Kunitsu-Gami: Path of the Goddess Recensione V mensile

Fin dai primi frame, Kunitsu-Gami ha fatto una promessa silenziosa ai videogiocatori: immergerli nel folclore nipponico fino al collo e oltre. La promessa è stata mantenuta? La risposta breve sarebbe sì, ma c’è anche molto altro da dire sul gioco uscito il 19 luglio su PC, PlayStation 5, Xbox Series X, Series S e disponibile su catalogo Game Pass dal day one.

Kunitsu-Gami: una storia di pellegrinaggio e purificazione

Ci troviamo in cima al monte Kafuku durante il periodo che gli abitanti dei vari villaggi dedicano alla venerazione degli dei ancestrali. A condurre le cerimonie di celebrazione è Yoshiro, sacerdotessa della dea della montagna. Purtroppo, però, la corruzione degli uomini ha toccato vette tali da intaccare l’intera montagna che è ora ostaggio delle mostruose Furie. Di notte, i confini tra il loro mondo e quello terreno si spezzano completamente, consentendo loro di girare indisturbate, attaccare i villaggi e i loro abitanti e, soprattutto, puntare a Yoshiro, così da sconfiggere definitivamente la divinità. Solo l’intervento di Soh, guerriera samurai fedele a Yoshiro, può rappresentare una speranza di sopravvivenza per gli abitanti del monte Kafuku.

Seguiamo la via

E la via ci condurrà dalla cima del monte fino a valle e poi di nuovo su. Il funzionamento di base di Kunitsu-Gami è piuttosto semplice. L’attività si divide in due fasi principali. Durante il giorno ci viene concesso il tempo di esplorare un dungeon, organizzare le nostre difese, tracciare il percorso che dovrà compiere Yoshiro e reclutare abitanti dei villaggi a cui affidare diversi compiti in battaglia. Si tratta di attività da portare a termine con cognizione di causa. Studiare il terreno e disporre le difese di conseguenza ci permetterà di affrontare la notte, quando i nemici si scatenano, con relativa tranquillità. Le Furie, dal canto loro, hanno ognuna una specificità che può renderle ostiche sia in gruppo, ma anche prese singolarmente: da quelle volanti a quelle che attaccano a distanza, vi daranno diverse gatte da pelare. Arrivare all’altro capo del dungeon ci permette di purificare il portale Tori e considerare definitivamente libera l’area. Nelle prime fasi, sarà sufficiente superare una notte in un singolo dungeon per procedere poi al livello successivo. Già da un certo punto in poi, invece, i movimenti lenti di Yoshiro ci costringeranno a trascorrere tra i mostri almeno due nottate. Le stesse aree saranno divise in più sezioni. Sebbene gli elementi strategici messi a nostra disposizione fin dall’inizio possano anche essere sufficienti in un certo qual modo per arrivare fino ai titoli di coda, Capcom non ha dimenticato di offrire una certa profondità.

La strategia vincente? Quella che preferisci

Come in ogni altro gioco a sfondo strategico, a fare la differenza sarà la nostra capacità di organizzare bene le nostre truppe a seconda delle necessità del momento. All’inizio del gioco avremo delle opzioni parecchio limitate. Andando avanti, invece, riusciremo a sbloccare altri “ruoli” (11 in totale) da assegnare agli abitanti dei villaggi. Alcuni dei personaggi saranno specializzati nel combattimento ravvicinato veloce, altri negli attacchi ranged mentre altri ancora offriranno vantaggi passivi. Solo l’alchimia tra le varie unità, voi e il terreno di scontro potrà garantirvi qualche chance di vittoria. E per quel che riguarda Soh? La spadaccina che guida le operazioni all’inizio può fare affidamento solo sulla sua Katana, un potere attivo (la guardia Tsuba) e due perk passivi (i talismani Mazo). Ottenendo Masuba, ossia la valuta utile per i potenziamenti anche dei ruoli delle truppe, è possibile sbloccare altri slot e avere così fino a tre guardie Tsuba e ben cinque talismani. Questi, ovviamente, andranno raccolti nei dungeon. Per ottenerli potrebbe essere necessario portare a termine delle azioni specifiche. Sempre per Soh, è possibile sbloccare anche altre abilità indipendenti da sfruttare poi in battaglia.

Kunitsu-Gami: come un sottile filo di seta teso al limite

Dove il gioco Capcom riesce davvero a eccellere è il versante estetico. Yoshiro, Soh, le maschere Kagura indossate dai paesani, le Furie stesse, presentano un design di tutto rispetto. Per ciò che attiene alla narrazione, fatta eccezione per poche frasi all’inizio e alla fine, e a un filmato prequel distribuito da Capcom su YouTube il giorno del lancio, è affidata interamente ai movimenti, ai gesti e alle danze rituali dei protagonisti. Parte della lore è affidata alle tavole Ema, da collezionare lungo la nostra avventura. Qui notiamo come Capcom abbia sì attinto al folclore tradizionale giapponese, ma ci abbia anche aggiunto lo zampino arricchendo, dove possibile, l’immaginario con suggestioni originali. 

Una piccola sbavatura che tanto ci ha fatto penare, specie all’inizio, è l’assenza di un sistema di lock davvero efficace. Questo viene sbloccato solo nel caso in cui decidessimo di sbloccare l’abilità da arciere per Soh. Pur inserendo l’input, quasi mai abbiamo inquadrato il bersaglio desiderato e questo ci ha lasciato molti dubbi circa la gestione della funzione. Questa pecca diventa particolarmente fastidiosa durante le ondate di Furie più intense, quando cioè ci sono molteplici nemici a schermo, e ancora di più durante le boss fight. In questo caso, a pesare è la necessità di dover gestire anche la telecamera mentre già si deve tenere a mente dove abbiamo piazzato le unità, dove si trovi Yoshiro e quali possano essere gli attacchi a cui potremmo andare incontro.

Conclusioni

Se vi aspettavate una rivoluzione nel genere, Kunitsu-Gami potrebbe deludervi. Tuttavia, la scelta di adottare formule già abbondantemente collaudate lo rende accessibile anche ai novizi del tower defense. Poco innovativo, dunque, ma solido e aperto alla sperimentazione di strategie personali.