Kaiju no. 8 Recensione: mostruosamente intrigante

La prima stagione dell'atteso anime Kaiju no. 8 è disponibile sulla nota piattaforma streaming Crunchyroll

Attenzione. Allarme Kaiju n.8 siete pregati di evacuare la zona e… connettervi su Crunchyroll! La serie è realizzata da Production I.G, con il design dei Kaiju e degli artwork curati dello studio Khara, mentre la regia è di  Shigeyuki Miya e Tomomi Kamiya. L’anime è tratto dall’ omonimo manga di Naoya Matsumoto, serializzato sulla rivista digitale Shōnen Jump+ della nota casa editrice Shūeisha, di cui adatta i primi 34/35 capitoli. Kaiju n.8 ha riscosso notevole popolarità sin dal suo esordio, aspetto che ha contribuito sensibilmente nella produzione dell’adattamento animato, nonché, di riflesso, nella considerevole campagna pubblicitaria ottemperata dalla nota piattaforma in streaming. Questa prima stagione (la seconda è già in produzione!) è composta da 12 episodi, pubblicati a partire dallo scorso 13 aprile sino al 29 giugno. La particolarità più esclusiva, tuttavia, risiede nelle modalità di divulgazione. Per la prima volta  le puntate sono state trasmesse da Crunchyroll non solo in simulcast in tempo reale con il Giappone, ovviamente sottotitolate in varie lingue, bensì anche in simuldub. Un’ora dopo la diretta streaming, infatti, sono stati pubblicati gli episodi doppiati nei diversi idiomi, ad eccezione degli ultimi due che, causa inconvenienti tecnici, sono stati rimandati rispettivamente al 6 e 13 luglio .

In un Giappone minacciato costantemente dagli attacchi dei Kaiju, mostri sanguinari che devastano le città divorando le persone, l’unica speranza di salvezza sono le Japan Force Defence che combattono incessantemente per salvaguardare il paese. Kafka Hibino, trentaduenne impiegato in una squadra speciale addetta alla pulizia e smantellamento dei resti dei Kaiju, sembra aver oramai abbandonato il suo sogno di diventare membro delle forze di difesa avendo fallito più volte il test d’ammissione. La determinazione del suo nuovo collega Reno Ichikawa risveglia in lui il desiderio e la risolutezza di tentare nuovamente l’esame, al fine di mantenere la promessa fatta alla sua amica d’infanzia Mina Hashiro. Tuttavia l’intervento di un piccolo e misterioso Kaiju  complicherà la già difficile situazione del povero Kakfa…riuscirà l’improbabile eroe a raggiungere il suo obiettivo?

Kaiju no. 8: una miscela esplosiva

Il successo di Kaiju no. 8 risiede nella capacità del suo autore, Naoya Matsumoto, di rielaborare i canoni del classico shōnen con elementi tipici della fantascienza giapponese in modo originale ed avvincente. I Kaiju (lett. strana bestia) sono una tipologia di mostro frutto dei creativi nipponici del dopoguerra, fortemente legati alla cosiddetta era atomica. Il più famoso è Gojira, in occidente conosciuto come Godzilla, protagonista di numerose pellicole ed emblema per eccellenza della categoria. Matsumoto ridisegna, letteralmente e non, gli archetipi del genere in questione adattandoli e ricostruendoli sulle logiche dei manga mainstrem, non senza quel tocco di originalità ed ironia che dona freschezza e vigore alla serie. Connotati che ritroviamo fedelmente nell’anime, catalizzati ed esaltati dall’ottima qualità audiovisiva che caratterizza questo prodotto. Come oramai la maggior parte delle serie anime odierne è realizzato con il vincente e prospero connubio di tecnica tradizionale e C.G.I, in dosi massicce, ma nel complesso calibrate, con animazioni fluide e visivamente spettacolari. Lo stile grafico ricalca puntualmente quello del manga, con disegni puliti e dettagliati. Anche la fotografia richiama le tavole a colori dell’opera cartacea, risultando curata e mimetica rispetto al contesto rappresentato. Altrettanto conforme è l’adattamento dei dialoghi in italiano, ben reso dal celere ed apprezzabile doppiaggio, che preserva l’intensità emotiva dei personaggi e garantisce una piacevole esperienza di visione.

Una menzione speciale spetta alle sigle, entrambe, fatto raro, opera di artisti non giapponesi. L’opening è Abyss del cantautore brittanico Yungblud, canzone alternative rock che affronta i temi della lotta personale e della solitudine, richiamo agli struggimenti interiori del protagonista. Il punto forte, tuttavia, è il video, un tripudio di animazione in computer grafica di alto livello che ci regala ipnotiche immagini fantascientifiche perfettamente cadenzate sulle note della musica. Quasi agli antipodi l’ending, Nobody della band statunitense OneRepublic, brano pop rock il cui testo è incentrato sull’idea di supportare una persona in difficoltà, anche a costo di superare i propri limiti. Nuovamente palese il riferimento al rapporto tra alcune dei personaggi che ritroviamo nella comparte video, realizzata principalmente in tecnica tradizionale con disegni dai fondali stile “pastello” dettagliati, che ci mostra scatti di vita quotidiana di alcuni dei protagonisti delle forze di difesa.

Sinergie metamorfiche

Azione ed ironia costituiscono il secondo binomio vincente di Kaiju no. 8. Mirabolanti e spettacolari combattimenti si intersecano ad una buona dose di sano umorismo, che diventa anch’esso elemento distintivo della serie. Non mancano amicizia, sentimenti ed un pizzico di mistero, che completano l’opera donandole il giusto spessore ed intensità. La trama è ben strutturata ed intrigante, dalla narrazione lineare e tendenzialmente bilanciata nei ritmi, culminante con un cliffhanger che accresce la curiosità dello spettatore in attesa della prossima edizione. A tal proposito è doveroso tener presente che questa prima stagione è un ampio ed articolato preludio propedeutico all’evoluzione futura della storia. L’esiguo numero di episodi è, quindi, giustificato e compensato dalla fedeltà al manga, modus operandi che si spera continui al fine di evitarci inutili filler. La caratterizzazione dei personaggi è nel complesso variegata, al contempo legata e svincolata dai canoni del genere, risultando abbastanza originale e poco stereotipata. Aspetti ben rappresentati nel protagonista, Kafka Hibino, che ricalca le peculiarità dell’eroe shōnen, ma rielaborate in modo originale, attraverso l’espediente dell’età, decisamente fuori dai range, che gli regala una maggiore maturità che contrasta in modo divertente, ma coerente, con il suo lato da sognatore idealista. Molto interessante e fuori dai soliti schemi underdog Reno Ichikawa, il kohai di Kafka. Di contro, tuttavia, la rappresentazione di buona parte dei comprimari appare poco approfondita, non ancora adeguatamente sviluppata, probabilmente a causa del ruolo introduttivo dell’arco narrativo adattato.

Un elemento interessante risiede nella scelta del nome Kafka Hibino, che lecitamente, si sospetta essere un riferimento al celebre scrittore Franz Kafka. Una connessione ontologica legata ai temi della metamorfosi ed alienazione, che sono fortemente presenti anche nel lavoro dell’autore boemo. In Kaiju no. 8 trasformazione e trasfigurazione sono uno degli argomenti centrali, rappresentando la lotta personale e la relazione profonda tra l’umanità e i mostri che minacciano il mondo. Il conflitto, in tal modo, diviene mezzo di esplorazione e ridefinizione dell’identità. Non meno importante è la tematica triade determinazione – fallimento – successo, la quale permea la storia del protagonista e offre una prospettiva ricca e realistica sul difficile percorso di un individuo verso il raggiungimento dei propri obiettivi. Un invito a “non arrendersi mai”, leitmotiv di buona parte delle opere animate nipponiche. Altrettanto cliché, ma per nulla banale, è il tema amicizia e legami, legittimamente onnipresente o quasi. L’approccio è articolato e multidirezionale, in quanto non si limita a mostrare lo sviluppo delle relazioni trai personaggi, bensì esamina anche le dinamiche dei rapporti d’amicizia. Conflitti personali e divergenze di opinioni si contrappongono e si risolvono attraverso la comprensione e l’empatia, rafforzando gli affetti. Questa complessa ed intrigante rete tematica, tuttavia, risente, per ora, di un approfondimento a tratti superficiale. Imperfezione che, molto probabilmente, è anch’essa originata dal ruolo di prologo assunto da questa prima stagione. Kaiju no. 8, difatti, presenta un ottimo potenziale che, mi auguro, possa essere adeguatamente elaborato e valorizzato nell’adattamento dei prossimi archi narrativi.


Dinamico e coinvolgente Kaiju no. 8 è un’opera decisamente interessante dell’attuale panorama anime. La sua rielaborazione innovativa del tòpos dei mostri atomici con gli elementi tipici degli shōnen risulta una combinazione vincente resa detonante dall’alta qualità tecnica. Azione ed ironia si susseguono sullo schermo senza mai annoiare lo spettatore, permettendo di surclassare qualche piccola imperfezione. Non resta, quindi, che gustarci l’esordio audiovisivo di Kaiju no. 8 in attesa della già annunciata seconda stagione!