Metal Gear Solid V: The Phantom Pain era ancora in vendita sugli scaffali quando più di qualcuno, sul web, ha cominciato a parlare di fantomatici progetti di remake per il più amato capitolo della saga di Solid Snake, Metal Gear 3: Snake Eater. Per anni, siti e riviste specializzate hanno riportato quelle che parevano poco più che ardite fantasie da parte di sedicenti insider strampalati. Voci credibili? Nemmeno un po’, ai tempi. Dopo un 2015 maledetto, segnato dall’uscita di un TPP monco e dal licenziamento di Hideo Kojima, la frattura definitiva tra publisher e fanbase si era consumata nel 2017, con l’uscita di un Survive, vissuto da molti più come insulto che come uno spin-off. A complicare ulteriormente la situazione ci pensò Hideki Hayakawa, allora fresco di nomina alla carica di CEO della sezione Digital Entertainment. Hayakawa espresse l’intenzione di concentrare gli sforzi degli studi sul mobile. Che rabbia scoprire, pochi anni dopo, che i numeri gli davano ragione: azienda mai stata così in salute come allora. A questo punto, ci tocca fare un velocissimo fast-forward fino al maggio del 2023, quando, durante il consueto State of Play di PlayStation, ha fatto la sua apparizione un reveal trailer di Snake Eater.
Ma perché “Delta”?
Abbandonato il passato, veniamo a noi con Metal Gear Solid Delta. Ma perché proprio Delta? È uno dei dubbi che ha attanagliato fin da subito il sottoscritto e tanti altri appassionati, al punto che Konami stessa si è sentita in dovere di dare chiarimenti poco dopo la prima presentazione.
Senza entrare troppo nello specifico, Delta è un simbolo utilizzato in matematica e fisica per indicare differenze a livello di macrosistema (se maiuscolo, come nel caso in esame). Certo, il simbolo potrebbe esser stato scelto anche per la sua forma triangolare che richiama il numero 3 del gioco originale, ma il tema del cambiamento è subito divenuto un tarlo per tutti gli appassionati iscritti al partito dei puristi. Presto, si è cominciato a temere che Konami e Virtuos avessero osato l’impensabile: mettere mano al copione pensato da Kojima per cambiare qualcosa.
Proprio per questo, intuito il malcontento serpeggiante, Konami ci ha tenuto a ribadire che gli unici cambiamenti avrebbero riguardato l’ammodernamento dell’engine (l’Unreal 5), e l’introduzione di un doppio sistema di gameplay. Se nella modalità standard il gioco sarà allineato ai contemporanei shooter in terza persona, con telecamera fissa sulla spalla del protagonista, palette di colori fotorealistica e meccaniche fluide e frenetiche, Konami ha pensato di introdurre per i feticisti di Naked Snake una modalità Legacy che ha l’obiettivo di teletrasportare i giocatori indietro nel tempo fino a quel fatidico 2004. Grazie a Legacy ritroveremo tutte le caratteristiche meccaniche di gioco che hanno fatto di Snake Eater il capolavoro che è, dalla posizione della telecamera ai movimenti del giocatore, passando per le ore di studio dei turni dei nemici fino ad arrivare e quel meraviglioso filtro giallo che rendeva tutto così vintage.
Metal Gear Solid: il solito vecchio Snake
Se alcuni minimi cambiamenti sono stati effettuati sulle meccaniche di gioco, almeno nella versione ammodernata. Tutto quello che riguarda trama, copione… persino le linee di dialogo sono rimaste assolutamente invariate. Iconico e attualissimo, lo storytelling di Snake Eater è probabilmente tra i migliori esempi di come un videogioco possa essere uno strumento di racconto incredibilmente potente. Il terzo capitolo è un unicum anche all’interno della saga stessa, infatti a differenza di ogni altro titolo della serie uscito fino al 2004, Snake Eater è stato il primo Metal Gear ambientato nel passato. Kojima ci ha voluto offrire il punto di vista del “cattivo” (Big Boss), facendone una profonda analisi prima che diventasse malvagio. Anzi, ha fatto di meglio: se già con Solidus aveva messo in dubbio la nostra percezione di giusto e sbagliato, con il monologo finale di un personaggio straordinario come The Boss mette definitivamente in crisi la nostra scala valoriale: fedeltà alla missione o fedeltà a me? È un dubbio che ci accompagnerà ancora a lungo.
Tutti più tranquilli? Mica tanto. Una possibile cartina di tornasole è il percorso che sta compiendo SH2 Remake. Il progetto, affidato a Bloober Team, è sotto l’attento scrutinio della community che ne ha già evidenziato diverse criticità. Ci sarà da preoccuparsi per Snake Eater? Difficile capirlo. Dalle immagini mostrate fino a questo momento non sembra ci siano troppi motivi per stare in pensiero. Nell’attesa di vederlo uscire, è bene ricordare che Konami ha ben pensato di riproporre la serie originale su console moderne, col cofanetto Master Collection. Ottimo modo per non perdersi gli originali, quelli veri.
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