Lo scontro decisivo tra esseri umani e demoni incombe nell’ombra di una calma apparente. Tra lame che volteggiano a tempo del respiro e misteri da dipanare i cacciatori si addestrano per affrontare coraggiosamente la sorte. Demon Slayer: L’allenamento dei Pilastri è disponibile in esclusiva Chrunchyroll in versione originale sottotitolata. L’anime realizzato come sempre dallo studio Ufotable, è tratto dal manga di Koyoharu Gotōge, serializzato sulla rivista Weekly Shōnen Jump di Shūeisha da febbraio 2016 a maggio 2020. Siffatta quarta stagione, trasmessa tra l’11 maggio ed il 30 giugno, sarà l’ultima della serie, poiché la saga conclusiva dell’opera, Il castello dell’Infinito, verrà adattata in una trilogia di film. La versione animata dell’arco narrativo dell’allenamento dei Pilastri è composta da solo 8 episodi, di cui due – il primo ed ultimo- in versione special doppi. La puntata iniziale, però, non è inedita, in quanto si si tratta della seconda parte del film Kimetsu no yaiba – Demon Slayer: Verso l’allenamento dei Pilastri (di cui trovate la nostra recensione qui), uscito nelle sale cinematografiche lo scorso febbraio.
La battaglia finale contro i demoni è vicina. Kibutsuji Muzan ha scoperto che Nezuko è diventata immune alla luce del sole e, bramoso del potere acquisito dalla giovane, parte alla sua ricerca per appropriarsene. Consapevoli del pericolo, Tanjiro ed i cacciatori di demoni si allenano duramente sotto la guida dei Pilastri. Tra intrighi e colpi di scena in molti si apprestano sfidare il destino per sconfiggere i demoni e proteggere coloro che amano.
Demon Slayer: l’allenamento dei Pilastri: l’occhio del ciclone
Breve ed concentrato Demon Slayer: l’allenamento dei Pilastri è un arco narrativo di transizione, ma estremamente importante e propedeutico per l’ultimo atto. Nel seguire l’allenamento di Tanjiro, difatti, scopriamo le storie di alcuni comprimari, per essere poi proiettati, nel finale, nel proemio dello scontro conclusivo. Un approfondimento, che ci permette di conoscere, sotto altre prospettive, determinati personaggi e i loro rapporti interpersonali, arricchendo la già articolata caratterizzazione dei protagonisti di Demon Slayer. In particolare i Pilastri e del capofamiglia, dei quali ci vengono mostrati aspetti inediti o più introspettivi, seppur vagliati in modo non paritetico, dedicando spazi e tempi differenti ai vari Hashira ed ad i loro relativi allenamenti. Un’esplorazione che prosegue anche su altre questioni riguardanti il mondo di Kimetsu no Yaiba, non meno interessanti o superflue. Buone risorse narrative per una saga mediana, connotato da sempre punto critico delle opere seriali, ancor più se tendenzialmente carente d’azione come in questo caso. Potenzialità che, tuttavia, non sono state pienamente sfruttate. La trama, pur seguendo una specifica linearità temporale, risulta in parte disorganica, non perfettamente coesa. Tale difetto è primariamente conseguenza dell’esigenza di adattare e diluire pochi capitoli del manga, dall’avvicendamento rapido, in un’intera stagione animata. Per quanto, a ragion veduta, si sia cercato di limitare i danni riducendo il numero di puntate, è stato comunque necessario dilungare alcune parti, perdendo ritmo ed omogeneità. Un neo che appare lapalissiano nel primo episodio, il quale già di per sé difetta del non essere inedito, quantomeno per coloro che hanno visto l’ultimo film al cinema. Quarantotto minuti in cui si susseguono sequenze importanti, ma in parte disarticolate, quasi scoordinate, alcune delle quali, peraltro, sneak peek di questa stessa stagione. Discontinuità che ritroviamo, seppur meno marcate, anche nel proseguo della storia, che tuttavia, si delinea ed appare meno confusionaria.
La narrazione comunque, seppur frammentata, risulta nel complesso abbastanza scorrevole, dal ritmo un po’ piatto, ma non tedioso. Questo sino allo spettacolare episodio finale, nel quale la cadenza sale, in un fortissimo crescendo raggiungendo il suo apice proprio nel cliffhanger al suo termine. Un’ ultima puntata impressionante, della quale possiamo apprezzare sia le interessanti idee registiche di Haruo Sotozaki, che l’altissima qualità tecnica dell’anime, oramai elemento distintivo e caratterizzante della serie. Demon Slayer: l’allenamento dei Pilastri, come del resto le altre stagioni ed i film, è realizzato con una eccellente combinazione di animazione tradizionale e digitale, quest’ultima a tratti preponderante, ma senza mai trascendere l’equilibrio visivo delle sequenze. La grafica accurata e minuziosa, che vede Akira Matsushima a capo del character design, esalta lo stile dell’autrice Gotōge, valorizzandone il peculiare tratto. Movimenti estremamente fluidi, dal flusso coerente ed armonioso, caratterizzano le scenografiche animazioni. Non meno importante i suoni e la colonna sonora, quest’ultima composta da Gō Shiina e Yuki Kajiura, che ben si coniugano al contesto, esaltando il comparto emozionale. Gli elementi visivi e sonori si accordano plastici creando una straordinaria euritmia audiovisiva.
Demon Slayer: l’allenamento dei Pilastri è la parziale dimostrazione che un arco narrativo di transizione, se ben gestito, può trasformarsi in una saga capace di appassionare lo spettatore. Sebbene tale impresa non sia pienamente riuscita, questa quarta ed ultima stagione dell’anime risulta nel complesso godibile. Rampa di lancio per la futura trilogia di film, al netto di qualche difetto, ci permette di approfondire aspetti e storie di alcuni comprimari. Il riscatto, tuttavia, risiede nell’impressionante episodio finale, nel quale la superba qualità tecnica e le regia di Sotozaki plasmano un fantasmagorico carosello audiovisivo, preludio di una conclusione che ci aspettiamo non meno superlativa.