Il videogioco è, attualmente, uno dei fenomeni più dirompenti di YouTube. L’abbiamo visto con PewDiePie e, in Italia, con Favij, che sono diventati famosi grazie al cosiddetto format Let’s Play, all’atto pratico sequenze di gameplay commentate.
Ma tutto ciò scatena un grande problema: è legale trasmettere video tratti da videogiochi commerciali?
La risposta è, semplicemente: non si sa ancora. Certo, qui andiamo a impelagarci nelle quanto mai tortuose vie del diritto d’autore, ma è abbastanza semplice immaginare che i contenuti video tratti dai videogiochi sono una proprietà intellettuale appartenente alla compagnia che li produce. Se finora non sono sorte controversie legali, non vuol dire che da questo punto di vista sia tutto tranquillo. Il punto è che, al momento, i Let’s Play sono convenienti per entrambe le parti: gli YouTuber infatti aumentano la loro popolarità e, di riflesso, anche quella dei titoli che citano. Ci sono casi di giochi indie, perlopiù oscuri, che sono diventati famosi proprio grazie ai Let’s Play (pensiamo, per esempio a Cat Mario, fonte di molte imprecazioni per l’italianissimo Favij).
La situazione potrebbe cambiare nel momento in cui i creatori di videogiochi ritenessero opportuno controllare tutte le emanazioni video dei loro prodotti. Warren fa l’esempio di servizi come quello di Xbox Live, che permette di mandare in streaming delle sequenze di gioco; oppure di titoli come NFL: EA Sports, come un’emittente sportiva reale, potrebbe volersi riservare il diritto di diffondere esclusivamente il materiale video proveniente dai suoi giochi.
Abbastanza chiaro che ci muoviamo in una zona grigia della legislazione, su cui non esistono ancora delle normative ben precise in merito. Anche perché ci sono delle sfumature: gli YouTuber infatti non si limitano a trasmettere dei video di gameplay, ma li editano, li commentano e li arricchiscono. Quello che ne fuoriesce quindi è un contenuto fortemente trasformato rispetto alla sua versione originale, motivo per cui quello che fanno gli YouTuber potrebbe risultare, in ultima analisi, del tutto legale. Nel caso degli Stati Uniti, qui esiste il cosiddetto fair use: “una disposizione legislativa dell’ordinamento giuridico degli Stati Uniti d’America, in base al quale si stabilisce, sotto alcune condizioni, la liceità della citazione non autorizzata, o l’incorporazione non autorizzata, di materiale protetto da copyright nell’opera di un altro autore” (fonte: Wikipedia). Anche in Italia esiste qualcosa di analogo: l’articolo 70 della legge sul diritto d’autore italiano, che “prevede il diritto di compiere il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di una qualsiasi opera per scopi di critica, di discussione e di insegnamento” (fonte: Wikipedia).
In altre parole, a fine giornalistico è del tutto lecito usare spezzoni di videogiochi, in virtù della libertà di parola. Un po’ come accade con le opere d’arte: esistono artisti che rielaborano icone legalmente molto protette come Topolino, eppure possono farli grazie alla speciale libertà  d’espressione che viene applicata ai lavori artistici.
Un altro commento a favore della legalità dei Let’s Play è il fatto che, data la natura interattiva del videogioco, ogni partita è paragonabile a una performance, e dunque unica nella sua natura dal momento che tutti giochiamo in modo diverso. Di contro, c’è anche chi afferma che tale unicità può essere messa in discussione, a seconda del tipo di gioco che viene giocato; il caso si applicherebbe quindi particolarmente bene nel caso di giochi come Spelunky, i quali, essendo generati proceduralmente, cambiano a ogni partita. Più problematico il caso di videogiochi come Metal Gear Solid: Ground Zeroes, che in certi momenti assomigliano ad un film, e non vi è quindi manipolazione da parte del giocatore. Aggiungiamo inoltre la componente economica: gli YouTuber guadagnano, a tutti gli effetti, usando dei contenuti prodotti da altri.
Non preoccupatevi, comunque: per il momento sembra che il rapporto simbiotico tra YouTuber e creatori di videogiochi produce dei benefici per entrambi. Difficile che, per il momento, assisteremo a battaglie legali in stile Phoenix Wright. E voi che ne pensate? L’uso che gli YouTuber fanno dei videogiochi è legale? Oppure ci dovrebbe essere una regolamentazione più severa?
Fonte: Polygon
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