Dungeons of Hinterberg Recensione V mensile

Mescolare vari generi videoludici è sempre difficile, per gli sviluppatori. Il rischio è quello di mettere in commercio un titolo privo di una sua identità, in cui nessuno degli elementi riesce a funzionare bene. A riuscirci, questa volta, non è stato un grosso studio con cospicui budget a disposizione, ma una piccola azienda austriaca, Microbird Games, qui al suo primo titolo videoludico. Presentato all’Xbox Games Showcase del 2023, poi all’ID@Xbox dell’aprile scorso, Dungeons Of Hinterberg unisce elementi da GdR, azione, enigmi ed esplorazione, insieme a una velata (ma gradevole) promozione al turismo e una componente social che avrà un impatto anche nell’evoluzione delle nostre abilità. 

Dungeons of Hinterberg: una particolare terapia di gruppo

Hinterberg è il classico paesino tra le montagne dell’Austria. La vita, qui, scorre tranquilla, tra turismo, trekking, arrampicate sportive e qualche birra serale in uno dei numerosi pub della zona. Questa tranquillità viene sconvolta dall’improvviso manifestarsi di fenomeni magici, collegati alla comparsa di portali che portano a vari dungeon popolati da mostri poco inclini a fare amicizia. Dotati di spirito d’iniziativa, gli abitanti di Hinterberg riescono a volgere la situazione a loro favore, inventando una sorta di sport che consiste nell’esplorare tali sotterranei uccidendo i mostri. L’iniziativa ha successo, al punto che anche i negozi vengono convertiti in armerie, e ben presto arrivano nella cittadina vari turisti, influencer e giornalisti, desiderosi di cimentarsi nella caccia. Luisa, la nostra protagonista, è oppressa dal suo lavoro in uno studio legale e dalla monotona vita nella città di Vienna. Decide così di prendersi una vacanza e, per provare qualcosa di insolito, si reca proprio a Hinterberg. Poco dopo il suo arrivo si scatena un terremoto, che peggiora la situazione nella cittadina. Luisa incontra così Karl, un ex naturalista ora convertito all’alpinismo, che la addestra nei primi rudimenti della caccia ai mostri e dell’esplorazione dei dungeon. Contrariamente alle sue previsioni, la ragazza si trova bene nel suo nuovo ruolo, e decide di andare fino in fondo, alternando l’esplorazione e la caccia a serate nei bar locali, contemplazioni di tramonti e montagne, e dialoghi con vari personaggi, che la porteranno a stringere anche qualche utile amicizia. 

Picchiare mostri tra una scalata e l’altra

L’avventura di Microbird si divide in tre generi, che si alternano in modo piacevole: i combattimenti, gli enigmi, e l’elemento social. Una volta al giorno, potremo accedere a un portale che ci collegherà con un dungeon, ognuno dotato di sfide e nemici propri. Le meccaniche sono semplici: attacco forte, debole e schivata, e basteranno un paio di lezioni di Karl per immergersi subito nel gameplay. A renderlo più interessante è l’introduzione di alcuni incantesimi, adatti sia a risolvere gli enigmi che affrontare i nemici e il classico boss, che spesso andrà abbattuto utilizzando l’ultima abilità imparata (sì, nell’estetica e nelle meccaniche ricorda un po’ gli ultimi Zelda). 

Passando agli enigmi ambientali, non c’è nulla di veramente complicato, ma anche qui c’è da divertirsi. Non manca l’esplorazione, dedicata a raccogliere potenziamenti, denaro e indizi sulla trama, e persino alcuni punti di contemplazione, dove potremo sederci a esplorare il panorama e riflettere sulla vita, aumentando così anche la barra dell’energia. Una volta terminato con successo il dungeon del giorno potremo tornare a Hinterberg, dove emerge una delle componenti più interessanti del titolo. Parlare con i vari abitanti, infatti, non permette solo di conoscere meglio la trama e gli eventi che hanno sconvolto la cittadina, ma ci consente di aumentare le nostre statistiche. Alcuni dei personaggi che incontreremo sono collegati alle abilità e all’equipaggiamento. Stringere amicizie, portarle avanti con cura e accettare gli inviti a cena o a bere una birra è quindi l’unico modo per aumentare le nostre capacità. Persino il semplice atto di andare a dormire la sera non è fine a se stesso, ma ci permette di scegliere se guardare la televisione (aumentando la statistica divertimento) o leggere un libro (migliorando la nostra conoscenza del luogo).

Ma quanto sono belle le Alpi austriache?

Per caratterizzare l’aspetto estetico del titolo, gli sviluppatori si sono affidati al collaudato cel-shading. Se con tale tecnica è ormai difficile sbagliare, vista la potenza dei processori delle attuali piattaforme, è anche vero che l’azienda austriaca è riuscita a metterci molte idee sue, donando all’avventura un comparto visivo piacevole. Effetti ambientali, texture, scenari e modelli poligonali, pur non essendo al livello di ben altre produzioni, sono decisamente ben riusciti, con colori azzeccati e numerosi dettagli che ben si adattano alla pacata atmosfera della cittadina. Non sono rari gli scorci degni di un grazioso quadro. Ancora più cura è stata messa nella realizzazione dei dungeon, ognuno con un suo stile grafico e persino una propria palette cromatica. È molto difficile che il lato estetico del titolo risulti monotono, vista la varietà dei colori, delle ambientazioni e dei personaggi. Solo in rari casi abbiamo notato qualche calo di frame rate, ma nulla che abbia impatto sulle meccaniche. Anche sul versante sonoro troviamo musiche che vanno dal rilassante durante l’esplorazione, fino a motivi ben più incalzanti nei combattimenti. I dialoghi (solo in inglese) non sono doppiati, ma sostituti da una sorta di cicaleccio anonimo.

Conclusioni

Microbird esordisce con eleganza, offrendo un titolo piacevole e divertente. La difficoltà è bassa, ma l’obiettivo non è creare un’avventura complessa quanto piuttosto guidarci in un viaggio tra le montagne austriache con dungeon, avversari, scenari incantevoli, enigmi e personaggi singolari. Non sarà memorabile, ma come prima opera è davvero soddisfacente.

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