[dropcap size=big]L[/dropcap]a fine dell’anno è ormai alle porte e, oltre a lanciare un occhio di speranza a ciò che ci attende nel 2016, non possiamo esimerci dal fare una retrospettiva dei prodotti che hanno segnato i 365 giorni che ci lasciamo alle spalle. Non esiste futuro, infatti, senza la comprensione del passato, tanto degli insuccessi di chi ci ha preceduto quanto dei trionfi di chi, mediante la propria bravura, ha segnato nuove vette qualitative, traguardi a cui tutti dovranno rapportarsi. Proprio a questo genere di produzioni ci rivolgiamo con i VMAG Awards, riconoscimenti che vanno a premiare quei protagonisti della scena videoludica che, anche a seguito dei credits, anche quando il Blu Ray ritorna nella confezione e la nostra cara copia digitale finisce in inattività , non abbandonano le nostre memorie e il nostro cuore. Senza indugi, prima che le festività natalizie spazino via ogni traccia di raziocinio editoriale a suon di pandori e spumante, ecco quindi la lista delle pietre miliari del 2015 !
[su_heading size=”30″ margin=”5″]INDIE OF THE YEAR[/su_heading]
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Ori And The Blind Forest (Moon Studios)
C’era un tempo in cui la parola “indie” era pronunciata quasi con spocchia da chi giudicava questo tipo di produzioni un sinonimo di bassa qualità , Se questo mito di falsa uguaglianza è stato sfatato lo dobbiamo anche a produzioni come Ori and The Blind Forest, titoli sviluppati da piccoli team ma con un grande cuore, In questo caso, Moon Studios, ha saputo confezionare un’opera certosina: dal gameplay al comparto audio, dallo stile artistico ricercato sino alla narrativa, ogni elemento si sposa perfettamente con gli altri, formando una soave sinfonia che sicuramente ha saputo deliziare tutti i fan di un genere, quale il platform, spesso troppo bistrattato e dimenticato.
Runner-up:
Undertale (Tobyfox)
Her Story (Sam Barlow)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST SHOOTER GAME[/su_heading]
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Splatoon (Nintendo)
Nintendo e gli sparattutto, gli ingredienti perfetti per una barzelletta. Chiunque, prima del 2015, avrebbe infatti deriso questa accoppiata, poi è arrivato Splatoon e il nostro scetticismo è stato sommerso da secchiate di vernice. Con questa nuova IP, la casa giapponese, oltre a regalare ai videgiocatori di tutto il mondo un magnifico prodotto, ha dimostrato di sapersi ancora reinventare, rimanendo però fedele al proprio iconico stile. Splatoon, infatti, non solo diverte, nel senso più puro e semplice del termine, ma lo fa anche risultando estremamente accattivante grazie ad un concept originale e una realizzazione che ha portato tutti ad amare seppie e calamari anche al di fuori di un ristorante.
Runner-up:
Call of Duty: Black Ops 3Â (Activision)
Halo 5: Guardians (343 Industries)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST SPORT GAME[/su_heading]
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Rocket League (Psyonix)
Quando un gioco sportivo riesce a stregare anche chi lontano dagli schermi di console e PC detesta questo tipo di attività , allora ci si accorge di essere di fronte a qualcosa di speciale, qualcosa come Rocket League. Grazie a meccaniche semplici ma dannatamente coinvolgenti, questo titolo ha rivendicato la propria supremazia non solo sui PC e le PlayStation 4 degli utenti, ma anche nelle redazioni che per mesi non hanno parlato, giustamente, di altro. Psyonix, che tutt’ora continua a supportare la propria creatura, nel 2015 ci ha insegnato che spesso il divertimento passa anche attraverso la semplicità e che, improvvisamente, anche chi non ha mai degnato di uno sguardo un pallone può trasformarsi magicamente in un ultrà della curva Sud.
Runner-up:
NBA 2K16Â (2k Sports)
Fifa 16Â (EA: Canada)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST ROLE PLAY GAME[/su_heading]
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The Witcher 3: Wild Hunt (CD Projekt RED)
Cos’è che rende un gioco di ruolo degno di fregiarsi del titolo di “Best GDR” ? Forse la narrativa ? Forse la grafica ? O, perchè no, potrebbe trattarsi di meriti dovuti al game design ? Nel dubbio, The Witcher 3: Wild Hunt primeggia in tutte queste categorie, dimostrandosi un prodotto eccellente sotto ogni punto di vista. Poco importa se il combat system si dimostra un po’ legnoso o se l’intelligenza artificiale non si dimostra sempre essere una cima, poiché di fronte alla profondità di ambientazione, trama, meccaniche e varietà di situazioni la barriera tra schermo e giocatore svanisce, l’IA diventano magicamente personaggi reali e tangibili e gli scontri si tramutano in un’avventura fantasy da vivere in prima persona. Migliorandosi di capitolo in capitolo, CD Projekt RED ha fatto scuola di GDR e The Witcher 3: Wild Hunt non rappresenta solo il picco del loro percorso, ma anche il manifesto di un sodalizio tra gioco di ruolo e la narrativa di alto livello.
Runner-up:
Pillars of Eternity (Paradox Interactive)
Fallout 4Â (Bethesda Game Studios)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST FIGHTING GAME[/su_heading]
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Mortal Kombat XÂ (NetherRealm Studios)
Speriamo che non siate particolarmente schizzinosi o suscettibili alla vista del sangue, perché il violentissimo Mortal Kombat X non è solo il capitolo migliore della serie, ma anche il picchiaduro dell’anno. Più veloce, più frenetico, più violento, in generale semplicemente… più ! Grazie all’introduzione degli stili da selezionare per ogni combattente e all’azzeccata trovata della fazioni negli scontri online, la produzione NetherRealm Studios raggiunge l’agognata eccellenza e si riconferma il top per chi vuole menare le mani. Forse non l’esponente più tecnico del genere, ma sinceramente cosa importa se di contro possiamo fracassare i testicoli dell’avversario a pugni e poi scattarci un selfie con il nostro oppositore privo di mandibola ?
Runner-up:
Ultra Street Fighter IV (Capcom)
Guilty Gear Xrd (Arc System Works Team Red)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST RACING GAME[/su_heading]
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Forza Motorsport 6Â (Turn 10)
Qualche sciocco detrattore ritiene che il posto che Turn 10 occupa nell’Olimpo degli studi di sviluppo di titoli automobilistici non è legittimo. A queste critiche si potrebbe rispondere con tre parole: Forza Motorsport 6, un titolo che non solo si rivolge ai palati fini, quelli che respirano benzina e masticano asfalto bollente, ma li celebra. Non vi basta un comparto tecnico allo stato dell’arte ? Allora che ne dite di un gameplay con un feeling di guida adatto sia a chi cerca un’esperienza più facilitata, con aiuti, e chi invece vuole la vera sfida simulativa ? Ancora non siete convinti, e allora perchè non citare l’immensa mole di contenuti che, seppur non rappresenta il top della serie in fatto di numeri lo è indubbiamente sotto il profilo qualitativo ? Se dopo questa sfilza di meriti ancora non risultate essere convinti, allora è probabile che dovreste rivedere la vostra passione per la guida sportiva.
Runner-up:
Project Cars (Slightly Mad Studios)
Ride (Milestone)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST ACTION ADVENTURE GAME[/su_heading]
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Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (Kojima Production)
Il mondo si divide in due: chi ha apprezzato le scelte narrative di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain e chi, invece, le ha detestate. Al di là di questa diatriba, sicuramente le due parti concordano su un’unica verità : se non si va a focalizzarsi troppo su cosa il titolo sarebbe potuto essere ma su quello che effettivamente è, l’ultima fatica di Hideo Kojima risulta essere un ottimo titolo, forte di una giocabilità stellare. Ci vuole coraggio a stravolgere una serie e spesso questa decisione non paga, con Metal Gear Solid V non è stato così e il “free roaming del gameplay” ha offerto a tutti le proprie magiche e insostituibili memorie delle operazioni di spionaggio definitive.
Runner-up:
Rise of the Tomb Raider (Crystal Dynamics)
Batman: Arkham Knight (Rocksteady Studios)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST FAMILY GAME[/su_heading]
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Super Mario Maker (Nintendo)
Super Mario Maker non è semplicemente un gioco o un editor ma bensì un punto di incontro, un luogo comune tra vecchi affezionati del celebre e paffuto idraulico italiano e le nuove generazioni. Si tratta di un prodotto nostalgico ma al contempo anche proiettato verso il futuro grazie alle creazioni degli utenti e alla fantasia fuori dagli schemi di chi osa stravolgere le regole dei classici capitoli di Mario. Facile da usare ma difficile da padroneggiare, accessibile ma profondo, questa produzione Nintendo si è dimostrata essere un ottimo passatempo per tutta la famiglia, un ponte di contatto tra nuova e vecchia guardia videoludica. Non poteva esistere regalo migliore per il trentesimo compleanno di Mr. “Mamma Mia!“.
Runner-up:
Disney Infinity 3.0Â (Avalanche Software)
Skylanders: SuperChargers (Vicarious Visions)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST MOBILE/HANDHELD GAME[/su_heading]
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Monster Hunter 4 Ultimate (Capcom)
È cosa risaputa, si sa, febbraio è il mese della caccia. E anche marzo. Idem per aprile e maggio. E giugno… luglio… agosto… insomma, da quando, ad inizio anno, è stato rilasciato Monster Hunter 4 Ultimate ogni periodo è diventato quello giusto per andare a caccia di mostri con il nostro 3Ds. Se meccaniche ormai collaudate e la spropositata mole di contenuti non ci ha sorpreso, la rifinitura della curva di apprendimento presente nel titolo è stata una mossa vincente che ha permesso ad una saga storicamente chiusa nella sua nicchia di aprirsi anche a nuovi e ardimentosi giocatori. Monster Hunter 4 Ultimate rappresenta infatti un ottimo punto di partenza per i cacciatori neofiti e per tutti coloro i quali hanno voglia di dire addio alla propria vita sociale in favore di un rapporto esclusivo con il proprio 3Ds.
Runner-up:
Fallout Shelter (Bethesda Softworks)
Oreshika: Tainted Bloodlines (Alfa System)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST MULTIPLAYERÂ GAME[/su_heading]
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Halo 5: Guardians (343 Industries)
Senza giri di parole, possiamo dire che il lancio di Halo: The Master Chief Collection, flagellato da problemi ai server, fu uno dei più disastrosi del 2014. Per questo motivo, il nuovo capitolo della saga del famoso Spartan ha avuto l’arduo compito di riconquistare i fan e mostrare che Master Chief è ancora vivo. A fine 2015, pad alla mano, constatiamo che la missione è riuscita alla grande e se risulta possibile criticare alcune scelte narrative, il multiplayer, con la sua grande offerta contenutistica e il suo magico gameplay è tornato ai fasti di un tempo. Poche produzioni sono riuscite a regalarci brividi di euforia come invece ha saputo are la modalità Warzone o il nuovo approccio altamente competitivo di Halo 5: Guardians, titolo ad alto tasso di adrenalina ma mai troppo caotico. Il Re è tornato proponendo la sua formula segreta di divertimento, addirittura senza problemi di connessione.
Runner-up:
Call of Duty: Black Ops 3Â (Activision)
Rocket League (Psyonix)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST GAME FOR IMPACT[/su_heading]
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Life Is Strange (Dontnod Entertainment)
Diciamolo, che la produzione Dontnod Entertainment sarebbe stata di buona fattura lo sapevamo già dall’annuncio, ma che sarebbe stata “così buona” ? Nessuno ci avrebbe scommesso, e invece gli sviluppatori francesi ci hanno stupito con una scrittura magnifica e che ha saputo portare il “naturale” nel “sovrannaturale”, proponendo non solo una storia interessante, ma anche personaggi, dialoghi e reazioni umane credibili e che hanno saputo parlare al cuore dei giocatori. Nel corso di cinque episodi in compagnia di Chloe e Max abbiamo riso, abbiamo pianto, abbiamo provato timore per la sorte dei protagonisti e ci siamo arrabbiati con e per loro, tutte emozioni di cui Life is Strange è stato un magnifico catalizzatore.
Runner-up:
Underale (Tobyfox)
Tales from the Borderlands (Telltale Games)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST NARRATIVE GAME[/su_heading]
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The Witcher 3: Wild Hunt (CD Project RED)
La narrativa è una brutta bestia: se crei un sistema troppo piccolo il lettore si annoia, troppo grande e chi legge si perde tra le righe o tra le parole. Esiste una linea di confine tra questi due estremi, sottile, sottilissima, un luogo in cui vi è un trono e un re: The Witcher 3: Wild Hunt. L’ultima fatica dei polacchi CD Projekt RED è infatti un capolavoro mastodontico, un universo fantastico ma mai troppo lontano dal giocatore, vasto ma non dispersivo. Ogni quest, ogni personaggio non giocante, persino ogni dialogo mostra la traccia di una mente e mano esperta che va ad arricchire tanto la storia e i personaggi quanto le emozioni del giocatore. E vogliamo parlare del peso e dell’impatto che hanno le scelte sul proseguimento del gioco ? No, non ne vogliamo parlare, poiché se ancora non avete compreso il discorso significa che non avete giocato all’ultima avventura dello strigo e se non lo avete fatto allora non vi siete persi solo un bellissimo gioco, ma anche un bellissimo romanzo digitale.
Runner-up:
Life is Strange (Dontnod Entertainment)
Tales from the Borderlands (Telltale Games)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST SOUNDTRACK[/su_heading]
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Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (Kojima Production)
Che la serie Metal Gear ci abbia riservato sempre ottime colonne sonore è cosa risaputa da quasi due decadi e l’accompagnamento musicale di The Phantom Pain non tradisce le aspettative, anzi, le supera. Tralasciando gli ottimi brani estrapolati dai mitici eighties, che già da soli varrebbero comunque un premio, la parte originale della soundtrack va a consacrare il compositore Ludvig Forssell come un’artista di altissimo talento. V Has Come To, OKB Zero, Shining Lights, Even in Death, senza dimenticare l’eccezionale contributo di altri artisti come la potente voce di Donna Burke nel main theme Sins of the Father o le composizioni di Justin Burnett: forse come mai prima d’ora nella saga il lavoro orchestrale si fa sentire in maniera pesante. E lascia il segno, tanto nei nostri cuori quanto nei nostri lettori musicali.
Runner-up:
Undertale (Tobyfox)
Assasin’s Creed: Syndicate (Ubisoft)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST PERFORMANCE[/su_heading]
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Mark Hamill (The Joker\ Batman: Arkham Knight)
Mark Hamill ha un rapporto di lunga data con il personaggio di Joker, risalente persino ai primi anni del ’90 quando iniziò a doppiare l’arcinemico dell’uomo pipistrello. Anni e anni di convivenza tra attore e personaggio hanno plasmato un’ottima intepretazione che ha toccato anche il medium videoludico grazie alla serie targata Rocksteady Studios, un bene che è culminato in quello che potrebbe essere l’ultimo contibuto di Hamill alla saga: Batman: Arkham Knight. Nell’ultima avventura del giustiziere della notte i riflettori sono infatti prepotentemente rubati da Joker, tanto per merito della sceneggiatura che per come essa è messa magistralmente in atto dall’attore statunitense. Una performance fuori di testa, pazzesca… termini, tra l’altro, perfettamente coerenti con la trama del gioco e con il personaggio.
Runner-up:
Viva Seifert (Her Story)
Stephanie Joosten (Metal Gear Solid V: The Phantom Pain)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST ART DIRECTION[/su_heading]
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Batman: Arkham Knight (Rocksteady Studios)
Calma, calma, calma… spegnete quelle fiaccole e posate quei forconi: non c’è trucco e non c’è imbroglio, Batman Arkham Knight merita pienamente questo riconoscimento. Al di là della qualità del porting, e a problemi legati all’ottimizazione del codice, quando il gioco funziona lo fa alla grande e mostrando non solo una grafica di altissima qualità , ma anche, e soprattutto, una regia e fotografia ricercate con minuzia e cura. Perfettamente coerente con i temi dell’opera, il lato artistico ha saputo rapirci come mai nessun altro titolo della serie aveva saputo fare, imponendosi a sorpresa sugli altri contendenti a questo premio. Un peccato (e uno scandalo) che i giocatori PC non abbiano potuto godere della stessa esperienza, ma ciò non va assolutamente a penalizzare l’ottimo lavoro svolto dall’art director David Hego e dagli altri artisti che hanno contribuito all’opera.
Runner-up:
Bloodborne (FromSoftware)
Ori and the Blind Forest (Moon Studios)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST ESCLUSIVA[/su_heading]
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Bloodborne (FromSoftware)
Inutile negarlo, Bloodborne non è un gioco per tutti: malato, ostico, folle e visionario, sicuramente a causa del suo elevato livello di difficoltà avrà allontanato non pochi incauti giocatore. Tutti coloro, invece, che hanno perso il senno addentrandosi fino in fondo nell’incubo perfetto di Hidetaka Miyazaki avranno sicuramente trovato un titolo denso di segreti, tra level design eccellente e lato artistico sopraffino. Un gioco con un’identità forte come quella della serie gemella Souls, che risulta essere profondo come i Souls, visionario come i Souls, ma che trionfa nel non essere un Souls, rivendicando un’identità forte e originale. Il ritorno di Miyazaki al timone delle produzione FromSoftware è un incubo, si, ma un incubo da sogno.
Runner-up:
Forza Motorsport 6Â (Turn 10)
Xenoblade Chronicles XÂ (Monolith Soft)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]BEST DLC[/su_heading]
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Destiny The Taken King (Bungie Studios)
Quando uscì, Destiny non si presentò al pubblico come un gioco, bensì come un enorme e bellissimo cantiere proiettato verso il futuro. Il prodotto base ci aveva fatto innamorare, ma come videogiocatori sapevamo che il rapporto, per durare, avrebbe avuto bisogno di crescere e maturare nel tempo. Ecco, passarono i mesi e The Dark Below e House of Wolves, seppur con qualche guizzo di qualità , fallirono a ravvivare la fiamma del nostro amore. Tutto sembrava ormai perduto, poi il nuovo colpo di fulmine: il Re dei Corrotti. Con esso, non solo Bungie si è dimostrata attentissima ai desideri della community (cosa che, ad onor del vero, ha sempre fatto), ma ha sfornato un contenuto aggiuntivo di altissimo livello, ricco di novità e che, finalmente, trasforma in atto ciò che prima esisteva in solo in potenza, specialmente dal punto di vista narrativo.
Runner-up:
Bloodborne: The Old Hunters (FromSoftware)
The Witcher 3: Wild Hunt – Heart of Stone (CD Projekt RED)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]MOST ANTICIPATED GAME[/su_heading]
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Horizon: Zero Dawn (Guerrilla Games)
C’è del potenziale in casa Guerilla Games ed è tutto nascosto in Horizon: Zero Dawn. Certo è, però, che il team di sviluppo non ha avuto la premura di occultarla bene questa qualità , poichè il titolo è in grado di suscitare aspettative stratosferiche grazie anche ad una sola delle sue tante caratteristiche: mondo originale e evocativo ? Presente. Meccaniche da action GDR e combat system stimolante e stratificato ? Presente. All’appello rispondono tutti gli ingredienti per il capolavoro e anche se siamo consapevoli che ancora non è stato mostrato molto, è proprio questo “vedo, non vedo” ad ammaliarci ancora di più. Sappiamo che Horizon: Zero Dawn ha ancora tanto da mostrare e fino a quando non ci verranno fornite nuove informazioni, Guerrilla Games terrà  in scacco i nostri cuori da videogiocatori.
Runner-up:
Uncharted 4: A Thief’s End (Naughty Dog)
No Man’s Sky (Hello Games)
[su_heading size=”30″ margin=”5″]DEVELOPER OF THE YEAR[/su_heading]
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Blizzard
Quando ci si dedica ad innumerevoli progetti differenti, il rischio di sacrificare la qualità in favore della quantità è sempre elevato. Blizzard, nel corso dell’anno 2015, ha saputo non solo evitare di incappare in questo pericolo, ma anche dimostrarsi uno sviluppatore tanto poliedrico quanto capace. Tra il continuo supporto ad iconiche IP già esistenti quali Word of Warcraft (il gigante che non molla) e Starcraft, nuove produzioni come Heartstone, Heroes of the Storm e Overwatch, tra convention personali e massiccia presenza alle fiere del settore, i fan della Blizzard hanno vissuto un anno davvero ricco attraverso avventure vissuto in tanti prodotti differenti, tutti però uniti dall’unico minimo comun demonitore: l’impronta inconfondibile di Blizzard.
Runner-up:
CD Projekt RED
FromSoftware
[su_heading size=”30″ margin=”5″]GAMEÂ OF THE YEAR[/su_heading]
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The Witcher 3: Wild Hunt (CD Project RED)
L’opera magna dei polacchi di CD Projekt Red è una gemma non esente da difetti, tra cui una vena ruvida e macchinosa nel combat system. Nonostante ciò, se si va oltre questo strato di polvere, si scopre il vero tesoro che rende la terza avventura dello strigo albino un’opera dalla caratura straordinaria: la narrazione, l’impatto emotivo, la cura per il dettaglio. The Witcher 3: Wild Hunt non colpisce al cuore, lo rapisce, trasportando il giocatore in un mondo fantasy dal quale è difficile uscire anche dopo aver spento la console o il PC, un universo vivo, forte dell’uso ponderato e saggio degli strumenti del medium nel rendere la narrativa non solo interattiva ma anche profonda in ogni sua sfaccettatura.
Runner-up:
Fallout 4 (Bethesda Softwork)
Bloodborne (FromSoftware)