Sempre piรน spesso, รจ lโattualitร a dettare la linea del mensile che ho il privilegio di dirigere. No, non รจ unโaffermazione scontata, perchรฉ non mi riferisco allโattualitร strettamente riferita al panorama gaming, ma a quella generale. Il nostro mondo sta cambiando, o lo sta facendo molto rapidamente. Crisi economiche e politiche, tensioni internazionali, guerre sanguinose: i cambiamenti sono raramente indolori, e il mutamento degli equilibri geopolitici al quale stiamo assistendo non fa eccezione. Se per certi versi oggi sembriamo vivere uno scenario piรน simile a quello da classica spy story degli Anni โ80, quando cโera la guerra fredda tra yankee e sovietici, con la Russia tornata a essere considerata il nemico giurato dellโOccidente a trazione statunitense, io credo in realtร che si stia delineando una situazione strategica molto differente, che stentiamo ad accettare, o forse proprio a comprendere.ย
Un tempo, in quegli anni fin troppo glorificati per ragioni di squisita nostalgia, vivevamo in un mondo diviso in due blocchi contrapposti, netti e ferocemente nemici: la NATO, guidata dagli USA, principale superpotenza mondiale, era schierata contro il Patto di Varsavia, egemonizzato dallโURSS, lโaltra quasi altrettanto forte nazione della Terra. Ovest contro Est, capitalismo e liberalismo contro socialismo reale e comunismo. Due visioni diametralmente opposte dei valori, del modo di intendere la societร , lo stato, lโeconomia, i valori fondanti della convivenza civile. Un mondo che voleva ruotare attorno al valore della Libertร contro un altro che, di converso, elevava a supremo ideale lโEguaglianza. Due utopie, se volete, o due illusioni. Per alcuni, due grandi truffe, a reiterare un unico immutabile modello fin troppo โumanoโ: pochi potenti per governare senza regole moltissimi umili, noi.
Ad ogni modo, col crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dellโUnione Sovietica, il blocco occidentale vinse quella grande partita a Risiko. Fu la fine di un mondo, di unโepoca, di un immaginario collettivo del quale troviamo traccia persino nei videogiochi, come dimostrano titoli quali Raid Over Moscow, nel quale il nostro scopo ultimo era bombardare il Cremlino, a Mosca, radendolo al suolo. Che dire? Neppure Rambo, nei cinema, era stato cosรฌ dannatamente esplicito!
Seguรฌ un periodo piuttosto strano, che definirei di assestamento. La NATO non aveva piรน i suoi nemici di un tempo, quelli a causa dei quali era sorta, trattandosi di unโalleanza militare difensiva, eppure rimase in piedi, attiva. Anzi, si espanse. Gli Stati Uniti dโAmerica, garanti e (mezzi) padroni di fatto di noi europei dal secondo dopoguerra, si videro unici e soli garanti dellโordine mondiale. Il loro ordine mondiale. Poliziotti del mondo, ma anche giudici ed esecutori. In poche parole, un mondo intero assoggettato a unโunica grande forza, peraltro compenetrata se non guidata da grandi gruppi economico-finanziari, multinazionali, corporazioni e fondi di investimento degni delle tecno-visioni cyberpunk di Gibson e Sterling. Unโoccasione ghiotta, per lโimperialismo a stelle e strisce, ma il mondo non รจ mai cosรฌ semplice e lineare. Diverse nuove potenze emergenti hanno infatti cominciato a reclamare un ruolo non subalterno sulla scena internazionale. Nazioni grandi, ricche in risorse, fortemente in crescita, che in molti casi erano un tempo considerate terzo mondo, Stati sottosviluppati, ignorando il fatto che era stato il nostro atteggiamento coloniale a costringerli in tale condizione. Ebbene, oggi molti di quegli Stati sono forti, importanti, non piรน disposti a chinare la testa di fronte a un padrone unico. Tra questi, la Cina รจ senza dubbio il piรน importante, e lโindustria dei videogiochi se nโรจ accorta. Grandi publisher cinesi crescono, pubblicano, sviluppano. Comprano quote di aziende estere. Modellano un nuovo scenario, piรน conforme al mondo multipolare che si รจ delineato. โChe tu possa vivere in tempi interessantiโ, recita un anatema cinese. Noi li stiamo vivendo. Rimbocchiamoci le maniche, documentiamoci e cerchiamo di farci trovare pronti.
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