Doctor Who

Doctor Who – Gran finale di stagione Recensione, passato mortale!

Una terrificante minaccia dal passato arriva nel Gran Finale di stagione di Doctor Who Modern!

Doctor Who – Gran Finale di stagione! Siamo finalmente arrivati alla resa dei conti per la prima stagione del rilancio ufficiale della leggendaria saga britannica. Si tirano i bilanci dell’eccezionale lavoro di restyling di Russell T Davies, di nuovo nel ruolo di showrunner al timone della serie, chiamata Doctor Who Modern, proprio per dare uno stacco dal passato del primo ritorno da lui stesso creato nel 2005, con il ciclo di tredici stagioni ora ribattezzato Doctor Who Revival. Il settimo ed ottavo episodio di questa prima stagione danno una degna conclusione, e BBC, per l’occasione, ha persino proposto i due episodi al cinema, limitatamente alla Gran Bretagna, con un grosso successo di pubblico. La sinergia tra BBC e Disney+ sarà riuscita a far risplendere la saga come ai tempi d’oro, e soprattutto a conquistare l’ambitissimo pubblico delle fasce più giovani di spettatori, ovvero le generazione Z ed Alpha? I primi riscontri paiono essere positivi, con ascolti magari non altissimi, ma notevoli proprio nel target ricercato. Lunga vita quindi a Doctor Who, anche se, nel Gran Finale di stagione, c’è una oscura minaccia di morte proveniente dal passato!

Doctor Who - Gran Finale
Una terrificante e minacciosa apparizione dal passato è pronta a distruggere l’universo! 

The Legend of Ruby Sunday, ritorno a quella notte nevosa di venti anni fa…

Il settimo episodio della prima stagione, anche prima parte di Doctor Who – Gran Finale di stagione, è intitolato “The Legend of Ruby Sunday”, tradotto in italiano come “Il Dio della Morte” (con clamoroso spoiler già dal titolo, anche se sul web è subito circolata la notizia del ritorno del leggendario villain del passato) e si concentra sulla risoluzione del “ciclo narrativo di Ruby”, che fin dal primo episodio ci tiene sulle spine, anche a volte con astuti falsi indizi per depistare lo spettatore, nello stile tipico di Davies. Vediamo grandi ritorni, tra cui quello dello staff storico della UNIT, composto da personaggi bizzarri, a cui si unisce, finalmente, anche il personaggio di Rose Temple-Noble, la figlia di Donna. Per scoprire il mistero di chi sia realmente la madre di Ruby si analizza una vecchia VHS con registrazioni di una telecamera di sorveglianza risalente a quella notte di Natale nevosa di venti anni fa, dove, nel 2004, dove si vedono i dintorni della chiesa di Ruby Road. Il Dottore, infatti, si è autoimposto di non tornare indietro nel tempo in un momento così cruciale per il personaggio.

L’analisi, però, porterà alla rivelazione di un villain di vecchia data che, da cinquanta anni (televisivi) abbondanti, cova vendetta contro il Dottore, che lo ha costretto in un limbo senza ritorno. Soprannominato “Colui che attende”, non a caso, come potete leggere in questa pagina. Notevole la presenza del doppiatore originale del villain, Gabriel Woolf che presta cinquanta anni dopo ancora la sua voce al personaggio. Oltre alla nefasta apparizione di quello che è appunto Il Dio della Morte, come spoilerato da Disney+ stessa, ovvero la divinità egizia, falso profeta divino, in realtà proveniente da Marte, e che risponde al nome di Sutekh, viene finalmente svelato anche il ruolo della misteriosa Susan Twist, che è apparsa in ogni singolo episodio, come “Boom” o “73 Yards” , in ruoli diversi. Ancora un mistero resta invece aperto per l’enigmatica Mrs. Flood, che speriamo venga chiarito nella seconda stagione. Notevole la regia dei due episodi, diretti da Jamie Donoughue, di cui abbiamo già parlato in precedenza. Una puntata dal tono altamente greve e funereo, ricca di un alone di morte, devastazione e disperazione, come del resto si compete al personaggio trattato, con un pathos notevole, riprese fisse e drammatiche, con primi piani intensi e coinvolgenti.

DOCTOR WHO SUTEKH
Sutekh! Un eccezionale villain proveniente dal passato! Più precisamente dal 1911 storico e dal 1975 televisivo.

Empire of Death, una oscura minaccia di morte proveniente dal passato!

Dopo aver resistito per ben sette giorni al clamoroso cliffhanger lanciato dalla prima parte, ecco che, finalmente, abbiamo la possibilità di vedere “Empire of Death” la strabiliante conclusione di Doctor Who – Gran Finale di stagione. Anche stavolta i localizzatori italiani di Disney+ hanno scelto la via dei titoli tendenti allo spoiler, con un rivelatore “Morte e Rinascita”, che di fatto anticipa il senso dell’episodio stesso. Nella trama vediamo il Dottore lottare contro uno dei suoi nemici più grandi, aiutato anche da speciali “summon” creati grazie alle sabbie mortali magiche in suo possesso, fino alla risoluzione finale tra i due. Anche questo episodio è ricchissimo di pathos, momenti altamente drammatici, che, lo anticipiamo, ci faranno spesso commuovere e tirare fuori il fazzoletto, e far battere forte i nostri due cuori (da bravi gallifreyani). la soluzione, per quanto visivamente eccezionale, pare ad una analisi più approfondita forse anche troppo semplicistica, e simile a quella per “far fuori” Maestro nell’episodio dedicato, ma rientra a pieno nello stile narrativo di Russell T Davies, che si deve amare e mai discutere, poiché resta uno dei migliori autori dell’intera saga di Doctor Who.

Una critica importante che invece ci sentiamo di fare è certamente quella relativa alla sonorizzazione della versione italiana, che purtroppo presenta evidenti problemi di bilanciamento audio, con musiche troppo alte e voci in sottofondo scarsamente udibili. Abbiamo ascoltato con attenzione gli episodi si diversi dispositivi, un portatile HP “da guerra” con casse integrate, un PC gaming Asus ROG con audio dedicato Dolby Atmos ed un televisore Sony Bravia con impianto 5.1 surround in DTS e solo sul terzo erano realmente ben distinguibili. Per godere della componente sonora degli episodi, quindi, nel caso siate sprovvisti di un buon impianto audio, consigliamo la fruizione perlomeno con un paio di buone cuffie. Davvero un peccato, perché la colonna sonora originale è di ottimo livello, con musiche ed effetti evocativi, oltre che la buona recitazione dei doppiatori. Di altissimo livello è anche quella originale del già citato Gabriel Woolf che, a novanta anni suonati, è ancora eccezionale e grintosa. In casi di adattamenti “poco felici” come questo, ci spiace ammetterlo, ma l’ascolto in lingua originale è altamente consigliato. Si chiude finalmente il “ciclo narrativo di Ruby”, tra momenti commoventi, col ritorno di un grande villain del passato che, se non conoscete già forse è il caso di approfondire!

Pyramids of Mars, le origini del letale villain, ai tempi gloriosi di Tom Baker

Russell T Davies vuole dichiaratamente conquistare nuove generazioni di spettatori, specie nella fascia più giovane del pubblico, ovvero le ambitissime (specie dal network Disney+) generazioni Z ed Alpha. Similmente al lavoro che ha realizzato Alex Kurtzman per la recente serie Star Trek Discovery, che ha conquistato la Next Gen di spettatori, pur piacendo meno al pubblico dei fan di vecchia data. Eppure, per farlo, il geniale showrunner ha paradossalmente iniziato una campagna di citazionismo frenato del passato e di recupero sistematico di personaggi e situazioni provenienti dalla gloriosa serie classica. Persino il logo classico della serie è stato rispolverato, Davies è decisamente un amante di quelle epoche d’oro, lo riconosciamo. Ricorderete, a tal proposito il ritorno del grande villain The Celestial Toymaker, il Giocattolaio in italiano, visto negli anni sessanta e contrapposto addirittura al Primo Dottore, col volto di William Hartnell. di cui abbiamo parlato in questa pagina. Stavolta si torna indietro nel tempo, non a bordo del TARDIS, ma grazie alle care vecchie videocassette, similmente a quella analizzata dalla UNIT in “The Legend of Ruby Sunday”, prima parte di Doctor Who – Gran Finale di stagione, e più precisamente ad un serial, il numero di produzione DWC-S.082, andato in onda nel lontano 1975, durante la tredicesima stagione della serie classica.

Il serial, diviso in quattro episodi da venticinque minuti ciascuno, ha per protagonista il Quarto Dottore, interpretato dal talentuoso Tom Baker, accompagnato dalla companion storica Sarah Jane Smith. Per nostra fortuna le puntate Doctor Who Classic 13×09-12 Pyramids of Mars 1-4, ideate da Stephen Harris e dirette da Paddy Russell, sono tra le pochissime che la RAI ha a suo tempo, nel 1980, deciso di doppiare e trasmettere in italiano, col titolo Le Piramidi Di Marte 1-4, e vi consigliamo di recuperarle, per una maggiore comprensione del “Ciclo narrativo di Sutekh”. Questo è iniziato nella Serie Classica, più precisamente nell’anno 1911 storico in cui atterra il TARDIS, continuato poi nei fumetti ed ora concluso grazie a Doctor Who Modern. Se volete approfondire la storia del personaggio vi rimandiamo anche al portale specializzato Villains Fandom che trovate qui. Peraltro BBC, in occasione del recupero del villain classico, ha deciso di trasmettere sui suoi canali, incluso il lettore web britannico BBC iPlayer, che trovate a questo LINK, il serial arricchendolo di nuovi effetti speciali in computer grafica, includendo anche una famosa “svista”, ovvero la mano di un operatore di camera che rimuoveva un cuscino rimasto attaccato al costume dell’attore, mandato poi in onda per errore, ora rimossa, cinquanta anni dopo, grazie al digitale. Una divertente curiosità, non c’è che dire. Per gli amanti del collezionismo, grande notizia, si vocifera anche di una possibile riedizione del serial con la nuova CGI in formato DVD nella collana ufficiale BBC Home Video! Moltissimi fan sperano in un utopico recupero integrale della saga Doctor Who, dal 1963 ad oggi, ripubblicata su Disney+, anche se, visti gli episodi perduti e da doppiare nelle varie lingue, sarebbe un lavoro assurdamente complesso.


I fan di vecchia data sono decisamente felici del lavoro che sta svolgendo Russell T Davies, e si uniscono ai tanti nuovi fan più giovani arrivati grazie ai lidi di Disney+, seguendo insieme una delle saghe fantascientifiche di maggior valore narrativo dell’universo televisivo. Il nostro sogno segreto però resta il crossover tra Doctor Who e Star Trek, citato, in modo ironico, dallo stesso Doctor all’inizio della prima stagione del nuovo corso. Magari nella serie animata Lower Decks, che ci pare il posto più adatto per il “primo contatto” tra le due saghe. Utopie oniriche a parte, il nostro giudizio per la prima stagione è decisamente positivo, con episodi sempre vari ed interessanti, ottime sceneggiature, citazioni culturali bizzarre ed inaspettate come il mondo dei  musical, Black Mirror e persino Bridgerton, ed in generale un ottimo livello di scrittura. Per ora abbiamo visto alla prova quasi sempre RTD, con un paio di eccezioni, Steven Moffat incluso, e non vediamo l’ora di sapere cosa ci riserverà il futuro. Lo ammettiamo, il Dottore ci manca già! 


 

Appassionato e storico del videogioco, Fabio D'Anna scrive di opere videoludiche, film e serie tv dal 2008. Tra le tante realtà del settore ha collaborato con Art of Games e siti come Retrogaming History, Games Collection, Games Replay, Games Village e riviste come PS Mania, PSM, Game Republic, Retrogame Magazine, Game Pro, oltre che col Museo VIGAMUS. Ha anche organizzato due edizioni della Mostra Archeoludica ed ha scritto due libri dedicati a PAC-MAN e Star Trek. Nella vita colleziona console PONG based ed alleva cagnoline, tra cui spicca Zelda.