione 5, ma ho potuto testare le loro declinazioni in chiave dungeon solo nella stagione live: questi ultimi, chiamati Brecce Infernali e disponibili solo fino al termine del ciclo attuale, emulano la modalità a ondate vera e propria con una pletora di eventi randomizzati al loro interno che elargiscono Etere al completamento, da scambiare per alcuni forzieri una volta raggiunto il termine del labirinto. Avanzando attraverso gli stessi, troveremo delle spire che devono essere distrutte uccidendo i nemici nelle vicinanze, un po’ come accade con gli Antichi Sifoni. Una volta accumulato abbastanza Etere per passare alla sezione successiva, ci viene offerta una scelta su come modificare il prossimo incontro, come ad esempio aumentare del 50% la salute del boss finale in cambio di un quantitativo di Etere sufficiente per aprire il forziere più grande. Liberare un nugolo di sfere congelanti e di giavellotti elettrificati è stato uno spasso senza precedenti, un caotico turbinio letale che mi ha ricompensato con una stanza piena di tesori preziosi e un sacco di esperienza. Le Brecce Infernali sono semplici e sicuramente non coinvolgenti quanto le Orde, ma come assaggio di ciò che possiamo gustare nell’endgame rappresentano un piacevole diversivo dal normale processo di livellamento.

Diablo IV
Le Orde Infernali si affrontano sempre meglio in gruppo.

Tali dungeon si abbinano peraltro con estrema disinvoltura ai nuovi oggetti unici che è possibile rinvenire al loro interno, permettendo di completare il codex dei poteri leggendari da incastonare sull’equipaggiamento con maggiore celerità. Sono stato abbastanza fortunato da trovare alcuni poteri che hanno fatto schizzare in alto i miei danni contro i boss, ovviando così ad uno dei punti deboli più comuni degli Incantatori elettrici come vi accennavo poc’anzi, e consentendomi in tal modo di superare spedizioni in cui i mostri avevano svariate decine di livelli in più rispetto al mio personaggio, un’impresa che in precedenza mi avrebbe costretto ad una ben poco decorosa ritirata. Devo proprio ammettere che di questi notevoli picchi di potenza ho sentito parecchio la mancanza nella stagione precedente perché, sebbene ci fosse stato un potenziamento complessivo e generale di tutti gli oggetti, non mi è mai capitato di imbattermi in un pezzo di equipaggiamento che mi abbia spinto a rivedere per intero la costruzione del personaggio, modificando di conseguenza lo stile di gioco adottato. Per quanto le tempistiche necessarie per raggiungere il livello 100 siano state ulteriormente accorciate, la sola aggiunta delle Orde sembrava comunque non adeguata a mitigare il senso di tedio che iniziava a farsi largo durante la scalata, ma il modo in cui sono state introdotte tutte queste nuove sinergie tra equipaggiamento e abilità ha stimolato il mio interesse nei confronti di tutte le combinazioni possibili con le rispettive classi, e l’unica cosa che mi frena dal ricominciare il percorso con un Druido o un Tagliagole è la voglia di raggiungere la fase di fine gioco a furia di ghiaccio e saette e misurarmi almeno contro i primi livelli della Fossa. Dopodiché, è molto probabile che passerò a sperimentare qualche ulteriore gingillo pensato per altri sterminatori di demoni, a meno che non riesca a mettere le mani sul Condotto Assiale, un paio di protezioni per le gambe che moltiplicano il numero e l’efficacia delle Catene di Fulmini… insomma, le potenzialità di rimescolare le carte in tavola lungo la strada verso il livello 100 sono davvero smisurate.

Diablo IV
Blizzard ha introdotto la facoltà di personalizzare il testo visualizzato a schermo per limitare la confusione visiva.

Gioie e dolori di un cacciatore di demoni

Ma l’attuale stagione, pur essendo intrisa di tantissime novità entusiasmanti, non è stata esente da qualche intoppo. All’inizio, tutti noi ci siamo imbattuti in un fastidioso bug che generava un numero eccessivo di anelli e amuleti come bottino, rendendo le ricompense meno varie e soddisfacenti. Per fortuna, Blizzard ha accolto le lamentele pervenute ed è intervenuta prontamente con una hotfix per risolvere questo problema, che tuttavia ha fatto emergere un altro macroscopico difetto: di colpo, i forzieri che garantivano affissi maggiori sull’equipaggiamento hanno smesso di funzionare correttamente. Questo inconveniente, sebbene meno grave del precedente, ha comunque generato un grado non trascurabile di frustrazione, e al momento siamo ancora in attesa della soluzione che verrà implementata con la patch 1.5.1 del prossimo 20 agosto, assieme alla quale riceveremo anche una cassa di oggetti leggendari dotati di affissi superiori per compensare. Al di là dei bug, la Stagione 5 ci ha comunque offerto una gustosa anticipazione di ciò che ci attende con Vessel of Hatred: la trama si è arricchita, sollevando interrogativi sulle nostre azioni passate e sulle loro conseguenze. La decisione di uccidere Lilith, ad esempio, continua a far discutere la community e a sollevare dubbi sulla sua reale efficacia. Inoltre, abbiamo avuto un assaggio del ritorno di Mefisto, un antipasto che ha stuzzicato la mia curiosità e aumentato l’attesa per la prossima espansione.

In buona sostanza, quest’ultimo aggiornamento stagionale ha ulteriormente consolidato le solide fondamenta gettate dalla precedente. Le novità introdotte, come le modifiche all’itemizzazione, il miglioramento della Marea Infernale e l’aggiunta di nuove attività endgame come le Orde, hanno reso l’esperienza di gioco ancora più ricca e soddisfacente. Blizzard ha dimostrato di saper ascoltare le richieste degli appassionati e di essere costantemente al lavoro per migliorare il gioco e limarne quanto possibile i difetti. Mi sento perciò di promuovere a pieni voti la Stagione 5 di Diablo IV, anche a dispetto di qualche intoppo iniziale. I nuovi sistemi, la trama avvincente e le evoluzioni meccaniche apportate al gameplay sono riuscite a renderla una delle più riuscite, seconda solo a quella che l’ha anticipata e che, fino ad ora, ha rappresentato la rivoluzione più significativa per il gioco. Non vedo l’ora di scoprire cosa ci riserva il futuro con la prima, significativa estensione e quali strade inesplorate si spalancheranno dinanzi ai nostri occhi.


Blizzard sembra aver pianificato con cura la rimodellazione di Diablo IV per consentire a tutti i giocatori di sperimentare la potenza e la versatilità dell’itemizzazione prima dell’endgame. Il lavoro svolto per ottimizzare il ritrovamento, l’aggiornamento e l’utilizzo degli oggetti da equipaggiare in modi che alterano lo stile di gioco sta finalmente dando i suoi frutti. Con l’espansione Vessel of Hatred all’orizzonte, mi aspetto ulteriori migliorie grazie al presunto “level squish”, che ridurrà il livello massimo per velocizzare la progressione, e alla rielaborazione dei tabelloni dell’Eccellenza, l’unico sistema rimasto invariato dal lancio del gioco. Dopo i grandi cambiamenti della scorsa stagione, pensavo fosse impossibile migliorare ulteriormente, ma la Stagione 5 ha compiuto un altro genuino passo in avanti. E adesso lasciatemi tornare a macinare Orde Infernali, alla ricerca dei pezzi più preziosi per la mia build: qualora vi foste allontanati da Diablo IV dopo le prime deludenti stagioni, posso assicurarvi che questo è il momento giusto per fare ritorno a Sanctuarium e godervi tutte le eccellenti rifiniture implementate dal team di sviluppo negli ultimi mesi.


Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.