Era il 2016 quando Blizzard decise di lanciare Overwatch. Il mercato dei videogiochi, all’epoca, era ancora ben distante da quello che è diventato oggi: per live service si intendevano giochi à la Destiny, e si potevano contare sulle dita di una mano. A poco meno di dieci anni di distanza, però, tutto è cambiato. Oggi sono sempre di più i prodotti progettati intorno alla componente online: Fortnite, PUBG, Warzone sono i primi esempi di successo, ma anche giochi come Rainbow Six Siege e Call of Duty (oramai diventato il vero e proprio metaverso di Activision Blizzard), sembrano aver trovato la loro dimensione ideale. Tra questi giochi a breve potremo annoverare Concord, opera prima di Firewalk Studio e che si prepara ad arrivare su PS5 e PC nel corso di questo 2024. Di certo proverà a dire qualcosa di nuovo, ma si ritroverà inevitabilmente coinvolto in un testa a testa con Overwatch. Una sorta di Davide contro Golia, insomma. Ma cosa possiamo aspettarci dal nuovo live service di PlayStation?
Concord: un solo genere a farla da padrone
Non è un caso che questa dimensione accolga soltanto degli shooter: sono tanti i prodotti diversi (come ad esempio The Elder Scrolls Online o Diablo) che provano comunque a ritagliarsi uno spazio in questo panorama tutto fatto di sfide online, ma è chiaro che le pistole siano l’arma preferita dagli sviluppatori per i giochi a servizio. Neanche Sony ha saputo resistere e così, dopo un ottimo Helldivers 2 che ha messo d’accordo tutti su PC e console, ci vuole riprovare con Concord, un gioco di una software house giovanissima, nata, sviluppata e cresciuta sotto l’ala protettiva di PlayStation.
Concord è stato annunciato nel 2023, ma all’epoca non si avevano ancora moltissime informazioni in merito. Solamente durante l’ultimo State of Play del 2024 PlayStation e Firewalk Studio hanno alzato i veli sullo sviluppo del titolo, andando appunto a rivelare al pubblico la vera natura del loro progetto segreto, oltre che la sua uscita. L’annuncio è stato accompagnato da un incredibile chiacchiericcio relativo proprio alla struttura del titolo che sembra venire direttamente dal lontano 2016 e che, a causa di una serie importante di similitudini, coinvolge direttamente l’hero shooter di Blizzard. E i paragoni tra le due opere, oramai, sembrano impossibili da fermare.
Un clone o un fratello maggiore?
La prima, naturale similitudine con Overwatch la troviamo nella struttura di base di Concord: il gioco di Firewalk Studio, proprio come quello Blizzard, è un hero-shooter: in breve, ogni personaggio ha delle abilità peculiari e sarà necessario costruire la propria squadra in base alle caratteristiche di ogni giocatore. Al momento non conosciamo le varie peculiarità dei personaggi, ma possiamo già presupporre che ci saranno un tank, un healer, un attaccante e così via, esattamente come in altri titoli del genere. Nonostante la vicinissima data di uscita, non sono stati rivelati ulteriori dettagli, ma siamo sicuri che, nel corso delle prossime settimane, emergeranno tutti i ruoli, i loadout, la struttura e gli equilibri dietro i personaggi giocanti. Personaggi che hanno però già una lore costruita, così come tutto il mondo di Concord.
Oltre infatti a condividerne il genere, infatti, Concord e Overwatch hanno un altro importante elemento in comune: il gioco di Firewalk Studio ha una lore solida e costruita con cura per far sì che i giocatori si affezionino ai personaggi stessi ancor prima che al loro skillset. Il team di sviluppo si è infatti impegnato a costruire intorno al gioco un vero e proprio universo narrativo, fin dalla scelta dei protagonisti, chiamati Freegunner, dei fuorilegge che sono letteralmente dei criminali spaziali.
Scelte discutibili
Nonostante questo, purtroppo il primo, lungo gameplay non ha convinto. Il gioco di Firewalk Studio sembra non avere nulla di nuovo da dire a livello puramente ludico, troppo derivativo per generare l’effetto wow. L’impianto narrativo, gli elementi di world building e la promessa di espanderne l’universo a livello di lore sembrano promettenti, ma potrebbero trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata a causa del fortissimo effetto “già visto”.
Il materiale di base c’è, ed è tanto, sicuramente ricco di potenziale, ma chissà se il gameplay riuscirà a farlo esprimere, Lo shooting è blando e, senza una prova dettagliata, è difficile capirne il vero valore. Tutti gli elementi narrativi, inoltre, ci fanno pensare che, forse, più che un PvP simile a Overwatch, sarebbe stato meglio averne fatto un vero e proprio PvE, in grado di approfondire al meglio tutte le storie dietro il gioco. La speranza è quella di ricredersi quando metteremo le mani su una delle versioni del gioco (sia quella in beta che definitiva), per un giudizio più realistico e più concreto. Per ora, però, le carte non sembrano essere state giocate nel migliore dei modi.