La questione degli FPS può essere presentata come una delle discussioni più animate nel mondo dei videogiochi: fortissimi conflitti tra giocatori di tutte le piattaforme e giustificazioni dei distributori che hanno lodato la scelta di molte case di sviluppo nel limitare i loro titoli a 30 fotogrammi al secondo. In questo contesto, vi ricordate le dichiarazioni di Alex Amancio, direttore creativo di Ubisoft, che generarono un fortissimo scalpore su Assassin’s Creed: Unity? “I 30 FPS sono stati il nostro obiettivo, sono più cinematici!”; ecco, oggi ritroviamo la stessa filosofia espressa da Reality Pump Studios per Vendetta: Raven’s Cry, una versione migliorata del loro titolo originale. Perché in effetti, a giudicare dall’opinione della stampa internazionale, effettivamente la versione base aveva bisogno di qualche aggiustatina…
L’ottimizzazione del titolo, secondo diverse indiscrezioni, si è conclusa in maniera disastrosa, a partire dalla risoluzione, che non raggiunge i 4K; fin qui niente di grave, finché non si va a sapere che persino gestire 1080p sembra complicato. Nemmeno la tecnologia SLI di Nvidia viene sfruttata, portando probabilmente a degli scatti, che infatti si ripercuotono sugli FPS, i quali non riescono a raggiungere una stabilità soddisfacente: arrivare ai 30 fotogrammi per secondo sembra infatti un sogno. Le lamentele si sono fatte, giustamente, presto sentire. Un utente in particolare è rimasto deluso dall’acquisto dopo aver riposto la sua fiducia nel team, chiedendo sul blog di Steam se ci sarebbero stati aggiornamenti futuri; parole comunque leggere, che trasudavano l’amore per la casa di sviluppo. Come si è conclusa la storia? Uno sviluppatore di Reality Pump Studios ha legittimato le mancanze del titolo, utilizzando esempi personali e fuori dal contesto, tra cui quella che più di tutte ci ha colpito: “Il nostro scopo è quello di realizzare interessanti strade alternative per le missioni e non i fotogrammi per secondo. Inoltre penso che qualsiasi cosa al di sopra dei 30 FPS non cambia l’esperienza di gioco“.
Il ciclo si ripete e con esso l’eterna battaglia tra i sostenitori della supremazia degli FPS e quelli che non sanno neanche cosa questa sigla significhi. Certo è che un conto risulta pretendere necessariamente prestazioni grafiche di altissimo livello; un conto invece, come in questo caso, è aspettarsi semplicemente che il prodotto acquistato funzioni decentemente agli standard promessi. Ironia della sorte ha voluto comunque che Raven’s Cry, titolo che, come detto sopra, non valorizza gli FPS ma “nuove strade narrative”, è stato un gioco accolto in maniera insufficiente persino dal punto di vista della storia, ma questo è un argomento per un altro giorno.