Sin dalla presentazione offertaci dal menu principale, è evidente come i ragazzi del team cinese di Starry Studio, parte dell’universo NetEase, abbiano realizzato un titolo che unisce e mischia una serie di ispirazioni tratte da universi anche molto distanti tra loro. Once Human è un videogame dal genere di difficile definizione, mixando meccaniche da sparatutto survival, raid di gruppo, strane creature al nostro fianco e tanto altro. Di base, potremmo definirlo come un classico survival shooter sandbox ambientato in un vasto open world, ma è proprio la commistione tra tecnologie assurde e situazioni paranormali che ci ha colpito. Come fare per cercare di dare un senso a questo caos? Testarlo per la nostra recensione in versione PC, dove abbiamo messo alla prova i diversi server disponibili sin dal giorno di lancio, lo scorso 9 luglio.
Once Human: un survival bizzarro, ma poco originale
La storia di Once Human ci racconta di come un gruppo di scienziati abbia aperto una misteriosa “porta argentata” su un’altra dimensione, detta anche Silver Door, ma in seguito a questo avvenimento una forza extraterrestre, chiamata Stardust, ha contaminato il pianeta Terra. La conseguenza? Un’immancabile apocalisse, classico plot twist piuttosto scontato di quando due diverse dimensioni si incontrano. Qualunque forma di vita umana, floreale o faunistica esposta a questa minaccia è destinata a trasformarsi in Devianti, ossia creature mostruose di diverse forme e dimensioni che avranno come solo obiettivo quello di eliminare qualsiasi cosa si muova per raggiungere lo stadio successivo della propria evoluzione. La minaccia più pericolosa però non sono loro: è incarnata dai cosiddetti “Grandi Esseri”, le incarnazioni della forza più terribile dell’universo. Cosa ci tocca fare? Niente di diverso dalla “banale” sopravvivenza, a partire da cibo e acqua incontaminati e altre risorse, affrontando anche la nuova realtà tra fazioni che perseguono gli scopi più disparati tra loro. Non possono mancare ovviamente le classiche meccaniche di crafting, con armi di potenza e rarità sempre più elevata e l’utilizzo di oggetti fantascientifici, frutto delle ricerche governative svolte attorno alla Silver Door. Tutto questo ci permetterà di percorrere il cammino che ci condurrà verso il titolo di “Beyonders”, i quali dovranno accumulare abbastanza risorse e potere per affrontare i Grandi Esseri e scatenare la controffensiva.
Benvenuti nel paradiso dei negligenti
È evidente come la struttura di questa esperienza si basi su quella di un classico sparatutto in terza persona, che include anche armi per scontri corpo a corpo e un sistema di schivate utili per sopravvivere alle battaglie più ardue. Non solo armi, ma anche poteri psichici e tanti gadget assurdi fantascientifici che ci torneranno utili man mano in questo mondo decisamente complesso, e soprattutto ampio. Infatti la mappa di gioco ci è sembrata davvero ampia e con tantissimi punti d’interesse, legati a loro volta a specifiche ricompense, e situazioni davvero strane: non sono mancati zombie, autobus trasformati in ragni immensi e feti ingabbiati in capsule à la Death Stranding, quindi ci attende davvero di tutto. Da un punto di vista tecnico, questi primi giorni di testing hanno visto server non troppo affollati, dovuti anche al fatto che se ne contano davvero parecchi e l’affluenza è stata medio-bassa, anche per via della suddivisione degli stessi in diverse categorie di difficoltà. Per i principianti del genere, o comunque per coloro che desiderano avvicinarsi gradualmente a questa esperienza folle, ci sono degli specifici server, localizzati anche in base alla propria localizzazione, e questo ci ha consentito di avere esperienze di gioco comunque godibili e facilmente fruibili, ma solo con qualche problema di connessione ai server talvolta. Al netto di questo piccolo inconveniente tecnico, il resto della nostra esperienza ci è sembrata fluida grazie alle buone performance del motore di gioco. Al contempo però, ci sorge un dubbio sulla componente artistica e narrativa, dove l’evidente effetto pastiche può generare il rischio di far sembrare questo titolo ben poco originale nel game design e con un gameplay che, a livello di contenuti proposti, non si allontana dagli standard stabiliti diversi anni fa.
Conclusioni
Once Human è un survival shooter ambientato in un enorme mondo dall’immaginario paradossale, ma poco innovativo nel design e nelle meccaniche. I principali riferimenti sono Stranger Things, Control e altri titoli di successo nel mondo dell’intrattenimento. Resta il dubbio su quanto la sua formula possa rivelarsi alla lunga vincente.
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